Uccise a calci

Uccise a calci Processo per la rissa davanti alla discoteca Uccise a calci Condannato a 12 anni Walter Antonacci fu massacrato a calci in faccia per uno sputo che aveva sfiorato i piedi di Giovanni Cancelleri. Costui tramortì con un pugno l'aspirante indossatore. Erano le tre di notte, fuori della discoteca Area di via San Massimo, la gente sfollava. Ventidue anni, meno robusto, Antonacci crollò a terra. L'altro lo colpì ancora mentre il ragazzo chiedeva pietà. Poi rientrò nella discoteca e ordinò un drink. Per la Corte d'Assise è stato un omicidio preterintenzionale: «Cancelleri non voleva ammazzare». E lo ha condannato a 12 anni di carcere. L'assassino non ha voluto rivelare nemmeno al processo i nomi dei due complici che lo avrebbero aiutato nella brutale aggressione. L'avvocato Giuseppe Della Rossa, legale di parte civile: «Così non sapremo mai nulla di loro. Se non che potevano essere dei poliziotti o qualcosa di simile. Per entrare in discoteca esibirono un tesserino». E sulla porta dell'aula, con accanto i genitori della vittima - Nicola, operaio, e Teresa, casalinga, tristi e sconfortati - l'avvocato aggiunge che «almeno qualche anno in più di carcere lo si poteva dare a quest'uomo che non ha mostrato alcun reale ravvedimento. Non dimentichiamo i precedenti: quando uccise era un ricercato». Dalla notte del delitto - 1*11 febbraio scorso - il trentenne ex tossicodipendente, con una montagna di precedenti per furto, stupefacenti, ricettazione e altro, si è chiuso nella linea di difesa del picchiatore che non si è reso conto di aver fatto troppo male. «Lo ha riconosciuto lo stesso pubblico ministero - commenta il suo avvocato, Alberto Mittone - con richieste equilibrate cui si sono adeguati i giudici. Se Cancelleri avesse avuto intenzione di uccidere o anche solo consapevolezza del suo gesto, dopo, non sarebbe rientrato tranquillamente in discoteca». Nell'udienza precedente Cancelleri aveva chiesto scusa ai genitori della vittima. E le reazioni al suo gesto erano state differenti: «Era sincero». «Macché, solo un atto dovuto e studiato, il suo». Il suo comportamento farà ancora discutere: davanti ai giudici è stato una statua per tutto il processo. Non ha battuto ciglio nemmeno quando, annunciata la sentenza, non si riusciva a farlo uscire dalla cella di sicurezza perché la chiave si era spezzata nella serratura. I genitori del ragazzo: ma chi erano i complici? L'esterno della discoteca Area di via San Massimo e l'assassino Giovanni Cancellieri

Persone citate: Alberto Mittone, Antonacci, Cancelleri, Giovanni Cancelleri, Giovanni Cancellieri, Giuseppe Della Rossa, Walter Antonacci