E' scoppiata la guerra dei collegi di Fabio Martini

W scoppiata la guerra dei collegi La mappa, provvisoria, prevede città divise a spicchi, paesi collegati ad altri W scoppiata la guerra dei collegi /parlamentari tentano di modificare i confini ROMA. Il tesserino da parlamentare per farsi riconoscere dai commessi di Palazzo Chigi, 10 stemmino leghista sul bavero, il più ansioso deputato del Parlamento è lui, Giovanni Ongaro: sono le sei della sera e nella sala stampa di Palazzo Chigi il deputato del Carroccio si mette in fila assieme ai cronisti pur di avere in anteprima la cartina dei collegi elettorali. E' sospettosissimo: «Bisognerà vedere come saranno strutturati i collegi nelle grandi città, se a cerchi concentrici, a raggiera...». Uno zio prete e una zia suora, proprietario di una azienda di acciaio inossidabile, 11 trentacinquenne onorevole della Val Seriana è sicuro che dietro alle alchimie dei collegi ci sia l'ennesimo inghippo: «A Roma - azzarda - ci sono tantissimi appartamenti sfitti di proprietà di immobiliari. E se una di queste immobiliari è sostenuta da un onorevole, ci vuol poco a far cambiare residenza a mille elettori...». La mappa dei collegi eccita le fantasie, alimenta sospetti e anche se il povero Ongaro alla fine resta a bocca asciutta («Il dossier dei collegi è riservato ai giornalisti»), alle sei di ieri sera è scoppiata una giostra destinata ad infiammarsi nei prossimi giorni: la guerra dei collegi. La mappa diffusa ieri (preparata da una commissione nominata dal presidente del Consiglio) dovrà ora passare al setaccio delle Regioni, tornare alle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato e poi sarà il governo ad emanare un decreto legislativo. Già, ma prima che il governo decida si prepara una stagione di sgambetti, sospetti, trattative sotto banco. Con scene da pochade: «Io - racconta il de Francesco D'Onofrio - faccio parte della commissione Affari costituzionali, luogo ambitissimo... Saremo avvicinati da colleghi che diranno: per carità, anzitutto pensa a te, ma ti rendi conto che Ischia la mettono con Capri e il lungomare di Napoli anziché con Pozzuoli?». Fantasie? «No - ride divertito D'Onofrio - sono cose che mi sono state già dette. Come quel collega che dice: ma ti rendi conto che Ceppaloni lo vogliono mettere con Cerreto Sannita anziché con San Lupo? France' non sarai mica tu a consentirlo?». E chissà quante battaglie di San Lupo ci saranno nelle pros& sime settimane: ogni deputato farà, più o meno, questo ragionamento: «Se nel mio collegio c'è quel paesino dove sono forte, ho più chance di elezione, se non c'è, sono fregato...». E che il clima sia quello dipinto da D'Onofrio lo conferma l'eccitazione che si respira in Transatlantico, l'eterno corridoio dei passi perduti. «I collegi in Emilia? Ma li hanno disegnati per favorire il pds!», sbotta Carlo Tassi, il missino di Piacenza che gira sempre con la camicia e la cravatta nera. E spiega: «Ma sapete come hanno fatto i collegi di Modena, dove il pds in città ha il 40%? Anziché dividere la città in centri concentrici o in emicentri, hanno tagliato la città a spicchi, con collegi che hanno un pezzo di città e un pezzo di entroterra. E così, ecco il miracolo: il peso specifico della città è più forte e trascina con sé la campagna. E l'entroterra, dove il pds è meno forte, non avrà un suo collegio...». E se il camerata Tassi è arcisicuro che il pds ha brigato dietro le quinte, i pidiessini sono certi del contrario. Primo piano di Montecitorio, salone della Bicamerale, un'ora prima che sia diffusa la mappa dei collegi. Arriva il senatore Salvi, pds, e si rivolge al suo compagno Barbera: «Fra poco sapremo se i collegi sono gli stessi che i colleghi di governo avevano già da qualche giorno...». E Barbera: «Ma cosa? Quella bufala che gira da dieci giorni?». Ecco Vito Napoli, de calabrese: «Da noi hanno fatto un collegio Crotone-Catanzaro e lo hanno fatto per indebolire la de, perché il pds è forte nel Crotonese...». Tutto e il contrario di tutto: è questa la guerra dei collegi che si è aperta ieri sera e alla quale da oggi parteciperanno anche i consiglieri regionali, «i più invidiati di tutti - spiega ancora D'Onofrio - perché, eletti su base provinciale, sono i più vicini alla nuova dimensione dei collegi: ma vedrete che da qui alle elezioni se ne vedranno delle belle. Ci sarà l'assessore regionale che scoprirà che la crisi del nocelleto di Corchiano è il centro dell'universo e, del tutto casualmente si capisce, convoglierà ingenti risorse per risolvere il problema...». Fabio Martini Il ministro Leopoldo Elia