I metalmeccanici domani in piazza
I metalmeccanici domani in piazza Sciopero dei dipendenti di aziende in crisi I metalmeccanici domani in piazza I metalmeccanici invadono domani le vie del centro. Scendono in piazza i dipendenti delle aziende in crisi. Il corteo partirà alle 9,30 da piazza Castello, proseguirà per via Po, via Rossini, via Verdi (sosta davanti alla Rai), via San Massimo, di nuovo via Po, piazza Castello, via Roma, piazza Carlo Felice, corso Vittorio, corso Galileo Ferraris, corso Stati Uniti e si concluderà davanti alla sede dell'Unione Industriale, in via Fanti. Alla manifestazione parteciperà anche il sindaco Valentino Castellani che lancerà un messaggio ai lavoratori in sciopero e agli imprenditori. Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil ieri mattina hanno spiegato i motivi di questo sciopero che precede di una settimana quello generale, che in Piemonte sarà di otto ore anziché di quattro. La crisi delle aziende metalmeccaniche dell'area torinese si aggrava. Giovanni Avonto, segretario della Firn, non nasconde che il periodo nt durerà almeno un altro anno; ancora non si intravede la fine del tunnel». A conferma del pessimismo le cifre: sono ventimila i lavoratori piemontesi iscritti alle liste di mobilità di cui oltre dodicimila in provincia di Torino. I sindacati non attraversano un periodo positivo: oltre alla crisi economica, devono far fronte a un dibattito interno talvolta confuso e polemico. Ma occorre dare atto ai rappresentanti piemontesi dei metalmeccanici di saper ritrovare sostanziale unità nei momenti difficili. Pietro Marcenaro, leader della Fiom: «In questo sciopero sono coinvolte 60 aziende. Uno degli obbiettivi principali: evitare che nelle prossime settimane molte imprese vengano travolte da una catastrofe finanziaria». Marcenaro fa i nomi: «Il gruppo Fornara e la Viberti, la Altissimo, la Gallino. Aziende con situazioni diverse, ma tutte di fronte a una crisi finanziaria di vaste proporzioni. E poi ci sono molte imprese che tendono a ri¬ durre i dipendenti e il salario. Tra queste la Rambaudi del presidente dell'Unione Industriale che vuole tagliare di un terzo l'organico, la Gilardini, la Cromodora, la Sepi, la Borgo Nova, la Alessio Tubi». Firn, Fiom e Uilm contestano la rigidità dell'Unione Industriale. Spiega il segretario regionale della Fiom: «C'è da parte degli imprenditori una voglia di gestione unilaterale della crisi senza utilizzare i contratti di solidarietà, strumento previsto dalla legge». Interviene Avonto: «Con il contratto di solidarietà il lavoratore mantiene il posto, ha una consistente riduzione d'orario e una di stipendio pari al 25 per cento delle ore non lavorate. Ma gli industriali preferiscono tagliare gli organici, è più facile». Angelo Scalzo della Uilm: «I contratti di solidarietà, a differenza di mobilità e cassa integrazione, rappresentano una prospettiva per il futuro». Enzo Bacaranì Il Il corteo dei metalmeccanici partirà alle 9,30 da piazza Castello e si concluderà davanti all'Unione Industriale Parteciperà anche il sindaco Castellani
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