«Meno deficit più ripresa»

Perdite a 4000 miliardi Oggi a Lussemburgo il consiglio dei ministri economici e finanziari della Comunità «Meno deficit/ più ripresa» Ravasio: la Cee ha una ricetta anticrisi v;:x';%::';-:' <:'■'' • :• ': • : : ' ■ .. ....' . : ■ : ■ PARLA IL «GURU» DI DELORS BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Con il suo immenso atrio d'acciaio e cristallo, con le sue passerelle sospese tra i piani, il grande centro Beaulieu somiglia alla Los Angeles di Biade Runner prima della bomba. Qui hanno sede alcune delle Direzioni generali della Commissione europea, come quella «economico e finanziaria», guidata da Giovanni Ravasio. E' lui a coordinare i lavori per il «Libro bianco» che Jacques Delors, Presidente della Commissione, presenterà al vertice Cee di dicembre come ricetta per rilanciare la crescita economica e combattere la disoccupazione. Neanche oggi i ministri Cee, riuniti a Lussemburgo, parleranno di Sme. Perché? «La Presidenza belga ha messo in piedi un gruppo di lavoro per presentare al vertice di dicembre una proposta di rilancio dello Sme. Ma nessuno per ora parla di ritorno alle bande strette, in tutti trovo una voglia di attendere, di vedere come evolve il mercato dei cambi. In ogni caso in Germania il processo deflazionistico è iniziato, e la riduzione dei tassi decisa dalla Bundesbank a metà settimana fa ben sperare. Secondo me la Bundesbank ridurrà ancora i tassi tra gennaio e marzo. Ma voglio dire una cosa: i tassi bassi da soli non bastano. Aiutano, ma ci può essere una crescita debole, o negativa, anche con tassi bassissimi. Lo vediamo in Giappone». Eppure il calo dei tassi tedeschi ha portato ad un apprezzamento del dollaro, una delle condizioni della ripresa... «L'apprezzamento del dollaro è un fatto positivo, che migliora la competitività dell'Europa in modo non indifferente nei confronti degli Usa e di tutti i Paesi dell'area del dollaro. Ma la cosa principale è ristabilire la fiducia dei mercati, delle aziende, delle famiglie. Quello che manca in Italia. In realtà su tutto pesa molto l'incertezza politica». Delors ha detto che il «Libro bianco» non fornirà soluzioni concrete, ma solo proposte... «E' vero, le competenze sono essenzialmente degli Stati, ma la Commissione ha qualche strumento di influenza: i fondi strutturali e di coesione, la Banca europea, l'iniziativa di crescita. Ma prendiamo l'esempio più difficile: la regolamentazione dei salari. Se c'è consenso non solo tra tutti gli Stati della Cee, ma anche tra i partner sociali, l'adozione di misure impopolari risulta meno difficile». Il suo modello matematico prevede un futuro piuttosto roseo, ma a quali condizioni? «E' innanzitutto necessario risanare i bilanci e moderare i salari. Ciò porterà ad una riduzione dell'inflazione, quindi ad un calo dei tassi d'interesse e ad una maggiore competitività. Se questo avviene, secondo il nostro modello si può arri¬ vare al Duemila con una crescita media del 3%, e con una disoccupazione ridotta dal 10,4 al 5-6 per cento. Nel '94 la crescita sarà più o meno dell'1,5%, e la disoccupazione crescerà ancora, ma nel 1996 ci avvicineremo al 3%». Ridurre deficit pubblici e costo del lavoro: è la ricetta? «Il nostro messaggio è che se i Dodici riescono a soddisfare queste condizioni, il risultato probabile sarà una buona crescita ed una riduzione della disoccupazione. Ma queste politiche sono necessarie per un lungo periodo». Di mezzo però c'è l'instabilità politica di quasi tutti i Paesi Cee... «Sono perfettamente d'accordo, le prospettive politiche non sono certo entusiasmanti. Ma l'instabilità non ha impedito all'Italia di iniziare per davvero il risanamento: le privatizzazioni sono avviate, e il patto sociale raggiunto da Ciampi è stato un progresso enorme. Secondo me le opinioni pubbliche e i sindacati sono coscienti del fatto che il costo del lavoro è insostenibile, e che bisogna finalmente affrontare il nodo dei deficit pubblici». Le sinistre, e Delors, parlano di ridurre l'orario di lavoro per rilanciare l'occupazione... «Io sono fortemente contrario. Ammettiamo che la riduzione dell'orario abbia un effetto uno ad uno sull'occupazione: tante ore lavorate in meno, tante ore lavorative per nuovi assunti; il risultato comunque non sarebbe un aumento della quantità di lavoro disponibile. Questo non vuol dire che non andiamo verso una riduzione dell'orario di lavoro, ad esempio attraverso il part-time. Ma ho paura che se il part-time si affermerà, sul mercato del lavoro si presenteranno persone che attualmente restano a casa, col risultato che l'occupazione non aumenterà affatto». Un'ultima domanda. Cosa dirà Delors oggi ai Dodici? «Forse abbiamo superato la recessione. L'impressione è che abbiamo raggiunto la parte bassa della curva, ma non abbiamo ancora serie prospettive di ripresa. Il messaggio di Delors ai ministri sarà dunque "dobbiamo fare di più"». Fabio Squillante Giovanni Ravasio

Persone citate: Ciampi, Delors, Fabio Squillante, Giovanni Ravasio, Jacques Delors, Ravasio

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Germania, Giappone, Italia, Lussemburgo, Usa