Vigili tende la mano a Trap e Sacchi di Fabio Vergnano
28 L'attaccante bianconero, guarito e rigenerato dalla sosta, vuol battersi su due fronti Vigili tende la mano a Trap e Sacchi «Lotterò per lo scudetto e per una maglia ai Mondiali» VENTI GIORNI AL RIENTRO PTORINO ER la Juve e per Sacchi. Vialli lancia il suo proclama a venti giorni dal ritorno in campo. Si diradano le nubi all'orizzonte, il Gianluca ferito annuncia che il 21 novembre contro il Cagliari al Delle Alpi ci sarà anche lui dopo due mesi e mezzo di sosta forzata per la frattura al piede. Ferito e testardo. La Juve non gli basta, rivuole la Nazionale persa a Malta il 19 dicembre del '92. Un gol e il benservito dell'Arrigo, che restituì a Trapattoni un Vialli in versione fantasma. Dimenticato lo sgarbo del et, non l'amore per la maglia azzurra. Tempo fa scherzava: «Peccato questo infortunio, avrei potuto essere utile a Sacchi per l'Estonia». Oggi il nostro si ripropone con immutato entusiasmo e massima serietà: «Spero di ritornare forte come prima, più di prima. Alla Nazionale non ho rinunciato e mi auguro che Sacchi mi prenda in considerazione. Se non sarà così, non mi dispererò. Ho alle spalle sessanta partite in azzurro, penso di aver fatto la mia parte». Ma si legge nei suoi occhi quella voglia matta di rientrare nel gruppo e per questo spinge l'Italia verso Usa '94: «Tiferò perché batta il Portogallo. Non possiamo fallire la qualificazione, anche per un fatto extracalcistico. La nostra presenza in America è troppo importante». Intanto si «allenerà» con la Juve. Il burlone disse che la squadra sarebbe stata rinforzata dalla sua assenza. In realtà, senza nulla togliere ai meriti di Ravanelli, il carisma del campione Vialli non è un dettaglio trascurabile. Ritrova una Juve ai vertici: «Abbiamo mantenuto le promesse della vigilia. Sono d'accordo con Trapattoni, possiamo restare lassù fino a maggio, anche se vincere sarà difficile perché questo è un campionato più duro. Ma rispetto alla scorsa stagione siamo cresciuti, la squadra mi è piaciuta parecchio in questo periodo». Chissà, forse sono servite anche le sue bacchettate, le accuse ad una Juve povera di personalità. Vialli ha ottenuto gli effetti desiderati: «La maturazione che avevo auspicato è arrivata. Ora abbiamo una buona continuità, anche se ci concediamo ancora qualche pisolino di troppo. Ma sono cose normali. Noi e il Milan siamo sempre nell'occhio del ciclone, spen- diamo tesori di energie. La partita di Venezia ha suscitato critiche immeritate. Sono infortuni da mettere in preventivo, non è un limite quello di imbattersi in giornate così così». Il periodo delle vacanze forzate volge al termine. Vialli ricomincia a ragionare da calciatore: «Sentirsi inutile è pesante, soprattutto per uno come me che ha sempre fatto della professionalità una ragione di vita. Rubare lo stipendio non mi è mai piaciuto. Purtroppo il mio ò stato un infortunio quasi chiamato. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Nello stesso momento in cui mi sono rotto il piede avevo tutto chiaro in testa: il gesso, la rieducazione, due mesi almeno di sosta. Ho ripreso come si fa dopo le vacanze estive. Sono sulla corda da tredici anni, un periodo di relax può farmi bene e spero si faccia sentire più avanti». Già, quando il gioco si farà duro, il duro Vialli entrerà in azione con tesori di energie da spendere. Però confessa: «Non ho invidiato i miei compagni quando li immaginavo tesi e nervosi alla vigilia della partita e io me la spassavo con la mia fidanzata. Hanno vissuto un periodo delicato con un calendario difficile di partite. Dovevamo, dovevano, dimostrare di essere da scudetto e ci sono riu¬ sciti. Adesso tutti hanno capito che siamo forti e ci temono. Un grosso vantaggio. L'anno scorso ci affrontavano con baldanza perché avevamo perso credibilità. Oggi scendono in campo con cautela». Ha di nuovo voglia di scherzare: «Capello dice che stare alla Juve è come stare dai gesuiti? Io so solo che devo catechizzare questi ragazzi perché non vadano su una brutta strada. Anche domani dovranno stare attenti. Non sarà una domenica prò Juve, perché conosco il Genoa e so che nei momenti di disgrazia diventa ancora più pericoloso. Quindi, prima di tutto cerchiamo di vincere, poi penseremo a cosa hanno fatto gli altri. Anche i due scontri diretti non promettono nulla di buono per noi. Non finiranno in parità, due vincitori ci saranno comunque. Vedo bene il Milan, a suo agio quando gioca fuori casa, tanto da annullare il fattore campo a vantaggio della Samp. Mentre Inter-Parma è difficile da decifrare». Domani sarà in tribuna per la penultima volta. Gli faranno compagnia Peruzzi, Carrera e forse anche Kohler, sempre alle prese con la contrattura alla coscia sinistra. Recupera, invece, Dino Baggio. Fabio Vergnano «Il mister ha ragione la Juve è cresciuta; il ko con il Venezia solo un infortunio» Vialli (foto grande) è atteso dal Trap (destra) a braccia aperte Sarà così anche per Sacchi (sotto)?
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