La polizia è sotto choc per le inchieste sui suoi uomini coinvolti da alcuni pentiti in traffici di droga

La polizia è sotto choc per le inchieste sui suoi uomini coinvolti da alcuni pentiti in traffici di droga La polizia è sotto choc per le inchieste sui suoi uomini coinvolti da alcuni pentiti in traffici di droga Questura, lo scandalo dilaga Arrestato il quarto agente: aveva eroina Ma come, ancora un arresto nella polizia? La notizia si diffonde nel primo pomeriggio, galleggia per qualche ora fra imbarazzi e smentite, poi a sera arriva la conferma ufficiale. Sì, hanno preso un altro agente. Il solito pentito ha fatto il suo nome, e dalla perquisizione domiciliare sono saltati fuori un piccolo quantitativo di eroina e una pistola con il numero di matricola abraso. Lo scandalo si allarga. Il terremoto continua. La cattura risale a martedì 12 ottobre. Un giorno che la questura torinese avrebbe voluto dimenticare in fretta, con tutti i giornali che riportavano la storia dell'ispettore e del sovrintendente della narcotici accusati di spaccio, e il questore costretto a esporsi in prima persona e a invocare «trasparenza e pulizia». Il poliziotto che quel martedì ha ricevuto la visita dei colleghi della Mobile si chiama Stefano Peira, 30 anni. Presta servizio al primo distretto di via Verdi, il commissariato della zona centro. E' uno studente lavoratore, iscritto al terzo anno di Architettura. Dopo l'interrogatorio negli uffici della procura, il sostituto Francesco Fassio ha disposto il suo trasferimento nel carcere militare di Peschiera del Garda. Questione di sicurezza: i detenuti delle Vallette non sono mai teneri con i servitori dello Stato accusati di fare il doppio gioco. «Io un doppiogiochista? Volete scherzare?». Peira nega qualsiasi coinvolgimento in sporchi affari con la malavita. La sua verità è raccolta nel lungo memoriale difensivo preparato dal suo legale, avvocato Wilmer Perga, e inoltrato ai giudici del tribunale della libertà che oggi dovranno pronunciarsi sul ricorso. L'agente ha giustificato l'eroina nel suo appartamento sostenendo che gli serviva come «merce di scambio», in pratica per ottenere informazioni da un confidente. E la pistola? «Una pratica che non sono riuscito a chiudere durante l'orario d'ufficio». Con Peira sale a quattro il numero di agenti arrestati per droga negli ultimi otto giorni. Oltre a quelli della narcotici, lunedì c'è stata infatti la cattura di Giuseppe Carta, sovrintendente, capopattuglia di una squadra dei Nop, Nuclei operativi di prevenzione. Carta, che è difeso dall'avvocato Antonio Forti, è stato interrogato ieri dal giudice per le indagini preliminari Luca Del Colle. Al termine il magistrato lo ha fatto portare nel carcere (naturalmente militare) di Roma. Carta è finito nei guai per le dichiarazioni di alcuni extracomunitari. Deve rispondere non solo di cessione di sostanze stupefacenti, ma anche di corruzione, concussione, furto, falso e calunnia. Una storia brutta e complicata, che ruota attorno alla pizzeria «Nefertiti» (ora «L'altro mondo») di via Tartini 8. Il tito¬ lare, l'egiziano Mandou Fargal, doveva dei soldi al sovrintendente: 18 milioni. Il cuoco, Mohamed Ibrahim Gabr, molto di più. Gli doveva la libertà: nel corso di un'operazione antidroga i 6 grammi di eroina che aveva addosso erano passati, grazie alla protezione del poliziotto, dalle sue tasche a quelle di un certo Ahmed Tarhouni, spedito innocente alle Vallette. Il pizzaiolo ha raccontato: «Non avendo la somma da restituirgli, ho ceduto a sua moglie una quota del 20 per cento del locale». E il cuoco: «Quando ha fatto irruzione nel mio alloggio, ha rubato a me 7 milioni e alcuni gioielli, a un mio connazionale quasi 2 milioni». Entrambi hanno aggiunto: «Eravamo nelle sue mani. Veniva nel locale con amici e parenti, non pagava mai, di tanto in tanto allungava bustine sequestrate per lavoro». «Tutte falsità», replica il sovrintendente. Ma contro di lui pesano molti riscontri negativi. Innanzitutto le ammissioni di due dei tre agenti denunciati per la vicenda (il terzo è in viaggio di nozze): «Ci ha costretti a chiudere un occhio». Poi, la falsa denuncia di smarrimento del libretto assegni che Carta ha presentato in primavera. Una mossa per non fare incassare a Fargal i 5 milioni dell'auto che aveva comprato da lui. Mossa fatale, che ha trascinato Carta e la questura nella bufera. Gianni Armand-Pilon L'ultimo caso riguarda il commissariato di via Verdi, ma l'accusato nega tutto: «La pistola? Mi portavo a casa il lavoro...» Un'immagine del film «La donna della domenica» (qui a fianco) con Mastroianni nei panni del commissario Santamaria Sotto Giuseppe Montesano e la pizzeria «Nefertiti», ora «L'altro Mondo»

Luoghi citati: Peschiera Del Garda, Roma