Chivasso, era di un miliardo e mezzo la tangente promessa ai politici

Chivasso, era di un miliardo e mezzo la tangente promessa ai politici Chivasso, era di un miliardo e mezzo la tangente promessa ai politici Ospedale, patto di ferro dc-psi Dei cinque dirigenti arrestati uno parla Sulla sanità sarà sentito anche La Ganga La grande spartizione della sanità pubblica negli anni d'oro degli appalti e delle mazzette si accresce di un nuovo capitolo. I giudici vogliono scriverlo sull'ampliamento dell'ospedale di Chivasso. Dopo i cinque arresti di venerdì, i pm Andrea Bascheri ed Eugenia Ghi hanno tirato su la rete con il primo giro di interrogatori e «pescato» una confessione: la promessa di un miliardo e mezzo di tangente a politici, il secondo livello dell'inchiesta. E' stato Roberto Salvestroni, della Prunotto di Alba, ammettendo la promessa della mazzetta, a consentire ai due pubblici ministeri di rilanciare le accuse. La Prunotto fa parte della cordata che, all'inizio del 1992, si era aggiudicata l'appalto: 53 miliardi, cinquanta dei quali stanziati dal piano sanitario nazionale. E' l'ennesima indagine sulla sanità. La Procura vuole chiarire i collegamenti fra i vari appalti e tangenti. Su questo scenario verrà sentito nei prossimi giorni l'on. Giusi La Ganga - su sua richiesta -, uomo forte forte del vecchio psi in Piemonte. A Chivasso il raggruppamento di imprese capeggiato dall'Itinera di Tortona era stato il solo a presentarsi alla gara d'appalto offrendosi di realizzare i lavori, sulla base di un proprio progetto, per 37 miliardi e 300 milioni, una somma molto inferiore a quella prevista dal finanziamento pubblico. Un rapido conto: la tangente promessa sarebbe stata superiore al 3 per cento. La prima stranezza sta nella consistente differenza fra l'offerta e il budget stanziato: se è vero che i lavori potevano essere realizzati con quasi 16 miliardi in meno, se ne deve dedurre che quei 53 miliardi rappresentavano costi gonfiati per far rientrare sprechi e altro nel finanziamento. La seconda stranezza: perché sarebbe stata promessa una tangente, quando l'Itinera, la Prunotto e la Cei di Milano non avevano concorrenti? Per la verità, una seconda cordata (Recchi, Borini, Fiat Engineering, Ccpl e Vianini) si era formata per partecipare alla gara, rinunciandovi all'ultimo momento. Altro perché? Coincidenza: della commissione aggiudicatrice faceva parte Francesco Caretta, presidente Ativa e consigliere Sinelec (di cui è presidente Binasco). C'è stata una spartizione degli appalti fra le maggiori imprese? Tangenti comprese? Bruno Binasco, l'amministratore delegato dell'Itinera in carcere alle Vallette, ha continuato a negare anche di fronte al gip Simonetta Rossotti di aver promesso tangenti. Ora i pm vogliono convocare il suo presidente, Marcellino Gavio. Da chiarire anche il ruolo di Mario Moiso, dirigente dell'impresa di Tortona, ex sindaco di Claviere ed esponente di spicco del psi della Valsusa. Degli altri arrestati, Dieter Bachsmit (l'ingegnere che per l'Itinera ha coordinato il progetto) e Walter Fruiti sono stati posti a confronto con Salvestroni. Alla fine, i rispettivi legali, Claudio Morra ed Ennio Galasso, hanno chiesto la revoca della misura cautelare. A casa è tornato solo Salvestroni (difeso dall'avvocato Roberto Ponzio). La Prunotto lo assunse a fine '90 quando decise di partecipare ad appalti pubblici, incaricandolo di tenere i rapporti con gli ambienti politici. Socialista, Salvestroni era stato in relazioni d'affari con Ettore Altea, il portaborse di La Ganga inquisito per tangenti. L'ipotesi - sulla quale lavorano i magistrati - è che per l'ospedale di Chivasso si sarebbe verificata la medesima situazione creatasi ad Asti per la costruzione del nuovo nosocomio. L'inchiesta sul fronte astigiano aveva fatto scoprire un patto di ferro nazionale fra de e psi per dividersi la grande torta dell'assegnazione degli appalti da finanziare con i 30 nula miliardi del piano sanitario nazionale del 1988. Secondo l'accordo, in ogni regione doveva esservi un referente per ciascuno dei due partiti, l'uomo designato a gestire il patto nazionale a livello locale. Nell'inchiesta su Asti è emerso che quel ruolo, per il psi, era stato affidato ad Eugenio Maccari (ex assessore regionale alla Sanità, in carcere per le tangenti dell'elisoccorso). Per la de l'incaricato sarebbe stato Ezio Astore (ex assessore provinciale, fedelissimo dell'on. Bonsignore). Per Chivasso chi erano i referenti? Sinora i due pm hanno indagato l'ex sottosegretario Rolando Picchioni, leader piemontese del «Terzo polo», e un gruppetto di suoi uomini, sulla sponda de. Mentre, in casa socialista, un avviso di garanzia è arrivato, tra gli altri, a Salvatore Marasà, ex vicesindaco di Chivasso ed ex responsabile provinciale della sanità per il psi. Alberto Gaino Nino Pietropinto Tra gli indagati Rolando Picchioni, ex capogruppo de in Regione, e Marasà, ex vicesindaco di Chivasso Rolando Picchioni, de, ex capogruppo in Regione, si è autosospeso quando ha ricevuto l'avviso di garanzia La Ganga, fedelissimo di Craxi sarà sentito dai giudici nei prossimi giorni per Chivasso