Medicina amara per Volkswagen di Emanuele Novazio

L'azienda annuncia: settimana di quattro giorni o taglieremo 31 mila posti L'azienda annuncia: settimana di quattro giorni o taglieremo 31 mila posti Medicina amara per Volkswagen Vendite in calo del 12,5%, il '94 sarà «cattivo» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Senza una nuova «filosofia del lavoro» che preveda l'introduzione della settimana di quattro giorni - con relativi ribassi salariali ancora da definire ma vicini al 20% - e senza altri sostanziosi ritocchi all'attuale politica del personale, la Volkswagen dovrà tagliare 31 mila posti in due anni: passare cioè dai 103 mila dipendenti previsti all'inizio del '94 (erano 125 mila l'anno scorso) a poco meno di 72 mila alla fine del '95. E' la premessa al progetto «28,8 ore», presentato ieri dal direttore del personale Peter Hartz: in sintesi, un legame meno «forte» fra lavoratori e impresa, e una «relazione salariale variabile». La prima risposta dei lavoratori è di cauta apertura: «Il progetto rappresenta un passo nella giusta direzione ed è uno sforzo verso un concetto intelligente e solidale, considerata la situazione attuale; ma niente è stato ancora negoziato con noi - ha dichiarato il responsabile dei consigli di fabbrica Klaus Volkert -. Dovremo esaminare le cifre fornite dall'azienda, ma faremo di tutto per evitare licenziamenti». La principale condizione del negoziato - sottolinea tuttavia il sindacato - è la rinuncia alla costruzione di nuovi impianti e agli investimenti negli altri stabilimenti del gruppo, quelli non in¬ teressati alla ristrutturazione. Il piano illustrato ieri prevede quattro ipotesi principali: passaggio, dal primo gennaio prossimo, alla settimana di 28,8 ore lavorative per tutti i dipendenti dei sei stabilimenti tedeschi della Volkswagen, con una riduzione del 20% rispetto alle attuali 36 ore; istituzione di «interruzioni temporanee» del lavoro per trentamila dipendenti al di sotto dei trent'anni e per il 37% dei lavoratori non sposati, in modo da consentire la partecipazione a corsi di riqualificazione; riduzione dell'orario giornaliero per i più giovani e per chi ha più di 50 anni; creazione di una società per la formazione del personale, responsabile dei «progetti di carriera individuale». Dietro questa drastica ristrutturazione, che se attuata costituirà una svolta nelle relazioni industriali in Germania, ci sono le cifre della crisi, confermate ieri dalla direzione dell'azienda di Wolfsburg. Le perdite nette del gruppo sono state di un miliardo e seicento milioni di marchi, nella prima metà di quest'anno. Le vendite sono diminuite complessivamente del 12,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso: la caduta in Germania è stata del 24,6%, nell'insieme dell'Europa occidentale del 22%. E anche il '94 sarà «un anno cattivo». Ha commentato Hartz: «E' indispensabile una profonda revi- sione: il nostro compito principale, nei prossimi anni, sarà dominare i cambiamenti strutturali. E' inevitabile ridurre i costi del personale». Soltanto nello stabilimento di Wolfsburg, dove ha sede la casa madre, senza un'intesa sarebbe necessaria una diminuzione del 41% dei posti di lavoro; senza una ristrutturazione dell'orario e una riorganizzazione del personale, sostiene l'azienda, i dipendenti scenderebbero da 36 mila a 21 : «In una città di 130 mila abitanti, e tenendo conto anche dell'indotto, licenzieremmo quasi la metà di Wolfsburg». Emanuele Novazio Piech, presidente della Volkswagen

Persone citate: Hartz, Klaus Volkert, Peter Hartz

Luoghi citati: Europa, Germania