Vivi la natura sarai un supermanager di Andrea Di Robilant

In un campus sulle colline senesi si formano i nuovi «numero uno» europei In un campus sulle colline senesi si formano i nuovi «numero uno» europei Vivi la natura, sarai un supermanager SIENA DAL NOSTRO INVIATO «In che modo l'uomo è diverso dal rinoceronte? E poi siamo davvero sicuri che sia diverso dal rinoceronte?». Silenzio imbarazzato intorno al tavolo, prime timide risposte, poi la discussione si anima. «Viviamo ancora in uno stato di natura!», sentenzia un noto industriale spagnolo. «Non è vero!», ribatte un suo collega francese. Poi gli altri si buttano nella mischia. Mentre i leader europei si riuniscono a Bruxelles per tentare di rimettere insieme i cocci dell'Europa, un gruppo selezionatissimo di industriali e direttori d'azienda si è dato appuntamento in un bel borgo nelle colline senesi questo fine settimana per riflettere sul futuro della democrazia e dell'Unione Europea. Ma niente «torte nuziali» alla Andreatta, né cerchi concentrici alla Delors. Qui si parte da molto più lontano. Da quando la differenza tra uomo e rinoceronte non era del tutto chiara. «Questo è precisamente il nostro obiettivo», spiegano i dirigenti dell'Aspen Institute Italia che ha organizzato questo primo seminario per leader europei sul modello di una formula che negli Stati Uniti funziona con successo da ormai quasi mezzo secolo. «Dobbiamo strappare i decisori di oggi dal loro lavoro quotidiano per farli tornare a riflettere. Perché questi ormai non leggono più, non scrivono più». Questo seminario risponde anche a un'esigenza che Giuliano Amato, presidente dell'Aspen Italia, considera primaria: colmare il vuoto di leadership europea. «Ci vuole - dice - un linguaggio comune per una classe dirigente capace di trasformare l'Europa in una potenza leader». Per cui: ripartire dai testi classici della filosofia politica e discutere senza pudori. In inglese. L'atmosfera ricorda quella di un campus americano. Quando non sono riuniti, i «decisori» in jeans e pullover di cachemere passeggiano per i vialetti rivolgendo il pensiero ai testi sacri di Aristotele e Locke, di Hobbes e Rousseau. E dalle vecchie stalle splendi- damente ristrutturate giungono le note soavi di Boccherini («La musica è una componente importante del metodo Aspen»). Ma i partecipanti, questi «numeri due che presto diventeranno numeri uno», come assicurano quelli dell'Aspen, hanno le idee chiare e il piglio battagliero. Così, nell'ex frantoio gli aristoteliani si scatenano contro i lockiani e il moderatore, l'americano Charles van Doren, emerito filosofo fatto venire apposta da Chicago, fa del suo meglio per condurre la discussione secondo i precetti della maieutica socratica. Ma appena ci si allontana dai massimi sistemi, la discussione diventa incandescente. Come quando il povero van Doren affronta il tema degli Stati Uniti d'Europa. «Quale unione? Quali Stati? Quale Europa?». I «decisori» europei si accapigliano per ritrovare l'unità solo accusando il socratico van Doren di atteggiamento imperialista. E Giuliano Amato? Si aggira divertito per il borgo, quando non è impegnato a scrivere una lettera al repubblicano Giorgio Bogi sulla legge elettorale. E ogni tanto si affaccia alle riunioni per vedere come crescono i giovani leader di domani. E se a Bruxelles le cose non vanno per il meglio, i governanti europei possono rincuorarsi con il pensiero che qui nelle colline senesi i loro successori riflettono con accanimento sul futuro della vecchia Europa. Andrea di Robilant Giuliano Amato

Persone citate: Andreatta, Boccherini, Delors, Giorgio Bogi, Giuliano Amato, Hobbes, Locke, Rousseau