la «gaffe» del Quirinale di R. I.

la «gaffe» del Quirinale la «gaffe» del Quirinale Tra i Cavalieri del Lavoro un inquisito di Tangentopoli ROMA. I giudici lo arrestano per tangenti e Scalfaro lo nomina cavaliere della Repubblica. Il paradosso di Guido Porporati ha provocato qualche grattacapo al Presidente, che ieri al Quirinale ha consegnato le insegne al merito del Lavoro: tra i 25 nuovi cavalieri, scelti il 2 giugno scorso in una rosa proposta dal ministro dell'Industria Paolo Savona, c'era infatti il nome di Porporati, all'epoca vicepresidente di Farmindustria, l'associazione che riunisce le aziende italiane che producono medicinali. Pochi giorni più tardi il colpo di scena: Porporati è raggiunto da un ordine di custodia cautelare con la più classica accusa di Tangentopoli: violazione del finanziamento pubblico dei partiti. Secondo i giudici, aveva raccolto tra gli associati di Farmindustria circa 300 milioni, per consegnarli a Giovanni Marone, segretario dell'allora ministro della Sanità De Lorenzo. Il manager si costituisce il 18 luglio, viene interrogato dai giù- dici e subito liberato. La disavventura giudiziaria di Porporati, nei giorni dello scandalo Enimont e dei suicidi «eccellenti» di Gabriele Cagliari e Raul Gardini, passa quasi inosservata. Poche righe sui giornali, a volte neppure quelle. Intanto, però, l'iter burocratico procede: nessuno si accorge che tra i 25 nuovi cavalieri, accanto a nomi noti come Alberto Bolaffi, Valter Scavolini, Ottavio Missoni, c'è anche quello di Guido Porporati. Scalfaro ha comunque evitato l'imbarazzante stretta di mano: il vicepresidente di Farmindustria, infatti, non si è presentato davanti al Presidente della Repubblica. Non ci sono stati provvedimenti ufficiali, ma pare che dagli uffici del Quirinale qualcuno abbia telefonato a casa Porporati per convincere il neocavaliere a restarsene a casa. La nomina, comunque, non è stata annullata. E' probabile che una decisione in tal senso sia presa nei prossimi giorni. [r. i.]

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