I parlamentari perdono lo «scudo»

Cambiata la Costituzione: per le indagini dei magistrati non serve più l'autorizzazione Cambiata la Costituzione: per le indagini dei magistrati non serve più l'autorizzazione I parlamentari perdono lo «scudo» Approvata dalle Camere la riforma dell'immunità ROMA. I giudici potranno indagare sui parlamentari senza più dover superare lo sbarramento dell'immunità. Il Senato ha votato ieri la riforma dell'articolo 68 della Costituzione, che era stata già approvata dalla Camera, e la nuova normativa è diventata legge. Non ci sarà nemmeno bisogno di attendere tre mesi per far entrare in vigore la modifica costituzionale perché i 224 voti favorevoli hanno ampiamente superato il quorum dei due terzi dell'assemblea richiesto per rendere immediatamente operativa la riforma. L'autorizza-; zione a procedere - meccanismo! che le cronache di Tangentopoli! hanno reso ormai familiare - sarai limitata alle perquisizioni, alle intercettazioni e all'arresto. A favore della riforma hanno votato i senatori di tutti i partiti, ad eccezione dei sette liberali che non erano soddisfatti della formulazione dei nuovo articolo 68. Nessun voto contrario: un plebiscito, insomma. Adesso le inchieste giudiziarie che coinvolgono i parlamentari - tra deputati e senatori gli inquisiti sono oltre 200 - riceveranno un colpo d'acceleratore. Ma è subito nato un problema d'interpretazione. I giudici potranno indagare anche sui parlamentari che Camera e Senato hanno già «salvato» negando l'autorizzazione a procedere? Ultimi casi clamorosi, quelli di Franco Reviglio e di Carlo Bernini che, proprio ieri, a poche ore dal voto sulla riforma dell'immunità, hanno ottenuto dall'aula di Palazzo Madama il blocco delle inchieste giudiziarie. Ma i casi di autorizzazioni negate sono tanti. Sulla linea dell'estensione della nuova legge a tutti gli inquisiti si sono già schierate molte voci autorevoli. Il ministro per le riforme, Leopoldo Elia, ex presidente della Corte Costituzionale, ha detto che quella approvata è una norma di «carattere processuale che ha efficacia immediata sia sulle decisioni passate che su quelle in corso». Le concessioni e i dinieghi fin qui pronunciati dal Parlamento, ha detto ancora Elia, «sono stati azzerati e la magistratura potrà procedere confermando le istruttorie già aperte e avviando in piena autonomia quelle un tempo bloccate». Il ministro ha voluto fare anche un esempio. «Penso che il diniego del¬ la Camera su una parte delle autorizzazioni a procedere per Bettino Craxi sia stato annullato da questa nuova norma: quindi i giudici potranno procedere nei confronti dell'ex segretario psi». Anche Giovanni Pellegrino, presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato, è convinto che si tratta di un problema «soltanto processuale» e che i dinieghi opposti finora dal Parlamento a molte autorizzazioni sono ormai «travolti» dalla riforma dell'immunità. Pellegrino, senatore pds, ha annunciato che tutte le richieste di autorizzazione a procedere giacenti nel suo ufficio saranno rispedite ai magistrati. Pellegrino, tuttavia, ha ammesso che ci so¬ no «voci discordi», che la tesi della generale applicazione della nuova norma «non è accettata da tutti». E che la Corte Costituzionale potrebbe avere l'ultima parola. Anche il ministro per i rapporti con il Parlamento, Paolo Barile, è convinto che i magistrati potranno agire adesso in piena autonomia e potranno inviare avvisi di garanzia ai parlamentari inquisiti. «E' un problema di carattere giuridico-processuale», ha detto Paolo Barile che è uno dei maggiori esperti di diritto costituzionale. Del resto, nelle più importanti inchieste di Tangentopoli sono state inviate diverse autorizzazioni a procedere per gli stessi parlamentari ogni volta che emergevano nuovi elementi di prova o di sospetto. E' la dimostrazione pratica che altri avvisi di garanzia potranno partire per tutti i personaggi che figurano nelle inchieste già aperte: anche per quelli che erano stati «salvati» da Camera e Senato. Secondo questa teoria - che il ministro Barile ha definito «più lineare» - non ci sarà alcuna differenza tra il senatore de Severino Citaristi, che ieri si è visto concedere quattro autorizzazioni a procedere, e il senatore de Carlo Bernini che è riuscito ad ottenere il voto contrario dell'aula. Ma è probabile che gli avvocati dei vari inquisiti avranno buoni argomenti per i loro ricorsi. Polemiche a parte, i presidenti del Senato e della Camera hanno voluto insistere sul valore politico della riforma votata ieri. Giovanni Spadolini ha detto che «questa legislatura ha acquisito grandi meriti e fra essi spicca la riforma costituzionale, coronamento di una lunga battaglia seguita con ansia dall'opinione pubblica» e che «il Senato ha smentito tutte le voci interessate alla confusione e al discredito istituzionale». Giorgio Napolitano ha parlato di «rasserenamento nei rapporti tra Parlamento e magistratura». Enrico Singer «Alle accuse un galantuomo non può mai fare il callo» «De Mita e Forlani mi hanno confortato? Sì, perché le parole non costano niente» IMMUNITÀ' PARLAMENTARE IERI OGGI ■ I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse o dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni ■ Senza autorizzazione nessun parlamentare poteva essere sottoposto a procedimento penale ■ Senza autorizzazione nessun parlamentare poteva essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare ■ Le intercettazioni e il sequestro di corrispondenza non erano regolamentati ■ L'autorizzazione non era necessaria se il parlamentare era colto nell'atto di commettere un reato per il quale era obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura. L'autorizzazione era richiesta per trarre in arresto un parlamentare in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile ■ Non serve più l'autorizzazione della Camera perché un parlamentare sia sottoposto a procedimento penale ■ Senza autorizzazione nessun parlamentare può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale o mantenuto in detenzione ■ Senza autorizzazioni non sono possibili intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni, e sequestro di corrispondenza ■ L'autorizzazione non serve in caso di esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna o nel caso in cui il parlamentare sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza d n è e a , o e a e i A o , e n a i e «Alle accuse un gnon può mai far«De Mita e Forlaconfortato? Sì, pparole non costa Severino Citaristi. Sopra, il ministro Leopoldo Elia Sotto, il presidente del Senato Giovanni Spadolini

Luoghi citati: Barile, Roma