lo Stabile di Torino si moltiplica per 19

lo Stabile di Torino si moltiplica per 19 Un circuito per far circolare meglio gli spettacoli e promuovere l'attività delle compagnie locali lo Stabile di Torino si moltiplica per 19 Così diventa il più grande polo teatrale che esista in Italia TORINO. Il Teatro Stabile si fa in quattro. Anzi, in 19. Da quest'anno l'ente assume carattere regionale (con soci fondatori Regione, Provincia e Comune, secondo il decreto Tognoli) e propone un circuito teatrale diversificato su tutto il Piemonte. Non soltanto distribuzione di spettacoli, ma anche di una vera e propria organizzazione di servizi inerenti all'attività drammaturgica. L'«intervento a pioggia» da un centro su una zona allargata, che finora ha caratterizzato l'azione dello Stabile sulla regione, è sorpassato. Da quest'anno l'attività sarà diversificata a seconda delle particolari esigenze di ciascun Comune: si andrà dalla semplice consulenza organizzativa alla gestione completa di teatri (come accade con Novara e con Tortona), dall'amministrazione all'organizzazione del personale, alla programmazione dei cartelloni, fino alla promozione di una serie di iniziative culturali parallele. I numeri parlano da soli: 19 comuni coinvolti nel circuito (Alba, Borgomanero, Borgosesia, Casale, Ceva, Cuneo, Moncalieri, Moncalvo, Mondovì, Novara, Oleggio, Savigliano, Cavallermaggiore, Fossano, Marene, Racconigi, Tortona, Verbania e Vercelli), 15 teatri, 240 recite di cui 49 di compagnie piemontesi, 60 compagnie ospiti. «Nell'immaginario torinese lo Stabile è ancora il teatro di Torino - dice il presidente Giorgio Mondino - ma non è più così. Il nostro ormai è il teatro della Regione Piemonte. E in Italia è il più grande polo regionale che esista. Se guardiamo ai grandi teatri metropolitani, come il Piccolo di Milano, lo Stabile di Genova, il Teatro di Roma, vediamo che non hanno nessun rapporto duraturo di collaborazione con il territorio. La realtà torinese è interessante anche a livello nazionale ed europeo, per la sua specificità». II progetto del circuito, oltre a permettere la circolazione di spet¬ tacoli teatrali ad alto livello, intende promuovere l'attività delle compagnie locali. Per questo primo anno sono stati scelti quattro gruppi piemontesi che lavoreranno in quattro città (Borgosesia, Novara, Savigliano e Tortona), attuando progetti artistici pensati in rapporto al territorio. Le compagnie che partecipano al progetto sono alcune di quelle «storiche» del teatro di ricerca in Piemonte, che hanno avuto in questi anni percorsi più o meno di successo: il Laboratorio Teatro Settimo, il Mago Povero/Alfieri di Asti, Assemblea Teatro e Teatro dell'Angolo di Torino. Riguardo ai cartelloni delle stagioni, variano da comune a comune, anche se molti spettacoli si ritrovano in più cittadine. Si va dalla tradizione, alla ricerca, al comico d'autore, ai nuovi protagonisti delle scene italiane, ai cabarettisti che si vedono in tv. Si susseguono in palcoscenico nomi come Umberto Orsini («Un marito» di Sve- vo, regia di Patroni Griffi), Franco Branciaroli («L'ispettore generale» di Gogol), Gabriele Lavia («Il duello» di Kleist), Ornella Vanoni («Lettera a una figlia» di Wesker, regia di Giorgio Albertazzi), Ernesto Calindri («Pensaci, Giacomino» di Pirandello). E ancora «grandi» della scena come Paola Borboni, Giulio Bosetti, Alberto Lionello, Paolo Bonacelli, Giorgio Gaber, Renzo Montagnani, Flavio Bucci, Rossella Falk, Raf Vallone, Sergio Fantoni, Ugo Pagliai, Giancarlo Sbragia, Turi Ferro. Non mancano nomi «giovani» come Alessandro Bergonzoni, Luca Fagioli, Lucia Vasini e Maurizio Milani. «I cartelloni devono accontentare le preferenze di una platea varia spiega Mondino -. Nei comuni più piccoli il teatro è ancora un avvenimento sociale. Ci vanno insieme giovani e anziani: per questo bisogna cercare di venire incontro ai gusti di tutti». Cristina Caccia