La Ganga accusato dal portaborse

E' il più votato L'avvocato: al massimo l'onorevole ha accettato contributi illeciti da imprenditori La Ganga accusato dal portaborse // deputato socialista per la terza volta dai giudici Per la terza volta l'onorevole Giusi La Ganga si presenta dal dottor Maddalena. E' accaduto ieri in una sede periferica degli uffici giudiziari, lontano dal via vai di cronisti. Tre ore buone di colloquio alla presenza dell'avvocato Badellino, nuovo difensore del parlamentare socialista, accusato da Altea, il suo fedele portaborse. C'era attesa per la deposizione spontanea di La Ganga. Da settimane, negli ambienti politici si dava per certo che, come Craxi con Di Pietro, anche il suo proconsole piemontese nonché inquisito numero uno della Tangentopoli sotto la Mole (ha ricevuto nove avvisi di garanzia, di cui sette a Torino) avrebbe rivelato ai magistrati gli scenari di appalti e mazzette, cordate imprenditorial-politiche, scontri e nuove alleanze. E' andata così? Maddalena e l'avvocato smentiscono concordi: «L'onorevole si è preoccupato soltanto della sua difesa». Il procuratore ha aggiunto: «Mi ha consegnato un breve memoriale, in cui puntualizza la sua versio- ne dei vari fatti addebitatigli». Si sa che a lui facevano riferimento alcuni degli attuali inquisiti. Si sa che gli è stato chiesto dei suoi rapporti con l'ex assessore regionale alla Sanità, Maccari (in carcere per la seconda volta, ora per le mazzette dell'elisoccorso). Il suo legale però smentisce che La Ganga abbia mai manifestato l'intenzione di parlare con i giudici della sanità piemontese, in particolare dell'indagine sull'ospedale di Chivasso. La Ganga è indagato per numerosi reati: dalla concussione alla ricettazione aggravata per quasi un miliardo di «contributi». Il legale afferma: «Il mio cliente nega di aver costretto imprenditori a pagargli tangenti. Al massimo ha accettato contributi e ammette qualche finanziamento illecito perché non registrato». Dalle ultime richieste di autorizzazione a procedere inviate alla Camera in giugno (e là giacenti) emergono accuse pesanti. E' stato un suo portaborse, Ettore Altea, a difendersi scaricando su La Ganga: ((Aprii un conto in Svizzera in seguito a un discorso che mi aveva fatto lui, segnalandomene l'opportunità per eventuali movimenti di denaro da effettuare all'estero. Lo aprii a nome di mia moglie, e La Ganga mi disse che ero proprio uno sprovveduto. Su quel conto vennero versati 240 milioni per il telerà scaldamento di Torino-Sud: duecento furono spesi per la sua campagna elettorale. La Ganga era ovviamente al corrente di tutto. Io non gli diedi materialmente del denaro, ma lo spendevo secondo le sue indicazioni. Ero il ragioniere fedele». Del ruolo di Altea hanno parlato ai giudici alcuni dirigenti industriali. Vittorio Del Monte (Cogefar Impresit) ha rivelato: «Incontrai l'on. La Ganga in un ristorante romano, l'Augusteo o il Bolognese. Mi avvicinai al suo tavolo, gli dissi che avevo conosciuto Altea, che era un laborioso e che mi aveva detto: "La Ganga è il mio referente politico". L'onorevole rispose che approvava quanto Altea faceva. Io non entrai nel merito del contributo richiestomi da quest'ultimo». In un altro passo della sua deposizione il dirigente ha spiegato: «Per il depuratore del Cdiu (Consorzio intercomunale di igiene urbana, ndr.) di Collegno riuscii a ridurre la pretesa iniziale di Altea da 250 a 200 milioni». Alberto Caino Nino Pietropinto Giusi La Ganga

Luoghi citati: Collegno, Svizzera, Torino