Un pianto e la «rivelazione »

Un pianto e la «rivelazione Un pianto e la «rivelazione » Faranda: e adesso vi dirò tutto Ecco i verbali dell'interrogatorio ROMA. I giudici l'avevano già ascoltata la settimana scorsa, poi, mercoledì 20 ottobre, hanno richiamato Adriana Faranda. Volevano la verità sul «quarto uomo» della prigione di Moro. Ma l'ex brigatista ha continuato con la formula a metà tra reticenza e conferma: «Non lo escludo». L'interrogatorio è stato sospeso, poi è ripreso. Ormai s'era fatta sera quando è cominciata la deposizione che ha cambiato ancora la storia del caso Moro. Una deposizione interrotta più volte dalle emozioni e dalle lacrime di Adriana Faranda. Quelli che seguono sono i passi salienti di quell'interrogatorio, svoltosi nell'ufficio del sostituto procuratore Franco Ionta, al quarto piano del palazzo di giustizia. IL QUARTO UOMO. «Spontaneamente, dopo sofferta riflessione, ho deciseche l'unico modo per porre termine a speculazioni che in questi anni hanno tormentato la vicenda Moro, è di assumermi la responsabilità di fare chiarezza completa sulla vicenda del quarto uomo in via Montalcini. Chi ha vissuto la vicenda ha fatto ripetutamente dichiarazioni fuori da un contesto giudiziario ed ha quindi contribuito ad alimentare un clima di sospetto e ambiguità... Riferirò tutto quanto a mia conoscenza nonostante non sia mai stata in via Montalcini». MORETTI SCELSI MACCARI. «Germano Maccari fu sempre un irregolare, poiché per quel tipo di azione non era necessario essere un regolare... Fu il comitato esecutivo delle Brigate rosse, nella persona di Mario Moretti, ad approvare la scelta di Germano Maccari... Via Montalcini fu l'unica prigione di Moro. Per quanto mi risulta non entrarono altre persone in via Montalcini. Non avevamo i mezzi per approntare prigióni di riserva». «A quanto mi risulta, Germano Maccari era già nell'appartamento di via Montalcini quando Moro venne ucciso... Ad ucciderlo sono state due persone, almeno così mi è stato riferito. A quanto mi risulta, a sparare contro Aldo Moro furono Germano Maccari e Mario Moretti. Mi fu riferito che vennero utilizzate due armi, una Skorpion e una pistola calibro 9 corta. Mi fu riferito che l'omicidio avvenne nel garage. So per certo che a sparare non fu Prospero Gallinari, perché lui stesso me lo riferì visibilmente commosso (Moro lo aveva mandato a salutare insieme ad Anna Laura Braghetti)...». SULLA RENAULT 4. «Mario Moretti mi disse che avrei dovuto proteggere il trasporto del cadavere di Aldo Moro in via Caetani. Poi ci fu un contromine e venni per fortuna esonerata dall'incarico... La Renault 4 è partita con due persone che stavano a via Montalcini, suppongo Mario Moretti e Germano Maccari. Forse a bordo dell'altra vettura viaggiavano Valerio Morucci e Bruno Seghetti... Non c'era nessuna moto Honda». CHI ERA IN VIA FAMI, «In Via Fani c'erano 10 persone. Oltre ai nove indicati nel memoriale di Valerio Morucci (Moretti, Gallinari, Seghetti, Bonisoli, Fiore, Balzerani, Morucci, Casimirri e Lojacono, ndr), vi era Rita Algranati (ex moglie di Casimirri, latitante, ndr), la quale aveva il compito di segnalare con un gesto convenzionale l'arrivo delle vetture di Moro...». Igio. bia.]

Luoghi citati: Roma