Tassi giù Borse record

Anche Francia, Danimarca e Spagna «raffreddano» il denaro Anche Francia, Danimarca e Spagna «raffreddano» il denaro Tassi giù, Borse record La Bundesbank fa volare il dollaro Abete rincara: «Non basta ancora» ROMA. Dopo la raffica di riduzioni dei tassi di giovedì pomeriggio sull'onda dell'annuncio della Bundesbank (Austria, Svizzera, Belgio, Olanda, Italia), ieri mattina altri Paesi hanno adottato decisioni analoghe. A cominciare dalla Francia, la cui presa di posizione era attesissima: l'istituto centrale transalpino ha annunciato di aver tagliato il tasso d'intervento di 30 punti base dal 6,75 al 6,45, mentre il tasso a 5-10 giorni è passato dal 7,75 al 7,25. La Danimarca ha ridotto il tasso di sconto e il tasso sui depositi dal 7,75% al 7,25%; la Banca di Spagna dal 9,50 al 9,25% e la banca irlandese dal 7,50 al 7%. Le reazioni a questi annunci non si è fatta attendere: il generale abbassamento del costo del denaro è piaciuto a tutti i mercati, in special modo quelli inglesi, francesi e tedeschi che hanno raggiunto il «top» nei loro diversi indici. Il segno positivo ha spadroneggiato ovunque, soprattutto incoraggiato dal taglio del tasso di sconto della banca di Francia, l'ultima importante autorità monetaria a decidere il ribasso del costo del denaro (che in due mesi, luglio e agosto, ha speso 90 miliardi di franchi a difesa della moneta francese). Così, dopo un inizio di scambi scoppiettante, Londra ha chiuso con un nuovo record storico (l'Ft ha raggiunto quota 3199, massimo di tutti i tempi), il Dax a Francoforte lo ha imitato (dopo che giovedì era leggermente regredito) e anche a Parigi sono crollati i vecchi massimi (il Cac ha guadagnato 1' 1,86%). Anche nel resto d'Europa è stato un fiorire di contrattazioni che, pur senza raggiungere livelli record, hanno portato Milano ( + 0,69%), Oslo, Stoccolma, Copenhagen e Madrid a chiudere in rialzo. E tutto sommato il taglio di tassi di sconto ha fatto bene anche alla lira, che ha riguadagnato alcune posizioni sui mercati valutari, pur cedendo leggermente nei riguardi del dollaro, che dalle 1606,88 lire di giovedì è passato ieri a quota 1607,21. La divisa italiana migliora rispetto al marco tedesco (sceso da 971,81 a 963,96), alla sterlina inglese (da 2394,25 a 2380,28) e all'ecu (da 1847,43 a 1841,06). Stabile, invece, il cambio con il franco francese: giovedì valeva 275,60 ieri 275,70 lire. L'autentico «mattato- re» della giornata su tutti i mercati valutari è stato comunque il dollaro, che ha proseguito ieri l'escalation iniziata sin da giovedì, subito dopo l'annuncio della Bundesbank. Numerosi, ovviamente, i commenti alle decisioni delle banche centrali. Ieri ne ha parlato il presidente della Bundesbank, Tietmeyer che - dopo aver rilevato che il calo dei tassi non può risolvere i problemi economici strutturali della Germania - ha sottolineato che il taglio del Lombard e del Tus «non indica una cambiamento di rotta della Bundesbank dalla sua politica orientata alla stabilità». Il numero uno della Buba ha ribadito che la moderazione nella politica fiscale e nei salari sono «gli imperativi per compiere progressi in economia. La Bundesbank continuerà a lavorare per mantenere la fiducia nel marco» perché «una piena ripresa economica necessita della stabilità monetaria». E sempre ieri, ma a proposito dei tagli annunciati da Bankitalia, è intervenuto tra gli altri anche il presidente della Confìndustria, Luigi Abete. Siamo sulla strada giusta, ha detto i sintesi, ma non abbiamo ancora raggiunto l'obiettivo di ridurre il differenziale con l'Europa, gli Stati Uniti e il Giappone. «Per una riduzione ulteriore del costo del denaro - ha proseguito - è necessario che interagiscano la Banca d'Italia, il ministero del Tesoro e le banche. Queste ultime devono ridurre non solo il prime rate ma anche il top rate. 11 Tesoro invece deve fare emissioni di debito pubblico a lungo termine, un meccanismo che consente di spostare l'indebitamento nel tempo e di ridurne il costo. La Banca d'Italia ci deve, infine, aiutare ad abbassare ancora di più il costo del denaro per le imprese». E sempre ieri quasi tutti gli istituti di credito italiani hanno annunciato tagli (generalmente di mezzo punto) al prime rate ed al top rate, allineandosi con le decisioni di Bankitalia. Tra le banche maggiori, la banca Crt, il Credit, la Banca di Roma, l'Istituto San Paolo di Torino, il Banco Ambrosiano Veneto, la Bnl, la Cariplo, il Banco di Sicilia, la Banca Popolare di Verona, la Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, la Comit. [r. e. s.] Da Torino alla Sicilia le banche si adeguano Accanto Hans Tietmeyer, presidente Bundesbank. A sinistra Luigi Abete, della Confìndustria

Persone citate: Abete, Hans Tietmeyer, Lombard, Luigi Abete, Tietmeyer