Fallisce il colpo in ospedale 2 banditi uccisi

Fallisce il colpo in ospedale, 2 banditi uccisi i vigilantes reagiscono contro i malviventi che volevano appropriarsi dei soldi per gli stipendi Fallisce il colpo in ospedale, 2 banditi uccisi Livorno: momenti di terrore nelle corsie, preso un terzo complice LIVORNO. Quindici minuti d'inferno. La grande hall dell'ospedale di Livorno trasformata in un poligono di tiro, spari e urla, sangue e gemiti, un tranquillo lunedì d'autunno trasformato in un giorno di terrore. Una rapina iniziata male e finita peggio ha paralizzato Livorno scioccata per uno dei più sanguinosi eventi degli ultimi tempi. Due rapinatori morti, uno arrestato (tutti e tre di Napoli), un carabiniere contuso: questo è il tragico bilancio di questa giornata di sangue. Tutto ha inizio ieri mattina alle 10, quando davanti alla sede centrale dell'ospedale di Livorno il furgone della Securpol, scortato da una «gazzella» dei carabinieri, inchioda le sue ruote sull'asfalto. Dentro il furgone portavalori oltre 700 milioni, le paghe degli impiegati del noso- comio livornese. Scatta la solita procedura ripetuta una, dieci, cento volte. Uno dei vigilantes scende per controllare la zona e poi al segnale di «via libera» il suo collega, che stringe a sé la sacca con il denaro, scende dal furgone. Dentro intanto i tre rapinatori si preparano all'azione. Impugnano i loro revolver (due 7,65 e una P38) e si scambiano l'ultima occhiata. Il vigilante con il sacco entra nella hall, sale il lungo scalone spedito. Deve portare i 700 milioni allo sportello della Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio dove verranno poi suddivisi e imbustati per poi essere consegnati ai lavoratori. Ma non fa in tempo a raggiungere il pianerottolo che porta agli uffici dell'amministrazione che uno dei rapinatori, Renato Sava- rese, 34 anni, lo blocca puntandogli all'addome la sua pistola. Ma la guardia giurata ha un riflesso forse non calcolato dal rapinatore e con velocità fulminea estrae la pistola e lo fredda. Uno, due, tre colpi raggiungono il Savarese. I suoi due complici sentendo le esplosioni si scatenano ed in pochi secondi nella hall dell'ospedale è l'inferno. I cittadini presenti si gettano a terra, cercando di sfuggire alla traiettoria impazzita delle pallottole (alla fine saranno ben 126 i colpi esplosi, ndr). I due però non si danno per vinti e approfittando della confusione cercano di impadronirsi della sacca con i milioni guadagnando l'uscita. Ma Giovanni Romano, 30 anni, non ce la fa. Un colpo lo raggiunge all'addome. Morirà più tardi in sala operatoria. Il terzo uomo, Ciro Musella, vede il suo amico ferito a morte. Cerca di aiutarlo, ma poi vedendo che per lui non ci sarà niente da fare decide di scappare da solo. Esce in strada sparando in aria. Si impadronisce di un motorino sottraendolo al suo legittimo proprietario, ma tutto questo sotto lo sguardo dei due carabinieri in borghese che lo fermano. Musella reagisce, ma i due carabinieri lo bloccano e successivamente lo proteggono anche dalla folla inferocita che lo voleva linciare. Le indagini degli inquirenti intanto continuano a tappeto. Qualcuno giura di aver visto anche un quarto uomo fuori dall'ospedale, ma su questo il mistero è ancora fitto. Francesco Gazzetti

Persone citate: Ciro Musella, Giovanni Romano, Musella, Renato Sava, Savarese

Luoghi citati: Etruria, Lazio, Livorno, Napoli