«Via la nomenklatura della Confcommercio» di Andrea Di Robilant

«Via la nomenklatura della Confcommercio» Dopo l'avviso di garanzia ai vertici dell'organizzazione per falso e truffa nella vendita di immobili «Via la nomenklatura della Confcommercio» // capo dei fornai di Roma: Colucci deve dare le dimissioni ROMA. «Il presidente Francesco Colucci e il suo assistente Aldo Antognozzi se ne devono andare», scandisce Piero Morelli, il capo dei fornai di Roma che ha deciso di sfidare «la nomenklatura con la kappa» della potentissima Confcommercio. Il giorno dopo la notizia dell'avviso di garanzia a Colucci e Antognozzi, Morelli versione masaniello dei commercianti convoca una conferenza stampa per sferrare il suo attacco alla dirigenza del sindacato. Arriva trafelato, con un cravattone a fiori e la zazzera sale e pepe che gli ondeggia sulla testa. Ai giornalisti annuncia: «Piero Morelli vuole far venire fuori la voglia di cambiamento che hanno i giovani dirigenti. Invece rimane tutto bloccato: tra poco i vecchi dirigenti arriveranno ai convegni in sedie a rotelle». Dietro all'episodio degli avvisi di garanzia che hanno colpito il vertice della Confcommercio nel momento più delicato della lotta sulla minimum tax c'è una rivolta contro la vecchia guardia guidata dal fornaio di Ostia. Perché non è un mistero che all'origine delle indagini che la magistratura sta conducendo sulla gestione finanziaria della Confcommercio c'è anche un lungo esposto di Morelli. «Diversi dirigenti nazionali sapevano - aggiunge il giovane fornaio - ma nessuno ha avuto il coraggio di fare ciò che ho fatto io. Spero che oggi Colucci e Antognozzi presenteranno spontaneamente le dimissioni». I suoi nemici lo hanno chiamato er bulletto della Confcommercio romana per quanto si agita all'interno dell'organizzazione. Quelli più teneri dicono che abbaia «come un cane alla luna». E lui: «Morelli sarà pure naif, ma vuole vivere il sindacato in modo diverso». Morelli sogna un sindacato più verace, fatto di commercianti veri, che vivono i loro problemi ogni giorno nella strada, «e non di funzionari che non hanno mai alzato una serranda». La Confcommercio degli ultimi anni - accusa il fornaio di Ostia - è tutto macchine di lusso, alberghi prestigiosi, congressi pieni di hostess in minigonna. «Basta coi compensi astronomici, con i sindacalisti di professione. Si sono messi a fare gli Agnelli ma sono buoni solo a fare gli abbacchi». Insomma, Morelli il moralizzatore. Ma anche più vicino ai commercianti. «Morelli va nella fanga, si sporca le mani perché così si fa sindacato. Ma io porto un modello di sindacato che quelli lì mi dicono che sono pazzo». Morelli accusa Colucci di essere «un presidente debole, completamente in balìa di An¬ tognozzi. E accusa Antognozzi di essere «un falco venuto da Milano, prelevato dalla compagnia generale dei trattori, uno che con il commercio non c'entra proprio niente». Colucci e Antognozzi preparano una contr'offensiva. E nel frattempo accusano i giornali di diffondere informazioni distorte e capziose. Oggi a Roma si riunisce la giunta di presidenza per decidere i prossimi passi. Qualcuno seguirà Morelli nella sua sfida al vertice? Lui dice: «All'interno del sindacato tutto è flessibile, tutto si muove, i giovani vogliono farsi avanti». Ma poi riconosce: «Per adesso sono piccolo e sono solo. Tanto che finita la conferenza stampa vado di là e pago il conto per l'affitto di questa saletta. Mi raccomando, non mi stracciate». Andrea di Robilant

Luoghi citati: Milano, Roma