RIBELLIAMOCI ALLA CITTA SPAZZATURA di Gianni Vattimo
Caso Enimont, ora Brescia vuole l'inchiesta di Milano RIBELLIAMOCI ALLA CITTA' SPAZZATURA mai abbastanza finita è appunto quello di averci abituato a voler sempre cogliere quello che sta «a monte», salvo accorgerci, appunto, che viviamo continuamente in mezzo a montagne di rifiuti. O anche, a pensare semplicemente che ci sono problemi più grossi, e che quindi non vale la pena di impegnarsi troppo su temi come questo. Quel che ha detto Luttwak, poi, che se Torino fosse abitata da americani sarebbe una delle più belle città del mondo, o insomma sarebbe più pulita, non credo si debba intendere nel senso più banalmente razzista, per il quale noi saremmo per natura, abitudini, tradizione inveterata, più trasandati e sporcaccioni. Probabilmente gli americani, che picchettano la casa del loro deputato (già, ma chi di noi sa chi è il «suo» deputato, nel gran calderone della proporzionale?) quando vogliono disapprovare una sua presa di posizione in Parlamento, riuscirebbero a tener la città più pulita prote- stando di più, più costantemente ed efficacemente, con le autorità competenti. Noi siamo invece preda di una disastrosa miscela di ideologismo e di rassegnazione. Alla quale cedono talvolta anche le migliori autorità competenti, anche i sindaci da cui ci aspetteremmo una soluzione più sollecita e radicale dei problemi. Soprattutto: non sarà davvero possibile, a Torino come a Napoli, a Genova, a Palermo e Roma, affrontare alcuni problemi specifici come questo senza aspettare la palingenesi di tutta l'amministrazione comunale, che sarebbe come aspettare il momento magico della rivoluzione o del giudizio universale? Se in qualche città si sono eletti, e si eleggeranno, speriamo, sindaci «nuovi», meno compromessi con le logiche della partitocrazia e immuni dalla corruzione, non è solo per ottenere che mettano in cantiere riforme di lungo periodo, di cui vedranno forse l'esito i nostri nipoti. Ciò che ci aspettiamo è anche che sappiano inventare soluzioni rapide ad almeno alcuni problemi della invivibilità delle città: non solo il problema dei rifiuti, ma quello delle varie forme di inquinamento che giorno per giorno ci accorciano la vita e che, dunque, sono forme di vera e propria aggressione fisica, piccoli omicidi dilazionati nel tempo. Quale città, per esempio, ha risolto il problema di quel fattore di inquinamento acustico che sono gli allarmi sonori delle automobili? Se uno di questi allarmi suona tutta la notte sotto la vostra finestra, ricominciando a intervalli regolari fino alla sperabile morte della batteria che lo alimenta, che cosa fanno i vigili? Dobbiamo aspettare che gruppi di cittadini, vantando il sacrosanto diritto alla legittima difesa, comincino a organizzare squadre di martellatori di carrozzerie che puniscano e dissuadano in modo un po' consistente gli illustri cultori di questo tipo di prevenzione dei furti (che non ha mai prevenuto niente)? E' così difficile stabilire che entro X mesi (ma non due o tre anni) non ci devono più essere auto con antifurto di questo tipo? E, quanto alla spazzatura e ad altri servizi comunali altrettanto basilari, è possibile che in tempi di disoccupazione e di cassa integrazione, non sia possibile trovare una soluzione impiegando utilmente (magari con qualche piccolo incentivo) la forza lavoro momentaneamente improduttiva e pagata con denaro pubblico? Si parla tanto, e forse troppo, del nuovo che dovrebbe finalmente farsi strada nella nostra vita politica. Ebbene, il nuovo, se ci sarà, nascerà anche e soprattutto da una maggiore attenzione e passione per i problemi concreti e quotidiani della vita associata, gran parte dei quali sono appunto quelli con cui hanno a che fare i Comuni. Il rinnovamento della politica italiana, dobbiamo capirlo chiaramente, parte dalle città. E' proprio così assurdo, tra l'altro, pensare che una città più pulita sarebbe anche una città meno violenta? Anche per questo, dobbiamo disporci a modificare tante abitudini inveterate: nei media, dando importanza centrale ai problemi locali, con una attenzione e un pungolo costante delle amministrazioni; da parte di tutti noi cittadini, con un impegno a protestare e a farci sentire con tutti i mezzi di cui disponiamo, e magari inventandone di nuovi. Per non dover continuare ad affogare nella spazzatura e a prender lezione dagli americani. Gianni Vattimo
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- «Mio figlio Fabrizio non si Ú suicidato»
- Una fanciulla che guarisce gli infermi
- Instabile il tempo nell'Italia settentrionale dopo la lunga siccità
- Sicilia, vistosa affermazione per Mattarella «junior» (dc)
- Volevano rapinare il proprietario di una ditta a Dogliani: «Ma qualcuno lo fece prima di noi»
- La loro crociata
- II concerto Scherchen all'Auditorium Rai
- Aprile 1996
- Giovedì 12 settembre 1996
- Gatvanese e Qiavara vittime iti stiramenti
- Una festa assurda, non si doveva fare
- Il doppio funerale di Antonio Tatò
- Arriva la luce elettrica
- La verità di una donna sequestrata
- «Mio figlio Fabrizio non si Ú suicidato»
- La donna sequestrata dai banditi rivive il "dramma" della rapina
- Domenica sera si conclude alla televisione il giallo di Durbridge "COME UN URAGANO,, Abbiamo chiesto ai veri Maigret della Polizia le possibili soluzioni dell'enigma all'inglese
- Wayne, ultimo pistolero
- Il giudizio della Chiesa sul trapianto della cornea
- Una fanciulla che guarisce gli infermi
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- S'uccide con l'auto contro un rimorchio l'industriale del tessile Zegna Baruffa
- "Varsavia deve arrendersi"
- Ucciso insegnante di ginnastica
- Annientato da Monzon abbandona la boxe
- Una festa assurda, non si doveva fare
- Furono in tre a uccidere Pasolini?
- Il giovane uxoricida e nascosto nei boschi che circondano Druent?
- L'orrenda visione nella sala della Banca
- La verità di una donna sequestrata
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy