Prudenza tra i biologi «Sarebbe mostruoso» di Daniela Daniele

Prudenza tra i biologi Prudenza tra i biologi «Sarebbe mostruoso» ETICA E SCIENZA FORSE la realtà descritta dagli scrittori di fantasy e paventata dai comitati di bioetica si sta avverando? I replicanti, copie esatte dello stesso essere umano, saranno presto tra noi? Le notizie che giungono da Washington (sull'onda dell'entuasiasmo per i dinosauri clonati di Jurassic Park) non sono così chiare come le si vorrebbero e gli scienziati di tutto il mondo attendono con il fiato sospeso di leggere quanto Robert Stillman (il capo del programma a cui lavora il dottor Hall) ha scritto per la rivista Scienze su quella che potrebbe rivelarsi la scoperta del millennio. Anzi, lo spartiacque dell'umanità. I genetisti e gli esperti di riproduzione in vitro italiani sono scettici. Molti di loro, interpellati, hanno espresso giudizi, ma hanno preferito «mettersi al riparo dal ridicolo», celandosi dietro la frase di rito: «Non ho elementi necessari per giudicare». C'è chi considera la notizia «una sciocchezza scandalistica»; chi la giudica «una storia vecchia sempre smentita»; chi si lancia in dotte spiegazioni su che cosa si intenda per clona- zione e poi conclude: «Allo stato attuale delle conoscenze, è impossibile»; chi consiglia di «lasciar perdere» e di distinguere «tra scienza e fantascienza». E chi, come Severino Antinori, direttore del Centro internazionale di riproduzione umana di Roma e membro dell'American Fertility Society, commenta: «Ero presente al congresso di Montreal il 13 ottobre scorso. Ma quella di Hall, se ho capito bene, non è clonazione, bensì una semplice scissione di embrioni». Semplice? «Certo, in zootecnia si fa già da qualche anno. Si può ottenere la scissione con un micromanipolatore. A me è capitato di ottenerla per caso. Due anni fa, avevo un embrione a quattro cellule da impiantare per la riproduzione artificiale. Quando andai a prenderlo per eseguire l'intervento, scoprii che si era scisso in due embrioni formati di due cellule ciascuno. Li impiantai entrambi e dopo nove mesi nacquero due ge¬ melli monovulari, naturalmente identici». E non era clonazione quella? «Niente affatto. Molto spesso i laboratori di ricerca americani giocano sull'equivoco per ottenere finanziamenti, così "sparano" e "gonfiano" le loro scoperte, o presunte tali». Che significa, allora, clonare? «Significa interferire con il nucleo del Dna di una cellula-uovo, ovvero togliere il nucleo e sostituirlo con quello appartenente alla cellula dell'individuo che si vuol clonare». Ma se fosse vero, se gli scienziati americani avessero fatto proprio questo? «Sarebbe un'aberrazione». Già s'ipotizza la possibilità di far crescere uno dei gemelli clonati come fonte di pezzi di ricambio biologici per l'altro. Oppure di mantenere surgelato l'embrione di scorta nel caso il gemello muoia, per ridare lo stesso figlio ai genitori. «A parte il fatto che gli embrioni possono essere conservati per un massimo di cinque anni, trovo spaventosa l'ipotesi di tenere in vita un essere per usarlo poi a pezzi». La fantasia ci porta lontano. Si creeranno uomini tutti uguali da rendere schiavi al servizio di altri, superuomini con identità diverse? Ancora vent'anni fa si diceva che la vita umana può nascere in un solo modo. L'inseminazione artificiale ha cambiato le regole, anche se non il principio. Del resto, qualsiasi cosa l'uomo riesca a fare, significa che «è possibile» farla. Non necessariamente che sia giusto. Clonazione: procedimento per cui, a partire da un capostipite, si ottiene una popolazione di cellule perfettamente uguali dal punto di vista genetico. E' il sogno dell'immortalità. Ma anche il procedimento del cancro che crea le sue metastasi. Daniela Daniele Severino Antinori è scettico «C'ero anch'io a quel convegno non credo sia stata clonazione» : Il professor Severino Antinori

Persone citate: Hall, Robert Stillman, Severino Antinori

Luoghi citati: Roma, Washington