Dietrofront tornano le 85 mila di Stefano Lepri

La tassa sul medico è ormai una farsa. E sulla Finanziaria si rischia l'esercizio provvisorio La tassa sul medico è ormai una farsa. E sulla Finanziaria si rischia l'esercizio provvisorio Dietrofront, tornano le 85 mila La Camera ci ripensa. Oggi la minimum tax ROMA. Bocciata la bocciatura, le 85.000 lire tornano. Ricomparsi i deputati assenti, la commissione Affari sociali della Camera ha rinnegato ieri mattina il voto del giorno prima contro la tassa per il medico generico. Tecnicamente, ha espresso parere contrario al testo da essa stessa approvato. La sempre più bizzarra vicenda non è finita qui, poiché i partiti favorevoli all'abolizione torneranno all'attacco quando il provvedimento andrà in aula. Frattanto, resta il termine ultimo del 2 novembre, martedì prossimo per tutti coloro che ancora non hanno pagato. Molti ritengono inevitabile una ulteriore proroga. Sull'intera manovra economica restano difficili i rapporti tra il governo e la maggioranza dai contorni imprecisi che lo sorregge. L'unica questione che sembra destinata a risolversi è la riforma della minimum tax: il Senato voterà oggi la fiducia al governo su un testo identico a quello della Camera, trasformandolo così in legge. In questo caso, l'astensione del pds è certa e metterà Carlo Azeglio Ciampi al sicuro da ogni sorpresa. Ma sulle pensioni la rivolta in casa de continua; e sulla legge finanziaria '94, tra assenze, impennate, capricci e giravolte, una larga fetta del Parlamento sembra giocare soprattutto il gioco del rinvio. Allungare quanto più possibile i tempi della legge finanziaria sarebbe parte del gran tentativo di prolungare l'attuale legislatura e arrivare il più tardi possibile alle elezioni. Nel caso della legge finanziaria, qualora non si facesse in tempo per il 31 dicembre, il rischio è l'esercizio provvisorio del bilancio. A lanciare l'allarme è stato il pds, che invece vuole votare presto: «Alla conferenza dei capigruppo del Senato - sostiene Giuseppe Chiarante, presidente dei senatori pidiessini - tranne noi nessuno si è mostrato preoccupato che i tempi della sessione di bilancio possano allungarsi oltre il termine del 10 novembre». «Strategia del ritardo» è l'accusa rivolta verso, soprattutto, i de e i socialisti. «Siamo sul filo del calendario e il rischio c'è - ammette il presidente della commissione Finanze, Francesco Forte - ma l'esercizio provvisorio non sarebbe un dramma». Siccome l'esercizio provvisorio costringe lo Stato a non spendere ogni mese più di un dodicesimo di quanto ha speso l'anno prima, in passato è servito paradossalmente ad aiutare il contenimento del deficit: è questo il ragionamento di Forte. Secondo alcuni tecnici ministeriali però la cosa non sarebbe più vera questa volta, con una legge finanziaria fatta quasi solo di tagli alle spese. Nel respingere l'accusa del pds («siamo impegnati ad ottenere l'approvazione della legge finanziaria in tempo utile»), i senatori de Franco Mazzola e Learco Sapo¬ rito confermano però il contenzioso tra il gruppo democristiano e il governo. Rimane la richiesta di inserire nella legge finanziaria entrambi i ritocchi alle pensioni che, per ragioni di copertura finanziaria, il governo considera alternativi. Ieri non si è registrato alcun avvicinamento, né nella breve visita a Palazzo Madama che il ministro del Tesoro Piero Barucci ha compiuto all'ora di pranzo, né in una telefonata tra il presidente della commissione Bilancio Lucio Abis (de) e il presidente Carlo Azeglio Ciampi. In una prima fase la commissione Bilancio aveva votato 5-7000 lire in più al mese ai pensionati con meno di un milione, che sono numerosissimi. Poi, con un voltafaccia, si sono promesse circa 30.000 lire al mese a un milione e mezzo di pensionati «d'annata» (sfavoriti rispetto ad altri a causa delle norme in vigore nell'anno di pensionamento). Ora, per evitare rancori, il gruppo de del Senato pur dando priorità all'«annata» vuole trovare qualcosa anche per i pensionati con meno di un milione al mese, magari per il secondo semestre. Mercoledì, alla ripresa delle votazioni, la partita sarà difficile. La copertura di bilancio riproposta anche ieri sera da Abis (aumentare la previsione di risparmio con la rinegoziazione degli appalti pubblici) è giudicata inaccettabile, fantasiosa, dai ministri finanziari. Non a caso proprio ieri il ragioniere generale dello Stato, Andrea Monorchio, ha ammonito che per garantire l'equilibrio futuro del sistema pensionistico saranno necessari altri tagli: «Quello che non è stato fatto nella finanziaria '94, secondo il volere dei sindacati, dovrà essere fatto nella finanziaria '95, in una situazione di maggior degrado. Il nostro è ancora il sistema più privilegiato d'Europa, forse del mondo. In Francia la pensione obbligatoria è al 50% del salario, non l'80%». Stefano Lepri Carlo Azeglio Ciampi

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