Falange Armata preso il telefonista di Fabio AlbaneseMaurizio Costanzo

E' un educatore carcerario con scorta e auto blindata, lo ha tradito una perizia sulla voce E' un educatore carcerario con scorta e auto blindata, lo ha tradito una perizia sulla voce Falange Armata, preso il telefonista E Fabbri difende gli 007 militari «Il Sismi è totalmente estraneo» TAORMINA. In casa della madre, Carmelo Scalone era arrivato appena un'ora prima. Era sceso dall'auto blindata e aveva salutato la scorta, prendendo appuntamento per l'indomani. Poco dopo, i carabinieri del Ros, arrivati apposta da Roma, si presentavano in via Porta Pasquale 12 per notificargli l'ordinanza di custodia cautelare in carcere con l'accusa di «associazione a delinquere con finalità di terrorismo». Scalone, educatore penitenziario nel carcere della vicina Giarre, è accusato di essere uno dei telefonisti di Falange Armata, la misteriosa organizzazione terroristica apparsa negli ultimi anni, che ha riventicato decine di attentati. Non ha detto nulla ai militari, è salito sull'auto in borghese che lo ha portato via dalla Sicilia. L'arresto di Scalone, secondo il ministro della Difesa, Fabbri, dimostrerebbe l'inesistenza di ogni collegamento fra Falange Armata e servizi segreti militari: «Dalle prime notizie che ho potuto appurare - ha detto Fabbri - il Sismi è totalmente estraneo, non ha nessun contatto con la persona arrestata. Quindi questo arresto dimostra che il coinvolgimento del Sismi, almeno sotto questo profilo, non esiste». Da educatore di detenuti a telefonista della Falange Armata, Carmelo Scalone è una vera sor- presa per gli stessi investigatori. Lo hanno tradito gli orari delle telefonate e la perizia su alcune delle registrazioni raccolte dai carabinieri del Ros: la voce è la sua; le chiamate arrivavano tutte tra le 9 e le 17 di ogni giorno, esclusi sabato e domenica, i turni di lavoro di Scalone, prima al carcere di Gazzi, a Messina, poi in quello di Giarre. Per mesi, gli esperti della polizia scientifica e del Cis dei carabinieri hanno compiuto accertamenti. Il cerchio lo aveva inconsapevolmente stretto lui stesso, mettendo tra i nomi dei minacciati anche il suo. I militari del Ros tenevano sotto controllo i suoi spostamenti da una decina di giorni. Anche lunedì sera, i carabinieri sapevano che l'educatore penitenziario era andato a casa della madre, a Taormina, e non in quella della famiglia, a Messina. Tutte e due le abitazioni sono state perquisite a fondo. Dal sequestro di alcuni documenti si cercano adesso le conferme a quel terribile sospetto. Il giudice romano Pietro Saviotti, che ha firmato il provvedimento di arresto, e venuto in Sicilia a seguire le fasi dell'arresto, avrebbe già sentito Scalone una prima volta. Stamattina, a Re¬ bibbia, il primo interrogatorio. Carmelo Scalone, 56 anni, ha una laurea in Pedagogia. Gli amici dicono che ha una passione per il culturismo e le buone letture. Lui stesso ha scritto poesie e perfino un libro. La sua carriera l'ha trascorsa, tranquillamente, quasi tutta a Messina, all'interno del carcere di Gazzi fino al febbraio di quest'anno quando all'Ansa di Bologna arriva una telefonata di Falange Armata. Una voce anonima detta una lunga serie di nomi di persone nel mirino della fantomatica organizzazione terroristica. Ci sono ministri, alti funzionari, giornalisti e perfino quattro dipendenti dell'amministrazione giudiziaria: «Quattrone, Salomone, Scalone e Zottola», detta perentorio il telefonista di Falange Armata al redattore di turno. Gli investigatori si chiedono perché quei quattro nomi ma, per intanto, ordinano il trasferimento dei minacciati e assegnano loro auto blindata e scorta. Carmelo Scalone finisce al nuovo carcere di Giarre, appena entrato in funzione, dove ha lavorato fino a lunedì scorso, appena poche ore prima del suo arresto. Fabio Albanese I danni provocati dallo scoppio dell'autobomba piazzata in via Fauro a Roma L'attentato fu rivendicato con una serie di telefonate dalla Falange Armata Secondo gli inquirenti l'obiettivo da colpire era Maurizio Costanzo