Certi vizietti non si scordano di Michele Fenu

Tra crisi e paure non emergono idee originali fra le Case giapponesi SALOKE DS TOKYO Tra crisi e paure non emergono idee originali fra le Case giapponesi Certi vizietti non si scordano II Toyota Mega Cruiser copia l'Hummer TOKYO. Si iascia il Salone di Tokyo un po' sconcertati. Tutto qui?, verrebbe da domandarsi, non tanto per la mancanza di novità e di concept-cars - che, anzi, si offrono in abbondanza nei padiglioni del Nippon Convention Center -, quanto per la scarsità di idee nuove. Al punto che riaffiora la vecchia abitudine tutta nipponica della scopiazzatura d'autore. Le linee-guida del Motor Show non sono certo innovative. Da una parte le vetture di piccole dimensioni, dall'altra la sfida all'inquinamento. Ma le miniautomobili sono sempre state una prerogativa del Giappone, insieme con l'Italia (seppure per ragioni differenti). Negli anni scorsi le vendite delle «piccole» sono progressivamente diminuite a favore dei modelli di tipo medio, naturale conseguenza della crescita del Paese e dei consumatori locali. Adesso, con le preoccupazioni economiche e i problemi di circolazione e parcheggio, queste auto stanno ritrovando un nuovo successo. Ve ne sono tante, ma l'industria giapponese non ritiene opportuno esportarle: troppo alti i costi di produzione e di spedizione (1000-1500 dollari a esemplare) per giustificarne l'invio in Europa. La vera novità, semmai, è stata l'invasione, prima degli Usa e ora dei Paesi Cee, di auto di grandi dimensioni, ammiraglie capaci di competere con Case come la Mercedes, la Bmw, l'Audi. A parte che il concetto di «piccolo» può essere differente da Paese a Paese. Per gli americani, ad esempio, una vettura di tale tipo è ben diversa da quelle europee o nipponiche. Tanto per citarne una, ò considerata piccola una Chrysler Neon, che da noi è invece ritenuta un modello di medie dimensioni. E l'ecologia? Il verde, l'azzurro, l'aria e i fiumi puliti, un buon rapporto tra uomo e ambiente sono stati il leit-motiv della rassegna. Per non parlare del riciclaggio, che i giapponesi sembrano aver inventato loro, oppure dei temi legati alla sicurezza. C'è la sensazione che in questi campi l'industria del Sol Levan¬ te sia stata presa in contropiede da europei e americani e stia cercando di riguadagnare il terreno perduto. Senza contare il peso delle tendenze della clientela interna: la qualità delle macchine va bene, eccome, ma quella della vita potrebbe decisamente migliorare. Ecco, allora, la fioritura delle concept-cars che offrono soluzioni alternative e cercano di proporre motori e carburanti differenti da quelli tradizionali, come l'idrogeno. Ma si parla di un futuro ancora lontano oppure di scelte, come quella della trazione elettrica, che prima di affermarsi devono superare numerosi difficili problemi. Non risolti dai costruttori americani ed europei, ma - almeno per ora - neppure dai giapponesi, a partire da quello delle batterie. Resta, girando il Motor Show, la conferma che il meglio dell'industria giapponese rimane la capacità di costruire vetture impeccabili, pur se, qua e là, si nota qualche sbavatura (il layout dei vani motore e dei bagagliai, la pesantezza di gusto di certi interni) e se affiora la sensazione che i progressi siano giunti a un punto fermo. Più di tanto non si può fare. Ma i processi gestionali hanno fatto scuola e ora sono reinterpretati dai costruttori americani ed europei. Il che non stupisce, in un mondo che è diventato un villaggio globale. Stupisce, invece, che i giapponesi - come si accennava - si abbandonino ancora all'arte dell'imitazione di questo o quel modello. Il passato, che le Case del Sol Levante ricordano con orgoglio presentando il fior fiore di oltre 40 anni di storia, ha molti esempi in materia. Ma uno è freschissimo: la Toyota, il gigante del gruppo, propone un fuoristrada formidabile, il Mega Cruiser. Una meraviglia, peccato che sia la copia conforme (magari anche più rifinita e raffinata) del celebre Hummer americano della Guerra del Golfo. Chissà perché una Toyota deve varare un'operazione del genere? Ma, forse, certi vizietti non si scordano mai. Michele Fenu La Toyota ha proposto al Salone di Tokyo il Mega Cruiser enorme fuoristrada che imita l'Hummer (foto piccola) adoperato dall'esercito americano nella Guerra del Golfo

Persone citate: Mega

Luoghi citati: Europa, Giappone, Italia, Tokyo, Usa