A Bruxelles il secondo Natale d'Europa

Nascono 11 agen2ie: Milano e Torino in corsa per l'ambiente e la formazione professionale Nascono 11 agen2ie: Milano e Torino in corsa per l'ambiente e la formazione professionale A Bruxelles il secondo Natale d'Europa HIIIo I In vigore tra le polemiche il Trattato di Maastricht BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Un vortice inutile»: così il ministro degli Esteri britannico Douglas Hurd ha bollato il Consiglio europeo straordinario che si riunisce oggi a Bruxelles. Ma il suo giudizio potrebbe rivelarsi affrettato. Al di là dell'agenda, pur ricca di spunti, al di là della timida celebrazione per l'entrata in vigore del Trattato di Maastricht sull'Unione Europea, al di là infine degli europessimismi, sparsi a manciate negli ultimi mesi da crisi monetarie, economiche e jugoslave, dietro le quinte negoziali i capi di Stato e di governo dei Dodici troveranno ad aspettarli tutti i nodi da sciogliere per far marciare ancora il carro dell'Europa. E niente può essere escluso, né scontri, né nuove iniziative. Ratificato con dieci mesi di ritardo, il Trattato di Maastricht entra finalmente in vigore fra tre giorni. Ora, come ha scritto il presidente di turno della Cee, il belga Jean-Luc Dehane, si tratta di «manifestare la volontà dei Dodici di procedere al rilancio della costruzione europea». Bisogna far partire la «seconda fase» dell'Unione economica e monetaria, c'è da decidere la sede dell'Istituto monetario europeo, embrione della prossima Banca centrale della Cee, e bisogna assegnare altre dieci nuove istituzioni comunitarie (Milano e Torino sono ancora in corsa per le Agenzie sull'ambiente e la formazione dei tecnocrati dell'Est). Vanno definiti i campi d'azione della politica estera comune, affrontati i problemi dell'adesione di Svezia, Austria, Finlandia e Norvegia, affrontata la piaga della recessione economica. Ma quello che potrebbe delincarsi è una spaccatura tra duo concezioni dell'Europa. Quella liberista, decentralizzata, diluita, alla britannica, e quella più ambiziosa, politicamente forte, socialmente solidale, economicamente aggressiva, come la vogliono Francia, Germania e Italia. Proprio ieri il cancelliere tedesco Helmut Kohl ed il presidente francese Mitterrand hanno annunciato un piano di convergenza economica tra i due Paesi che costituiscono, da sempre, l'asse dell'Europa. Nel giro di due anni si terranno le elezioni presidenziali in Francia e quelle politiche in Germania: Kohl e Mitterrand sanno di dover lasciare il posto di comando. Armonizzando le proprie economie, costituendo così il vero «nocciolo duro» dell'Unione, i due uomini di Stato che più d'ogni altro hanno creduto in Maastricht, sperano allora di lasciare in eredità ai propri successori una Comunità più forte, e più omogenea. Ma i due hanno lanciato anche un'altra proposta, che a Bruxelles ha sollevato una nuvola di perplessità: i ministri degli Affari europei dei Dodici dovrebbero riunirsi ogni due settimane per controllare e dirigere i lavori della Commissione europea. Kohl e Mitterrand hanno fatto riferimento soprattutto alla politica estera della Cco, che dovrebbe concentrarsi su Medio Oriente, Jugoslavia, sicurezza europea e Russia. Ma i contorni della proposta sono vaghi, ed il premier francese Eduard Balla- dur, certo attento alle orecchie della destra, ha rincarato la dose, esprimendo la volontà di imporre una vera e propria tutela sulla Commissione, organo finora indipendente. E' un ritorno in grande stile degli Stati-nazione, che Jacques Delors, presidente della Commissione, non può certo approvare. Eppure è forse il solo modo per far marciare una Comunità squassata in meno di un anno da sospetti ed incertezze. Ma nel quadro del vertice va registrato anche un ritorno all'iniziativa dell'Italia. Nel suo recente «giro» europeo infatti, Ciampi ha lanciato l'idea di un «aggiustamento» delle istituzioni comunitarie, e di uno «sfrondamento e rafforzamento» del Trattato di Maastricht. L'obiettivo dichiarato è evitare che l'ingresso nella Comunità dei quattro nuovi soci provochi una paralisi decisionale, con conseguente inevitabile indebolimento delle ambizioni politiche di grande potenza. E infine c'è l'economia. Delors, infuriato per le orecchie da mercante che i ministri economici e finanziari dei Dodici gli hanno rivolto pochi giorni fa a Lussemburgo, è fermamente intenzionato a riproporre un rilancio dell'iniziativa di crescita. L'Inghilterra, prevedibilmente, non ne vuole sapere, ma anche la Germania nicchia. E' Mitterrand che invece, ancora una volta, ha rilanciato la posta, proponendo addirittura un mega-prestito europeo di 100 miliardi di Ecu: 185 mila miliardi di lire per l'assetata terra dell'economia comunitaria. [f. sq.] ^^wHHIimiHHHHHHIIIo I ISTITUTO MONETARIO EUROPEO. E'IL NUCLEO DELLA FUTURA BANCA EUROPEA. DOVREBBE APRIRE NEL '94. FRANCOFORTE, LONDRA, AMSTERDAM, E LUSSEMBURGO SONO IN LIZZA, MA E1 QUASI CERTO CHE L'ISTITUTO SARA' ASSEGNATO ALLA GERMANIA. POSSIBILI SEDI: FRANCOFORTE, MAINZ, WIESBADEN 0 BONN. OSSERVATORIO EUROPEO PER I FARMACI. FINO A POCO TEMPO FA LONDRA ERA DATA PER CERTA COME SEDE DI QUESTA ISTITUZIONE, MA ORA E' EMERSALA CANDIDATURA DI LISBONA. AGENZIA PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO. DOVREBBE ESSERE ASSEGNATA ALL'IRLANDA, CHE OSPITA GIÀ'LA FONDAZIONE EUROPEA PER LE CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO. UFFICIO COMUNITARIO PER LE VARIETÀ1 DI PIANTE. STABILIRÀ' A LIVELLO CEE UNA SPECIE DI DIRITTO D'AUTORE PER LE NUOVE VARIETÀ' DI PIANTE. POSSIBILI SEDI: CAMBRIDGE, L'AIA E LA GRECIA AGENZIA EUROPEA DI VALUTAZIONE MEDICA COORDINERÀ' LA REGISTRAZIONE DEI MEDICINALI NELLA CEE, APPIANERÀ' LE DISPUTE TRA LE CASE FARMACEUTICHE E AUTORIZZERÀ' LE NUOVE BIOTECNOLOGIE. POSSIBILI SEDI: LONDRA, BARCELLONA, DUBLINO E LISBONA AGENZIA EUROPEA DELL'AMBIENTE. CENTRO DI RACCOLTA DATI E DI ELABORAZIONE POLITICA SULL'AMBIENTE, L'AGENZIA ERA FINO A POCO FA IN CIMA Al DESIDERI ITALIANI. POSSIBILI SEDI: COPENAGHEN, MILANO E MADRID EUROPOL. E' L'EMBRIONE DELLA FUTURA "POLIZIA EUROPEA". COORDINERÀ' LA LOTTA AL NARCOTRAFFICO E, IN SEGUITO, ALLA CRIMINALITÀ' ORGANIZZATA. POSSIBILI SEDI: MILANO E L'AIA. UFFICIO DI REGISTRAZIONE DEI MARCHI. GRAZIE AD ESSO LE AZIENDE POTRANNO REGISTRARE I PROPRI MARCHI IN UN SOLO PAESE, CERTE DI ESSERE PROTETTE IN TUTTA LA CEE. POSSIBILI SEDI: MADRID, LUSSEMBURGO E GRECIA.