Guerra a Mogadiscio italiano ferito di E. St.

Guerra a Mogadiscio, italiano ferito SOMALIA Il comando Usa: non interverremo più negli scontri, dobbiamo proteggere i nostri uomini Guerra a Mogadiscio, italiano ferito Cooperante colpito nelle sparatorie tra i clan MOGADISCIO. Clan rivali somali si sono dati battaglia ieri a colpi di mortaio e mitragliatrici per circa un'ora nella zona meridionale di Mogadiscio. I Caschi blu non sono intervenuti. E' da lunedì che ormai, ogni giorno, gli uomini del generale Mohamed Farah Aidid, che controllano il settore Sud della capitale, e quelli del suo rivale, il presidente ad interim Ali Mahdi Mohamed, che controllano il settore Nord, si danno battaglia. Negli scontri di ieri sono rimaste uccise due persone. I combattimenti hanno avuto luogo proprio mentre al porto di Mogadiscio era appena arrivato un importante carico di armi richieste tempo fa dal comando del contingente Usa. Sempre ieri, un contabile della cooperazione italiana, Franco Oliva, è rimasto ferito ed un somalo della scorta dell'automobile sulla quale viaggiava è morto durante una sparatoria avvenuta sulla strada tra l'aeroporto e la piazza del quarto chilometro. Oliva è stato operato nell'ospedale del contingente romeno, nell'aeroporto di Mogadiscio, per fermare l'emorragia causata da un colpo di fucile che lo aveva raggiunto all'inguine. Sul posto si sono recati due mezzi blindati dei carabinieri del battaglione Tuscania ed un chirurgo della cooperazione italiana. Il segretario di Stato Usa Warren Christopher ha dichiarato in una intervista a «Usa Today» che gli Stati Uniti non interverranno più negli scontri tra fazioni «per non mettere in pericolo le proprie truppe». Christopher ha detto che Washington intende ritirare dal Corno d'Africa l'intero contingente entro la fine di marzo «con l'eccezione di un piccolo gruppo» ed ha aggiunto di «anticipare la possibilità di ritiri parziali» nei prossimi cinque mesi, ma ha messo le mani avanti: «Sarà il Pentagono a deciderlo, sulla base di considerazioni militari». Nell'intervista, Christopher ha ribadito che le truppe Usa hanno rinunciato a dare la caccia ad Aidid in quanto «il nostro ruolo attuale è di proteggere i nostri uomini e far sì che lo sforzo umanitario possa proseguire». Fonti del governo hanno precisato che in questa direzione va la scelta Usa di affidare l'inchiesta sul massacro dei Caschi blu a una commissione pan-africana: «E' un modo per accantonare la caccia ad Aidid» ha dichiarato al «Wall Street Journal» un funzionario protetto dall'anonimato. L'ultimo sondaggio del giornale rivela che per la maggioranza degli americani l'impegno in Somalia è diventato un incubo: 62 su cento temono che si trasformi in un nuovo Vietnam. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha intanto rinnovato di tre settimane il mandato della forza di pace Unosom che sarebbe scaduto a fine mese. [e. st.]

Persone citate: Aidid, Ali Mahdi Mohamed, Franco Oliva, Mohamed Farah, Warren Christopher