1100 anni di Pininfarina

Domani al Museo dell'Auto di Torino si celebra il grande carrozziere nato nel 1893 Domani al Museo dell'Auto di Torino si celebra il grande carrozziere nato nel 1893 1100 anni di Pininfarina Con lui si formò lo stile italiano TORINO. Domani, al Museo dell'Automobile, per iniziativa dell'Associazione italiana per la storia dell'auto viene ricordato il centenario della nascita di Battista Pininfarina, l'indiscusso maestro dello stile della carrozzeria scomparso nel 1966. E' l'occasione per rievocare opere, idee, successi di un personaggio che per oltre tre decenni si è identificato con l'evoluzione della linea attraverso un contributo inesauribile di creatività. Nato il 2 novembre 1893 a Cortanze d'Asti, penultimo di undici figli, il giovane «Pinin» Farina (il patronimico Pininfarina verrà nel 1961 per decreto del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi) comincia a imparare il mestiere sotto il fratello maggiore Giovanni, fondatore nel 1906 degli Stabilimenti Farina. In questo ambiente di lavoro si fa conoscere e apprezzare per vivacità di ingegno e spirito di iniziativa, tanto da indurre uno dei maggiori clienti dell'azienda, Vincenzo Lancia, a spingerlo verso un'attività propria, anche con un consistente aiuto finanziario. E così, nel 1930 nasce la «S.A. Carrozzeria Pinin Farina» con officina in corso Trapani 107, nel Borgo San Paolo, uno dei poli dell'industria automobilistica torinese. Pinin non era un designer o stilista come lo si intende oggi; e anche con il disegno aveva scarsa dimestichezza. Ma con gusto sicuro guidava disegnatori e bozzettisti a creare le linee, la forma, la volumetria volute. Successivamente, sul mascherone di legno in scala naturale preparato da abili falegnami, e quando sullo stesso veniva calzata la lamiera preventivamente sagomata dai battilastra, indicava le modifiche opportune. In¬ contentabile, talvolta faceva distruggere tutto per ricominciare daccapo. E si occupava di ogni dettaglio, dal disegno dei sedili a quello della plancia, dalla qualità e colori dei tessuti o della pelle alle cromature. Fin dagli esordi il nome Pinin Farina si impone all'attenzione della critica per la freschezza d'ispirazione e per la ricerca del nuovo, come il radiatore e il parabrezza inclinati, i parafanghi allungati e flangiati... Quando si comincia a parlare di forme aerodinamiche, a metà degli Anni 30, Pinin è subito all'avanguardia. E' esemplare di quel periodo la profilatissima berlinetta Lancia Aprilia con parabrezza cilindrico e lunga coda rastremata: pura intuizione, la galleria del vento era sconosciuta. Altri pezzi classici di anteguerra sono il cabriolet Lancia Astura tipo Bocca (tra l'altro, con il mantice manovrabile elettricamente), lo spider sportivo Alfa Romeo 8C 2900 sul quale appare per la prima volta la fusione dei parafanghi con il corpo principale. Intanto la Carrozzeria Pinin Farina, per far fronte alla crescente domanda si va pian piano trasformando dall'originale struttura prettamente artigiana a una dimensione semi-industriale, per la produzione su linee di assemblaggio. Dopo il conflitto mondiale l'attività di Pinin rifiorisce. Produce in serie per la Lancia la berlina Aprilia «Bilux», e nasce uno dei suoi capolavori: quella che è considerata la capostipite di una nuova generazione di automobili, cioè la berlinetta Cisitalia, esposta nel Museum of Modem Art di New York e definita «esempio di scultura in movimento». All'inizio del decennio 1950 la Carrozzeria torinese produce per l'americana Nash il coupé e il cabriolet Nash-Healey, iniziando così a collaborare con Case costruttrici anche estere per produzioni in serie di modelli Pinin Farina: la Lancia con il coupé B20 e il cabriolet B24, l'Alfa Romeo con la Giulietta spider, la Peugeot con la berlina 403 (un legame mai interrotto). E poi lo storico «matrimonio» con la Ferrari (1952). Un elenco lunghissimo di modelli, con frequenti incursioni nel mondo dello sport (Lancia, Ferrari, Abarth). E a ogni Salone, nuove proposte di stile, prototipi, forme sperimentali. Battista Pininfarina ha lasciato ai figli la responsabilità dell'azienda, che è diventata una grande industria senza tralasciare il ruolo originario di creatrice di stile: lo stile, la «linea Pininfarina». In questi giorni le si ricorda per la sua opera, ma senza dimenticarne la silenziosa generosità verso il prossimo. Ferruccio Bernabò La Cisitalia è una delle più belle auto create da Battista Pininfarina (a destra) Lo stile Pininfarina nella Lancia Astura Tipo Bocca e nella Ferrari 250 swb (sotto)

Luoghi citati: Aprilia, Cortanze D'asti, New York, Torino