Handicappato non vuol dire truffatore; Occhetto la dc la disfatta

Handicappato non vuol dire truffatore; Occhetto, la de, la disfatta Handicappato non vuol dire truffatore; Occhetto, la de, la disfatta LETTERE AL GIORNALE La Finanziaria e gli invalidi La Legge Finanziaria si propone di colpire duramente i diritti dei portatori di handicap (invalidi civili, ciechi, sordomuti) sulla base del pregiudizio che in Italia vi sono troppi invalidi. Si può concordare con la necessità di rigorose garanzie per evitare che «falsi invalidi» fruiscano di prestazioni economiche, ma non si può accettare che nei confronti di tutti i disabili si propongano norme che ricordano le leggi contro l'accattonaggio e che ledono i diritti costituzionali. In termini di politica di bilancio la Finanziaria dispone la sospensione per due anni della perequazione automatica delle pensioni assistenziali erogate agli handicappati. Si tratta di una norma discutibile, iniqua per la sua specificità, incomprensibile poiché il risparmio a regime sarà di 200 miliardi. Del tutto ingiustificabili, illegittime e umilianti sono le disposizioni che la Finanziaria prevede in un ambito di verifica burocratica e amministrativa della permanenza dei requisiti per gli assegni, le pensioni e le indennità. Per tutti gli handicappati si richiede e si stabilisce: - una autocertificazione in cui l'interessato dichiara che si trova nella condizione di invalidità e di reddito che consentono la fruizione dell'assistenza; - la dichiarazione di responsabilità, che va fatta di fronte a un pubblico ufficiale, deve essere controfirmata da un medico (come se tutti gli handicappati fossero incapaci o interdetti); - la mancata presentazione di questa dichiarazione comporta la revoca dei benefici; - una apposita direzione del ministero del Tesoro procederà, nel corso del '94, a verifiche programmate, da effettuare anche senza preavviso nelle zone dove vi è più alta densità di pensionati: una previsione da Stato poliziesco e un'intrusione nei diritti soggettivi delle persone; - tutti coloro che hanno presentato domanda di visita per il riconoscimento dell'invalidità (che richiede in media due anni di attesa) devono rinnovare la domanda entro 90 giorni e in caso contrario vengono cancellati (questa norma costituirebbe il blocco per circa 18 mesi delle visite medico-legali). Per le varie forme di assistenza economica agli invalidi civili lo Stato spende circa 12 mila miliardi riferiti a 1.) 00.000 beneficiari; il gruppo numericamente maggiore (750.000) è costituito da persone «con inabilità totale e non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita», quindi non si può presumere che siano «falsi invalidi». In questo gruppo sono stati indebitamente inseriti gli anziani gravemente infermi per le patologie dell'invecchiamento: gli ultrasessantacinquenni assistiti impropriamente «quali handicappati» sono oltre 500 mila. Il blocco degli ' 'menti Istat sulle pensioni assistenziali costituisce un problema politico, mentre il considerare gli handicappati truffatori dello Stato, occulti e biechi responsabili del deficit pubblico, rappresenta un fatto culturale e morale che coinvolge la dignità stessa del Paese. Gianni Selleri, Roma presidente Aniep Mani pulite e la vendetta Le piccole nubi che recentemente sono apparse sulla magistratura milanese, per certi partiti sembrano confermate da un semplice scambio di consonanti: maNi puLite - ma... Li puNite? Gabriele Bar ab ino Tortona (Alessandria) Europa unita e Italia divisa? Sono molto attaccato al valore delia patria, una e indivisibile, come recita uno degli articoli principali della Costituzione. E ogni volta che leggo, o sento alla radio e televisione, che qualcuno vorrebbe fare di questo Paese una specie di Europa al contrario, quanto a unione, beh, non mi piace affatto. E' mai possibile che si parli di Europa economicamente, politicamente e socialmente unita, e poi in Italia si voglia ostacolare la via d'uscita dal tunnel, soprattutto sociale, dal quale si sta tentando d'uscire? E poi, alcuni nostri politici non possono attaccare verbalmente il Capo dello Stato e le istituzioni in questo modo! Si ricordino di quanti hanno dato la vita per preservare que- sto Paese dalle trame terroristiche, negli ultimi vent'anni. Questo è il mio Paese, ci sono nato e ci vivo, consapevole della fortuna che ho avuto. Dopotutto, potevo nascere a Sarajevo o a Mogadiscio. Roberto Minazzi Casale Monferrato (Alessandria) Un consiglio per il fisco Da sessant'anni leggo giornali e per la prima volta scrivo, dopo aver sentito la cartolina di Andrea Barbato sull'evasione fiscale. Gli artigiani, i commercianti, i professionisti e tutti i lavoratori autonomi in genere si dividono in due categorie: quelli che operano con ditte e sono costretti a fatturare e quelli che operano per i privati e possono non fatturare. Perché il ministro delle Finanze non dà un'occhiata a chi ha già adottato il sistema che, sia un privato, sia una ditta, detrae tutte le spese con relative ricevute dall'utile e poi paga le tasse sulla rimanenza? Se io guadagno 30 milioni ma dimostro che ne ho spesi 20, pago su 10 e così non chiedo più prestazioni in nero o fatture di comodo. Credo (e spero che il ministro mi legga) che con questo sistema finisca la storia dell'idraulico, del dentista e del commerciante evasore senza dimenticare il lavoro nero che tanto danno ha recato a chi paga regolarmente le tasse, ma venga finalmente il tempo della giustizia fiscale. Domenico Ceratto Ceresole d'Alba (Cuneo) Il disastro e le parole Vorrei fermare l'attenzione sulle recenti dichiarazioni di un noto leader politico: «Non è più tollerabile che i responsabili del disastro italiano continuino a ergersi a maestri, a tutori della governabilità». E poi: «L'unica cosa dimostrata è che il vecchio centro ha sfasciato il Paese». La sua conclusione è perentoria: ((All'ombra del potere democristiano sono proliferate corruzione e prepotenze». Sono «chicche» che l'ineffabile Occhetto ci ha concesso (sebbene un po' indigeste), a proposito dell'auspicio di Martinaz- zoli di ricostituire e ridare peso al centro politico. Vorremmo ricordargli che, tra i responsabili del cosiddetto disastro italiano, si trova in misura non secondaria il pei dei suoi predecessori e di lui stesso. Dovremmo ormai sapere che questo «disastro» ha origine allorché la de (complici ì partiti laici) opera l'infelice scelta di traghettare al governo il psi, ancora impregnato di dogmatica marxista: da lì inizia, come documentano cifre e dati in modo inoppugnabile, l'inesorabile approfondimento del deficit pubblico; da lì inizia l'estendersi tentacolare e rovinoso dello Stato e dello statalismo in tutti i gangli vitali del Paese. Oggi ahimè proviamo sulle nostre spalle le «delizie» di questo abnorme e ipertrofico sviluppo della dimensione statale. Tutto questo, però, era e rimane il cardine, il tratto qualificante di cui il pei (e il pds poi), se la memoria non ci inganna, aveva l'atto il proprio vessillo distintivo. Per quel che riguarda le «prepotenze e la corruzione prosperate all'ombra della de», è notorio che nei Paesi dell'Est, maestri insuperati a detta dei nostri compagni, si è creata una tale radicata onestà che si è scoperto (in realtà lo si sapeva già prima, ma quando lo dicevano gli altri erano «provocatori al soldo del capitalismo»!) essere la corruzione endemica, connaturata a ogni sistema «socialista». A queste autentiche panzane, cui ci riferivamo, dobbiamo opporre non la passività, ma la convinta denuncia di tali mistificazioni, supportati da quella liberante massima evangelica (non guardare la pagliuzza nell'occhio del vicino, ma guarda la trave nel tuo) la quale, se induce a riflettere sempre prima sui propri errori, d'altro canto mette in guardia contro i facili manicheismi, cui pare inclinato il segretario della Quercia. Cristiano Donato Colloredo di Prato (Udine)

Persone citate: Andrea Barbato, Cristiano Donato, Domenico Ceratto, Gianni Selleri, Occhetto, Roberto Minazzi Casale Monferrato