Ville la crisi non sfiora il prestigio

Gli esperti: il mercato delle residenze di lusso continua nel segno della stabilità Gli esperti: il mercato delle residenze di lusso continua nel segno della stabilità Ville, la crisi non sfiora il prestigio Ma nelle grandi città si dilatano i tempi di vendita Stabile di pregio, metratura considerevole, finiture accurate, zona esclusiva. Casa, dolce casa, è ancor più dolce se dotata di simili attributi: quelli cioè che connotano l'immobile «di prestigio», oggetto del desiderio collettivo. Ampi appartamenti in bei quartieri, ville e palazzine: un «sogno nel cassetto» che non perde «acclaim» e potere di seduzione neanche in tempi di crisi. Lo sostengono gli esperti del settore, dati alla mano: sia pure ridimensionato rispetto ad anni fa e un poco «stagnante», il mercato immobiliare risulta comunque meno compromesso in questo settore che in altri. Giro d'affari in calo, dunque, soltanto per gli uffici o per le residenze di livello medio-basso? «In effetti, ville e appartamenti da 500 milioni in su si vendono press'a poco come un anno o due fa», rivela Raffaele Liguori, titolare dell'agenzia Utip. E precisa: «Il fenomeno è spiegabile tenendo conto della tipologia del destinatario». Ovvero, «chi può permettersi simili acquisti può, in genere, anche contare su un reddito tale da non risentire in maniera determinante dell'attuale contingenza economica sfavorevole. Si tratta, insomma, di persone non travagliate da problemi di mutuo, finanziamenti, perdita del posto di lavoro». Un certo calo, semmai, lo si registra in tema di ville isolate e collinari. «Le richieste si concentrano soprattutto attorno ai palazzi d'epoca o agli appartamenti dotati di attributi piuttosto rari, come un ampio terrazzo», aggiunge Liguori. Mercato stabile, dunque, meno penalizzato dalla crisi che in altri settori. Questa è anche la valutazione della Grimaldi-Torino Nord-Ovest, dove si respira un clima di cauto ottimismo e si azzardano, addirittura, rassicuranti previsioni: «Si attende, infatti, una ripresa del giro d'affari con relativo aumento dei prezzi». Non mancano, comunque, nella sola metropoli subalpina, opinioni contrarie. Calo delle vendite di circa il 20 per cento rispetto allo scorso anno nel campo degli immobili di prestigio: è quanto registra, per esempio, l'agenzia Luciana Vola. «A prima vista sembra ci sia abbondanza di offerta ma, in realtà, si tratta sempre dei medesimi esemplari che restano invenduti per molto tempo». Come dire che concludere affari, in questo settore, richiede tempi assai più lunghi che nel passato, con estenuanti altalene di richieste e controfferte, tra acquirenti che giocano al ribasso per mesi e mesi e proprietari che scelgono la politica della «resistenza ad oltranza» su cifre piuttosto alte. «Difficile convincerli a moderare le richieste - confermano all'agenzia Vola -, malgrado sia ormai chiaro che in questo periodo, appartamenti da 7 o 8 milioni al metro quadro si vendono pochissimo, almeno a Torino: sono prezzi che resistono solo in alcune città, tipo Mila¬ no». Non mancano, inoltre, tentativi di conciliare le esigenze di risparmio con il desiderio di soluzioni abitative di buon livello. Così, per esempio, il giro di affari può risultare incrementato attorno ad alloggi anche medio-piccoli, ma situati in zone esclusive. «Le due camere e tinello, ma in begli stabili e in quartieri lussuosi, sono molto richieste, mentre gli appartamenti grandi sono assai difficili da vendere, specie se superano i 4-5 milioni al metro», confermano alla Esim. Strategie di scelta influenzate da necessità economiche dunque, che possono influire sul¬ l'andamento del mercato, rendendo più appetibili determinate zone della città, metrature o tipologie abitative, modificando la hit parade delle qualità più gettonate in tema di residenze prestigiose. Anche moda e tendenze, talvolta, lasciano il segno sul borsino immobiliare. Ambitissime, per esempio - e quindi quotate «a prova di crisi» - le case d'epoca: ancor meglio se corredate di soffitti a cassettoni o stuccati, porte e infissi antichi o pavimenti d'antan. «Si tratta di requisiti prediletti soprattutto da determinati ceti sociali - spiegano ancora da Luciana Vola -, così come l'ubicazione in zone prestigiose che "fanno indirizzo". Meno ambite d'un tempo, invece, le ville di notevoli dimensioni e le grandi proprietà, che comportano costi notevoli di gestione e che sono, in molti casi, isolate». Non manca, infine, chi mette in rapporto la situazione del mercato immobiliare con il degrado urbano. «Se si stenta, in molti casi, a concludere le vendite, questo accade anche perché molti immobili, che un tempo erano di livello superiore, oggi risentono del degrado della zona in cui sono siti», spiega Elio Codoni, dell'omonima agenzia. «Molti quartieri cittadini, un tempo esclusivi, ora non lo sono più - precisa Codoni - magari a causa della rumorosità, del traffico intenso, dell'impossibilità di trovare parcheggio o di altre ragioni ancora. Ciò implica una svalutazione, a volte anche pesante, per palazzi e appartamenti di prestigio. Il problema, in questi casi, è convincere il proprietario a vendere a prezzi ragionevoli e adeguati all'attuale situazione».

Persone citate: Elio Codoni, Liguori, Luciana Vola, Raffaele Liguori

Luoghi citati: Torino