La beffa della lotteria d'Europa
14 Alessandria, perde 150 milioni perché il numero del biglietto era sbagliato La beffa della lotteria d'Europa L'errore di trascrizione della serie scoperto 2 giorni dopo I tagliandi venduti nelle ricevitorie di due paesi vicini ALESSANDRIA DAL NOSTRO INVIATO Questa è la storia di un milionario per un giorno, della fortuna che - complice un errore di trascrizione - prima bacia e poi respinge. E si tuffa, definitivamente, nelle braccia di un altro, seminando gioie e dolori, minacce di querele. La beffa della lotteria europea, abbinata alla Maratona d'Italia, ha scelto due paesi della pianura di Alessandria, legati da una strada di cinque chilometri che corre tra campi e case basse. Domenica sera: i telegiornali diffondono l'elenco dei biglietti vincitori. Tra questi c'è il biglietto serie AZ 80954. E' stato venduto nella ricevitoria di Orietta Benso, 23 anni, di Silvano d'Orba, dieci chilometri da Ovada. La conferma arriva dalla lettura dei giornali del giorno dopo. La fortuna - e i 150 milioni - ha baciato probabilmente uno dei mille ottocento abitanti. Euforia, caccia al nuovo milionario. Due giorni dopo la smentita. C'è stato un errore di trascrizione, il numero giusto non è quello. La sigla è identica, non le due ultime cifre: 64 e non 54. La delusione di Silvano d'Orba si trasforma in gioia per Castelletto, il paese dove è stato venduto il biglietto fjiusto. Nella tabaccheria di Franco Dolcino, in cima ad una strada ripida che poita verso la chiesa, hanno festeggiato a lungo. Dolcino dice: «Mi spiace per la collega di Silvano d'Orba. Ma nel gioco siamo stati più fortunati noi. Ho saputo dell'errore grazie ad una telefonata della direzione del Monopolio di Ovada. L'Ansa - mi è stato detto - aveva sbagliato a trascrivere il numero. Chi ha vinto? Al settanta por cento ò un mio concittadino. Ma non chiedetemi chi e, perché proprio non lo so». Poi avanza un dubbio: «Sempre che quel biglietto non sia stato stracciato. Magari il possessore ha letto i giornali con il numero sbagliato. E ha buttato via centocinquanta milioni». Cinque chilometri dopo ecco Silvano d'Orba. Quasi al fondo della strada che porta ad Ovada la ricevitoria di Orietta Benso. C'è rabbia negli occhi della ragazza, c'è sarcasmo nelle parole che scandisce in un pomeriggio di sole e di prime nebbie. «E' una beffa inconcepibile. Adesso non ci si può fidare - dice - neppure più delle lotterie. Ho pensato anche di rivolgermi ad un avvocato: a me spettavano seicentomila lire di premio per aver venduto il biglietto. Però per avere quella somma spenderei certo di più». Orietta Benso racconta la sua storia: «Lunedì ho saputo che nella mia tabaccheria era stato venduto il biglietto da 150 milioni. Ho telefonato ad Alessandria, all'ufficio dell'Intendenza di Finanza. Volevo sapere come riscuotere le seicentomila lire. Mi hanno spiegato che avrei dovuto fare una domanda, allegando una buona quantità di documenti e marche da bollo. Contemporaneamente in paese si è scatenata la caccia al fortunato». Poi aggiunge, divertita: «Adesso dicono che quel biglietto delle beffe ce l'abbia io. Ma non è vero. Giuro: io ho tenuto per me il biglietto che finisce con il 3, quindi quello precedente. Per fortuna. Altrimenti davvero andrei da un avvocato: qualcuno deve pagarmi i danni». Già, l'errore. Orietta Benso lo scopre martedì pomeriggio. Ritelefona ad Alessandria. Una voce gentile le spiega che il bigliet- to venduto da lei non è quello buono, che qualcuno ha sbagliato a trascrivere i numeri. Addio alla gloria e ai soldi. «Mi sembra inconcepibile che accadano queste cose. Immagini la delusione di chi per un giorno ha creduto di aver vinto centocinquanta milioni e poi ha scoperto che era soltanto un'ignobile beffa». In paese ieri pomeriggio circolavano un nome e un indirizzo. «Il mancato vincitore - diceva il tam tam delle voci - è l'allenatore di una squadra di calcio dilettanti». Rapida corsa verso il condominio dove abita il re della sfortuna. Sguardi increduli, sorrisi. Poi la smentita ufficiale: «Non sono io, l'ultimo biglietto che ho acquistato è quello della lotteria di Merano. E mi ritengo fortunato: pensi a questi giorni, passare dall'euforia al dramma». Luigi Stigliano «Adesso il rischio è che il vero vincitore abbia distrutto quella matrice pensando che non fosse quella giusta» Orietta Benso, titolare della ricevitoria dove è stato venduto il biglietto «sfortunato»
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