Scalfaro un altro rifiuto a Napoli
«Ci andrò dopo le elezioni». Si temevano disordini dopo la tensione dei giorni scorsi «Ci andrò dopo le elezioni». Si temevano disordini dopo la tensione dei giorni scorsi Scalfaro, un altro rifiuto a Napoli Rinviata la visita: è la seconda volta in un mese ROMA. Il Presidente della Repubblica ha annullato la visita che, domani, avrebbe dovuto compiere a Napoli. E' la seconda volta in meno d'un mese che Oscar Luigi Scalfaro cancella un appuntamento con il capoluogo partenopeo: il 28 settembre fu una febbre improvvisa ad impedirgli di giungere nella città dove divampava la protesta dei giudici che chiedevano mezzi e strutture per proseguire senza ritardi l'inchiesta su Tangentopoli. Oggi uno scarno comunicato d'agenzia annuncia che «a quanto s'apprende da ambienti del Quirinale» la visita slitterà al 13 dicembre ed è stata spostata «per l'assoluto, doveroso riserbo anche della sola presenza del Capo dello Stato» in una città dove il 21 novembre si svolgeranno le elezioni. Ma attorno al secondo «rifiuto» di Scalfaro s'intrecciano altre voci e supposizioni: secondo alcuni il «no» potrebbe nascere anche da «motivi di opportunità e di ordine pubblico» che rendono Napoli una sorta di città proibita al Presidente. In altre parole: troppo acceso il clima di tensione che Napoli sta vivendo in queste settimane con piazze e strade e chiese diventate teatro della protesta dei senza lavoro. E l'atmosfera domani sarebbe certamente stata ancora più torrida perché il capoluogo partenopeo, in occasione dello sciopero generale, ospiterà una manifestazione sindacale guidata da Trentin cui parteciperanno quaranta- mila persone. E, nelle stesse ore, sarà percorso da un corteo dei disoccupati organizzati. «Se il Presidente ha deciso di non venire ha fatto bene» dicono a mezza voce in questura commentando quest'appuntamento mancato in una città affannata dal malessere. Rimane, certo, la rabbia per l'incontro che sfuma: «Pare quasi una maledizione» osserva il segretario della Cgil e candidato pds alle amministrative, Gianfranco Federico. E aggiunge: «Siamo passati dal presenzialismo ossessivo di Cossiga che veniva qui anche in vacanza ad una difficoltà di rapporto con il popolo napoletano. Un vero peccato perché la città avrebbe bisogno di riconciliarsi con le istituzioni». Tutto è rinviato al 13 dicembre. Ma chissà se, per quella data, il Quirinale manterrà inalterato un programma che aveva alimentato qualche polemica legata, soprattutto, agli istituti culturali che dovevano ritmare l'itinerario napoletano del Presidente: la Pontificia facoltà teologica dell'Italia meridionale, il Centro di studi filosofici e l'Istituto Suor Orsola Benincasa. «Organizzazioni troppo legate all'ambiente ecclesiastico», aveva notato qualcuno sottolineando la «scarsa opportunità» di appuntamenti così caratterizzati proprio alla vigilia di elezioni che s'annunciano al calor bianco. Ora il viaggio del Presidente scivola a giorni in cui i giochi politici saranno ormai conclusi, ma ciò basta a far sopire i malumori: c'è chi critica la scelta di queste «tappe» in istituzioni toccate da chiacchiere e scandali. E si ricorda che l'Istituto di studi filosofici è al centro d'una interrogazione presentata al governo per un contributo di 10 miliardi. E si sottolinea che anche l'istituto Suor Orsola Benincasa è stato investito da un ciclone quando il suo ex rettore, Antonio Villani, fu accusato di plagio per aver redatto un lavoro saccheggiando alcune opere di autori tedeschi. L'attuale responsabile del Benincasa, professor Raffaele Sirri, dice di comprendere e di apprezzare il «no» di Scalfaro: «Visto il tenore degli incontri che doveva avere, specie con alti prelati, qualcuno avrebbe potuto davvero parlare di interferenza elettorale». Renato Rizzo Oscar Luigi Scalfaro
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