«Non stacchiamo la spina» di M. Cor.

«Non stacchiamo la spina» «Non stacchiamo la spina» / medici: reagisce alla terapia oltre le nostre aspettative ROMA. Federico Fellini sta lottando per rimanere in vita. La situazione rimane sempre molto grave, ma il regista reagisce bene alla terapia. Ieri, grazie alla ripresa della funzione intestinale, per la prima volta gli è stato dato del cibo tramite un sondino. «Non ci aspettavamo segnali di tanta vitalità nelle sue reazioni alla terapia», ha detto Cesare Fieschi, direttore del dipartimento di neurologia. «Manteniamo comunque - ha aggiunto Fieschi - una certa cautela anche se i risultati sono straordinari. Siamo su un crinale su cui tutto può accadere». «E' questa la risposta a chi chiede perché non stacchiamo la spina», dice il medico personale di Fellini Gianfranco Turchetti. «Federico è vivo e quindi va curato. Il cuore, i reni, i polmoni e adesso anche l'intestino funzionano. A livello ce¬ rebrale non è decerebrato e ci sono dei riflessi, anche se minimi, alle prove di stimolazione dolorosa. Non si può abbandonare la terapia quando le funzioni vegetative sono presenti. Questo non significa però che c'è accanimento terapeutico. Agiamo solo con buon senso». Quello che più si teme adesso sono le temibili complicazioni che si osservano in questi casi come un'infezione renale o un problema di natura coagulativa. Per la guarigione di Fellini accanto alla medicina ufficiale si sono mobilitati in tanti. «Ricevo continuamente lettere di chi mi consiglia questa o quella cura». L'ultima è di una fantomatica "accademia moscovita" che mi consiglia di immergere Federico nell'acqua calda e di praticargli delle frizioni di un certo tipo». [m. cor.]

Persone citate: Cesare Fieschi, Federico Fellini, Fellini, Fellini Gianfranco Turchetti, Fieschi

Luoghi citati: Roma