Stadi torinesi fumata nera di Giorgio Viberti

Calcio Primavera, pari della Juve in casa con l'Empoli Chi potrà salvare gli impianti? Stadi torinesi fumata nera Dal summit di ieri al Delle Alpi su «Proposte per lo sviluppo dello sport», pareva dovessero emergere nuovi e ambiziosi progetti sugli impianti torinesi. Invece una desolante fumata nera: è stata per lo più sottolineata la disponibilità dei convenuti a perseguire gli stessi obiettivi (erano presenti rappresentanti di Comune, Regione, Coni, enti di promozione, società sportive, Pubbligest, ecc.), senza tuttavia il supporto di programmi concreti. Come dire: «Vogliamo far causa comune», ma intanto gli impianti cadono a pezzi. Sulle ali dell'entusiasmo per la nuova e benaugurante sinergia tra Comune e Regione, sono state catalogate le principali ipotesi di intervento rese possibili dai mutui del Credito Sportivo (già disponibili 5 miliardi relativi al '92, cui dovrebbero aggiungersene altri 10 per il '93, tutti al tasso di interesse del 4% e della durata di 10 anni). Poi però sono anche emerse le dolenti note. Ha cominciato l'assessore regionale Daniele Cantore, che dopo un'attenta disamina degli impianti cittadini ha aggiunto che venerdì rassegnerà le dimissioni insieme con la giunta e resterà in carica solo per l'ordinaria amministrazione. Dopo di lui il delegato regionale del Coni, Alberto Ferrerò, non ha saputo nascondere la delusione per la mancata partecipazione della Juventus al programma di recupero del vecchio Stadio Comunale. La ristrutturazione del¬ l'impianto richiede 20-30 miliardi: il Coni puntava sul credito sportivo, sull'appoggio del Comune e molto sulla società bianconera, che tuttavia pare dubbiosa e chiede tempo in attesa di definire la strategia del gruppo Fiat nel settore (la Sisport sta meditando tagli in tutte le discipline in cui è impegnata: nuoto, atletica, canottaggio e lotta). Una boccata di ossigeno potrebbe arrivare con i 10 miliardi destinati al Comune dalla legge 65 dell'87 sui Mondiali di calcio di Italia '90: il governo li aveva congelati, ma un decreto ministeriale - già pronto - dovrebbe renderli disponibili a breve scadenza. Secondo il progetto di utilizzo, presentato a suo tempo, riguarderanno però interventi su Motovelodromo, Palaghiacchio, Palavela e piscina coperta di corso Galileo Ferraris. Nessun cenno invece al Comunale. Un'ultima ipotesi di recupero del vecchio stadio potrebbe coinvolgere la Pubbligest, società che gestisce (con ottimi risultati) il Delle Alpi. «Siamo disponibili ad allargare il nostro intervento ad altri impianti», ha detto l'ingegner Brasso, presidente della Pubbligest. «La cosa ci interessa» hanno risposto Cantore e l'assessore comunale Baffert. Trovato chi è disposto a gestire gli impianti, resta da individuare chi saprà rimetterli in piedi. Tutto ancora da definire, infine, anche per il Filadelfia. Giorgio Viberti

Persone citate: Alberto Ferrerò, Baffert, Brasso, Cantore, Daniele Cantore

Luoghi citati: Filadelfia, Italia