A lezione da Santoro professore di giornalismo stile inglese
r TIVÙ* & TIVÙ' A lezione da Santoro, professore di giornalismo stile inglese CHAMPAGNE, per brindare a un incontro», diceva la vecchia canzone. Champagne per brindare all'incontro, televisivamente felicissimo, fra Michele Santoro e Donatella Di Rosa, che ha segnato il ritorno su Raitre di «Il rosso e il nero». Il programma è ricominciato, dopo il rinvio di una settimana, nella burrascosa vigilia delle nomine Rai, nell'ultimo giorno di Alessandro Curzi direttore del Tg3, in mezzo alla ridda di nomi che come sempre precedono le decisioni importanti. Dunque è di nuovo sul video, il giornalista bersagliatissimo da strali e sospetti: fa il tira e molla con la Rai perché ha già in tasca il contratto con la Fininvest, vuole la striscia notturna che fu di Lerner, che è di Riotta e non gliela danno, vuole decidere lui le promozioni nel suo gruppo. Come stanno veramente le cose, chi lo sa. Resta un fatto: «Il rosso e il nero» è importante per la televisione italiana. E' giusto, è conveniente che ci sia. L'abbiamo visto un po' invecchiato, Santoro, capelli più corti c più bianchi, un fare più pacato. Lui stesso ha detto, sarcastico, durante la trasmissione: «C'è il i Lui I dura nuovo corso, devo essere "anglosassone"». E «anglosassone» è stato. Nell'intervista alla Di Rosa l'abbiamo visto sfoderare antiche tecniche di giornalismo: quando si ha di fronte un interlocutore difficile, cui si tiene molto, non ci si deve porre in antagonismo con lui, anzi. Bisogna assecondarlo, fargli sentire che si è dalla sua parte e che lo si capisce, senza, per carità, aggredirlo. Bisognava vedere come Santoro assecondava la Grande Accusatrice, la stimolava a parlare: sembrava, facendo le debite proporzioni, Davide Mengacci quando interroga le sue spose biancovestite. Ha fatto anche un'azione a sorpresa. Aveva sempre ritenuto un errore aver sospeso «a divinis» «Saluti e baci», il programma che andava in onda il sabato sera su Raiuno e che faceva grandissimo ascolto e satira. Satira di regime, sostenevano molti (in effetti), satira finta. In disaccordo con questo «gran rifiuto» di Demattè, oplà, ecco l'altra sera il collegamento con il Bagaglino, il teatro di Roma dove il gruppo presenta lo spettacolo dall'ammiccante titolo «Saluti e taci». «Vi porto in un covo di agenti segreti - ha motteggiato - che sono diventati segreti soltanto adesso, prima erano pubblici». C'era Oreste Lionello in frac e mascherina nera che diceva con fare complice: «Non si può sapere niente». Poi si è giustificato, Santoro, ha detto che si trattava di un «piccolo scherzo, ma interessante, intelligente: ci facciamo i complimenti da soli». Anche se sarebbe stato più elegante non sottolinearlo, davvero si è trattato di una buona idea, furba: unita alla sostanza della materia, ha fatto sì che «Il rosso e il nero» abbia avuto un debutto ottimo. E l'ascolto? C'era lo scontro con «Thelma & Louise», gran film di Ridley Scott su Raidue, con il quiz di Bongiorno su Canale 5 e con il telefilm-cult degli adolescenti «Beverly Hills». Sempre più o meno quello, nei secoli (televisivi) fedele, il pubblico del quiz (4.040.000 spettatori). Consolidata, ormai, anche la platea dei giovanissimi (5.269.000). Il film è andato bene (5.904.000 spettatori), ma è Santoro che ha sbaragliato tutti, sulle sue barricate soft: lo hanno seguito in 6.632.000. Alessandra Comazzi zzij
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