lo e Ferrari campioni E' il sogno di Berger di Cristiano Chiavegato
FI: in Giappone il pilota austriaco si sbilancia FI: in Giappone il pilota austriaco si sbilancia lo e Ferrari campioni W il sogno eli terger SUZUKA DAL NOSTRO INVIATO Come sempre succede quando comanda il fuso orario, nel momento in cui leggerete queste righe sarà già successo tutto e forse anche il contrario di tutto. Cioè il Gran Premio del Giappone sarà stato vinto da un outsider o dal solito Prost. Le premesse però hanno indicato che la corsa, la penultima del Mondiale di FI, sarebbe stata molto combattuta e crediamo che la realtà non sia andata troppo lontana dalle previsioni. Già ieri nel secondo turno di qualificazione lo spettacolo era stato addirittura grandioso, il migliore fra quelli visti quest'anno. Una battaglia sul filo del decimo di secondo, che alla fine aveva visto prevalere Prost - 13a pole del 4 volte campione del mondo, la 33a della carriera, come il mitico Jim Clark - su Senna (dunque ancora una volta il francese e il brasiliano di fianco in prima fila alla partenza sulla pista di Suzuka), davanti ad Hakkinen e Schumacher. Con il quinto tempo Berger, che era stato in pole provvisoria per nove minuti facendo sognare la Ferrari. Molto più lontanto, 14° e abbacchiato, Jean Alesi, vittima di una uscita di strada che gli aveva impedito di migliorare, dopo essersi fatto annullare un tempo da primo posto momentaneo a causa di una interruzione delle prove per un incidente di De Cesaris. Era dunque Berger, il punto di riferimento della Ferrari: «Sono contento - diceva - non tanto per me quanto per la squadra. Progredire in questa maniera ha un significato molto importante e positivo. Siamo a meno di cinque decimi dalla Williams, quando all'inizio del campionato ci staccavano di 3-4 secondi e anche di più. Abbiamo migliorato con il motore, nella meccanica in generale, nell'aerodinamica. Questo vuol dire affrontare la sosta invernale e la preparazione della nuova vettura con grande fiducia, con la certezza di essere sulla strada giusta». Berger non è un uomo dai gesti plateali. E' concreto e non si nasconde mai dietro le scuse. In tanti anni di attività nessuno lo ha mai visto esagerare, accusare a vanvera, strumentalizzare una situazione. «Quando ho accettato di tornare in Ferrari - raccontava - sapevo benissimo che non avrei avuto vita facile. E così è stato. Per la squadra e per me. Inoltre ho avuto il problema al gomito, con una grave infiammazione che forse qualcuno ha sottovalutato. Ho subito due interventi con anestesia totale, preso ima valanga di antibiotici, problemi che avrebbero messo ko chiunque. Ho resistito, ma non voglio farmi troppi meriti. La gente può pensare che io sia matto, ma ho intenzione di riuscire a lottare un anno per il titolo mondiale. E vorrei che fosse il prossimo con la Ferrari». Il momento-sì di Maranello è tuttavia turbato da una serie di indiscrezioni e voci che hanno in questi giorni attraversato i box della FI. Si parlava di una collaborazione con l'Honda. La Ferrari qualche tempo fa aveva ne¬ gato, poi fatto mezze ammissioni, quindi parlato di ima collaborazione con la Casa giapponese che aveva fornito un elenco di fornitori superspecializzati. Ieri Nobuiko Kawamoto, presidente della Honda, ha chiarito, almeno da parte sua, il mistero: «C'è sempre stato un rapporto di amicizia tra noi e Ferrari - ha dichiarato -. Che qualche tempo fa si è trasformato in un accordo di collaborazione fra le società, di reciproci scambi di informazioni e di dati. L'accordo riguarda anche la FI. Del resto non siamo più rivali in pista. Persone della Ferrari sono venute nella nostra sede di Wako e noi siamo andati a Maranello. Questo non significa che la Ferrari ora monti un motore Honda, è sempre un Ferrari. Per quanto riguarda cosa abbiamo avuto, non lo posso dire, si tratta di argomenti riservati. Noi attualmente siamo interessati alla Formula Indy per il mercato Usa. Ma continueremo a mantenere un contatto in FI attraverso la Mugen». Cristiano Chiavegato
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