Gullit sento già i battiti del cuore Toro

L'olandese che Goveani avrebbe voluto in granata sottolinea il carattere della squadra di Mondonico SAMPDORIA L'olandese che Goveani avrebbe voluto in granata sottolinea il carattere della squadra di Mondonico Gullit; sento già i battiti del cuore Toro «La coppa non lo ha stancato e la sua grinta ci farà soffrire» BOGLIASCO DAL NOSTRO INVIATO «Intrigante». L'aggettivo deve avere un fascino particolare per Ruud Gullit, non a caso ricorre spesso sulle sue labbra, mescolato ai pochi sostantivi e verbi dispensati di mala voglia. Sorge subito un dubbio: che il campione non sia disponibile alle interviste perché incombe il Torino, la squadra che in estate s'illuse di aver guadagnato i suoi favori per poi scoprire, sul più bello, di essere stata preceduta dalla Samp? No, il Torino non c'entra, o c'entra poco poco. Il fatto è che l'olandese, come non pochi idoli del pallone, ha spesso impegni che lo portano lontano dai taccuini. Insomma, Ruud parla solo quando gli aggrada. Qualche settimana fa ha congedato con poche parole un cronista venuto da Parigi appositamente per lui dopo aver concordato, tramite la società doriana, l'appuntamento. Dopo l'allenamento Gullit, jeans, giaccone e chiavi dell'auto in mano, esce dallo spogliatoio mentre i compagni vi s'infilano tutti inzaccherati di fango. Il gigante con le trecce non ha partecipato al training: ma i tifosi granata non s'illudano, l'olandese sta benissimo, non lo ha bloccato alcun infortunio, domani guiderà la Samp che cerca riscatto alla sconfitta con la Roma. Ruud saluta i giornalisti, ne anticipa i desideri: «Oggi non posso, ho un impegno». S'avvia alla Mercedes scura da 160 milioni, camminando ascolta le domande. Una smorfia gl'increspa il volto, è stata provocata dall'accenno al Torino. «Di questa cosa non parlo». Inevitabilmente, tra un giro di frasi e l'altro, ecco di nuovo affiorare il nome della società granata, il prudente «sa, lei giocherà contro quella che sarebbe potuta essere la sua maglia». Aprendo la portiera della lussuosa auto, l'eroe della gente doriana risponde secco: «Questa domanda è intrigante». Poi, corregge: «E' da intrigante, non lo accetto. Io non voglio parlare, soprattutto di questa storia qua». Per la verità, sarebbe corretto dire «quella storia là», di metà luglio, quando il presidente torinista Roberto Goveani, ingenuamente, annunciava a destra e a manca di andar a far visita all'olandese in vacanza a Forte dei Marmi per convincerlo a giocare per lui: quando Gullit, a dire del Notaio, s'informava, ancora la mattina stessa in cui la Sampdoria ne annunciò l'ingaggio, su quanto distava dal campo d'allenamento del Filadelfia la villa sulla collina torinese che gli sarebbe stata messa a disposizione; quando domandava se anche al Toro avrebbe potuto portare, invece di quelli scuri della divisa torinista, i calzettoni bianchi, sulle sue gambe color d'ebano molto più foto-telegenici; quando voleva sapere quant'è congestionato il traffico nella città subalpina. Gullit liquida questa storia e tutti questi ricordi-indiscrezioni con l'aggettivo «intrigante». Lo usa ancora alla domanda «Sei pronto a una domenica di fischi?» per ribattere: «Anche questo è intrigante, è da intrigante». L'olandese sorride, ma gli occhi sono di vetro. Seduto al volante dona un telegrafico, scontato parere sugli avversari: «Il Toro ha nell'agonismo il suo pregio maggiore, è una squadra composta da gente di carattere, con un cuore grande così: non è una caso se è stata capace di ribaltare miracolosamente la sconfitta in vittoria contro l'Aberdeen. Ci sarà da soffrire, i granata non saranno stanchi, hanno avuto tutto il tempo per recuperare le energie. Ma abbiamo il dovere di essere ottimisti e di fare bene il nostro lavoro, lui (Mantovani, ndr) ce lo diceva sempre. Il dolore per la sua scomparsa è grande, ma nel gruppo ho visto che è tornato qualche sorriso, è buon segno». Il campione ha esaurito il suo tempo prezioso, sotto la pioggia scompare verso l'eterno «impegno improrogabile». Un'ora più tardi se ne vanno i suoi compagni, i più, come l'idolo, non hanno voglia di parlare. Non si chiamano Ruud Gullit: nessuno quindi li insegue, il loro silenzio non è importante. Sul fronte delle notizie, nessuna novità ufficiale. E allora si dà importanza alla partitella giocata da Katanec assieme ai titolari con grandissimo impegno. Che rientri in gioco per far riposare Jugovic? Ci si attacca a tutto, ma l'ipotesi sembra ardita assai, visto che Katanec è assente da lunga data e che ad aspettare la Samp di Eriksson c'è un Toro caricato dal secondo tempo contro l'Aberdeen e «un Silenzi che mette paura», precisa Evani preoccupato. Claudio Giacchino «Dobbiamo essere ottimisti, Mantovani ce lo diceva sempre; e poi sarà meglio non perdere ancora» Ruud Gullit (a fianco e sopra) è certo che la Samp potrà far bene domani al Delle Alpi contro il Toro: «Ho visto tornare il sorriso fra i miei compagni, la Roma è dimenticata»

Luoghi citati: Bogliasco, Filadelfia, Forte Dei Marmi, Parigi