Rivoluzione sul tram «Parlate al conducente» di G. Pav.

Disorientati i colleghi della poliziotta sospesa, riserbo tra i superiori LAtm lancia il dialogo con gli utenti Rivoluzione sul tram «Parlate al conducente» Nuovi cartelli sui mezzi pubblici Telefoni per suggerimenti o proteste «Rivoluzione del cacciavite», la chiamano all'Atm. Con qualche ragione: il piccolo utensile è stato sufficiente a rimuovere da tram e autobus un cartello che da sempre è il simbolo della lontananza, psicologica più che fisica, tra passeggeri e autisti, tra cittadini e amministrazione. «Non parlare al conducente» stava scritto su quei cartelli. Altri li sostituiranno: stessa frase, ma il «non» sarà sbarrato, a segnare la fine di un'epoca. «Sì, vogliamo aprirci al dialogo. Soprattutto vogliamo ridurre la conflittualità tra chi usufruisce del servizio e chi rappresenta a tutti gli effetti la società che lo eroga», dice il direttore Giovanni Fava. Soppiantato dalle tecnologie il vecchio controllore, impopolari per mestiere i «verificatori titoli di viaggio», non restano che autisti e manovratori, un esercito di 2500 persone. L'Atm li ha addestrati a sopportare le contumelie per ritardi, sovraffollamento, improvvise frenate nel traffico impazzito. Non sempre l'esito è stato pari alle attese: «Ma è naturale dice il dottor Covello, capo del personale -. La famiglia è grande e qualcuno meno volenteroso di altri c'è sempre. Nel complesso, però, siamo molto soddisfatti». La strategia Atm non si limita alla sostituzione di un cartello. Si divide in due fasi, una interna e l'altra esterna all'azienda. Quella interna consiste nel coinvolgere le maestranze (4500 lavoratori), che hanno partecipato a seminari e riunioni tecniche, per aggiornarsi sui molti problemi di attualità. Da oggi in tutti i depositi (ed anche nella sede centrale di corso Turati) potranno depositare i loro suggerimenti nella «cassetta delle idee». La direzione ha nominato una commissione tecnica che ha l'obbligo di rispondere a tutte le lettere e l'impegno a premiare quelle applicate. Le novità per i passeggeri. In settimana, a bordo e alle fermate, compariranno le «istruzioni per l'uso»: «Può sembrare incredibile, ma molti non sanno che non è sufficiente mettersi sotto la palina per avere la certezza di salire sull'autobus. Telefonano per protestare, però la fermata è a richiesta». Entro Natale arriveranno le «vetrofanie» a colori, che riprodurranno a suon di slogan molti dei consigli ed inviteranno al dialogo con il personale. Sempre nel mese di dicembre verrà istituito il «Filo diretto con gli autisti». Finito il turno di lavoro alcuni di essi, a rotazione, si trasformeranno in centralinisti, rispondendo alle domande ed ascoltanto le critiche dei cittadini. Un «servizio proteste» di questo tipo è già in funzione a Brescia, con risultati lusinghieri. L'Atm è già dotata di una linea per proteste e suggerimenti. Nell'ultimo mese il 28 per cento delle telefonate lamentava l'irregolarità del servizio, il 3 per cento l'eccessivo affollamento dei mezzi, l'8 per cento la soppressione di alcune linee. «Ma è un dialogo difficile - ammettono in direzione - perché da questa parte del filo non sempre c'è un signore che vive in prima persona i problemi della gente, che sono anche i suoi». Nel '94 si pensa di dotare ogni autista del cartellino di riconoscimento. E qualcuno, dentro l'operazione trasparenza, ha proposto una rivoluzione lessicale. Un esempio? «Biglietto» e «tessera» per «titolo di viaggio», «bollatrice» per queir «obliteratrice» partorito, chissà quando, da un Azzeccagarbugli dell'amministrazione, [g. pav.]

Persone citate: Covello, Giovanni Fava

Luoghi citati: Brescia