Passeggiando tra i rifiuti

Dalle periferie a piazza Castello immagini di trascuratezza ed esempi di inciviltà Dalle periferie a piazza Castello immagini di trascuratezza ed esempi di inciviltà Passeggiando tra i rifiuti /portici, un salotto abbandonato Torino è sporca. Sarà per colpa dell'Amiat che non fa tutto il suo dovere, sarà per la maleducazione dei cittadini, ma è sporca. Siamo andati a vedere ciò che ognuno può osservare con i propri occhi passeggiando per la città. Ore 13 di ieri, via Po angolo piazza Castello. Arriva il netturbino con «Apetta» arancione e ramazze al seguito. Apre il portarifiuti, sostituisce il sacco pieno con un altro vergine e se ne va. Lasciando a due passi i resti di un volantino stracciato, un pezzo di legno, il rottame di una transenna ammucchiati chissà quando, chissà da chi. Incredibile? No, ha agito secondo regolamento. La pulizia spetta ai commercianti le cui vetrine si affacciano su quel tratto di portici. Ma il mucchietto di rifiuti era su un angolo, forse oggi ci sarà ancora. O forse qualcuno farà rispettare la legge: dal 1° gennaio i vigili hanno multato 794 tra commercianti e condomìni per «omessa pulizia del marciapiede»: tre al giorno. Nel rimpallo delle responsabilità, può così accadere che il decoro di uno degli angoli più eleganti di Torino, i portici di piazza Castello, venga affidato alla stramberia di Remo il barbone. «Non ci fosse lui sarebbe un bel guaio - conferma Antonio Chessa, titolare di Mulassano -. Ogni mattina alle otto ramazza tutti i portici. Non può portare via l'immondizia e l'ammucchia dove può. La domenica il servizio di raccolta rifiuti si ferma e il lunedì mattina Remo è prezioso». Di fronte al cassonetto straripante sacchetti maleodoranti all'angolo fra via San Massimo e piazza Cavour non ci sono dubbi sul responsabile. Il camion dell'Amiat ha svuotato i cinque contenitori vicini, ha lasciato «intatto», chissà perché, il sesto. Ed è inspiegabile che le strade attorno alla Gran Madre ieri fossero tutte linde, tranne via Moncalvo che aveva i cassonetti pieni. O che in piazza Lagrange i cassonetti fossero vuoti, ma circondati di sacchi e cartoni. Passeggiare per la città è deprimente. S'incontrano raramente, ma s'incontrano, mucchi di spazzatura abbandonati per la strada o accanto ai contenitori. Ciò che colpisce, soprattutto in centro, è lo strato di mozziconi, carta appallottolata, lattine schiacciate. Un pezzo qui, un pezzo là e la desolazione uccide anche l'eleganza senza tempo dei portici. Anche quelli di via Po, dove pure gli spazzini devono passare due volte al giorno. «E chi li vede?», protesta Giam¬ piero Daniele, edicolante all'angolo con via Accademia. Le inefficienze dell'Amiat fanno la loro parte, ma anche la maleducazione del cittadino sporca Torino. Demetria Obermitto abita in via San Tommaso e indica il portarifiuti nell'angolo con piazza Corpus Donimi: «Ieri era sommerso di immondizia. Per ragioni di estetica i cassonetti qui non li hanno messi. Sono solo in piazza IV Marzo. Io fin laggiù con il mio sacchettino ci vado, molti miei vicini no». Storie di inefficienza e maleducazione, punti neri nella mappa di una città in crisi. Ai lettori abbiamo chiesto segnalazioni. Molti hanno telefonato, tra loro dipendenti Amiat che non accettano di essere i soli colpevoli del degrado. Infatti non lo sono. Ma l'azienda e il Comune hanno responsabilità precise, di cui è giusto chiedere conto. Senza dimenticare che la città è di chi la abita, di chi la vive. Di chi, incivile, la sporca. Beppe Minella Giampiero Paviolo FATTURAT0 170MIUARDI ADDETTI ALIA RACC0LTA 800 ADDETTI ALIA PULIZIA 750 AUT0C0MPATTAT0RI 200 APE E MOTOCICLI 650 SPAZZATRICI 100 CASS0NE7TISEMPLICI 17.250 GASSONETTI PER LA CARTA 716 CASSONETTI PER ILVETRO 850 CASSONETTI PER LE LATTINE 350 CASSONETTI PER LE PILE 1.197 CASSONETTI PER FARMACI 278 RIFIUTI RACCOLTI 400.000 TONNjANNO CARTA 4.600 TONNyANNO VETRO 5.200 TONNyANNO LATTINE 45 TONNyANNO PILE 31 TONNyANNO FARMACI 25 TONNyANNO SIRINGHE 240.000/anno

Persone citate: Antonio Chessa, Beppe Minella, Giampiero Paviolo, Mulassano, Obermitto

Luoghi citati: Torino