Adulterio giudicano solo i benpensanti

Adulterio giudicano solo i benpensanti LETTERE AL GIORNALE «Millelibri» e i non lettori; che coraggio il console di Singen Voglia matta di ottimi narratori Non ho che parole di compiacimento per l'articolo di Claudio Altarocca su «Tuttolibri», ((Addio Signor Millelibri». So che alcuni critici letterari (?) storcevano il naso nei riguardi di Millelibri. Ma perché? Certi critici letterari non sanno che scrivere fumose recensioni. Noi lettori, invece, di qualunque livello (dalla Courtland a Bellow, da Curtò a Rea) desideriamo che il Critico (stavolta con la lettera maiuscola) ci spieghi un po' la trama, ci descriva i personaggi, ci parli della tematica del libro, ci faccia comprendere (se c'è) la fantasia, la forma poetica, l'immaginario... Non sempre il libro è «storia»! Orbene, «Millelibri» ed anche «Tuttolibri» tengono in considerazione tutto ciò. Certo lasciamo pure spazio anche ai critici (stavolta con la lettera minuscola) che fanno le recensioni per i colleghi e di questo (scusate la frase un po' forte, ma ci vuole) chi se ne frega! A volte distruggono i vincitori dei Premi Strega, Viareggio, Campiello, Bancarella, Dessi, ecc. mentre i vari Rea, Baricco, Marabini, Crovi ed altri sono degli ottimi narratori. Invece (ma non voglio fare nomi) questi critici sono solo dei supponenti! Solo dei supponenti che non sarebbero capaci manco di scrivere un raccontino facile, facile... Complimenti, dunque «Tuttolibri» ed un saluto riconoscente ed affettuoso a «Millelibri» che se ne va... forse anche per colpa di noi italiani o meglio degli italiani (tanti, troppi) «non lettori»! Cesare Cesari Portomaggiore (Ferrara) Un bell'applauso per il generale Ho apprezzato l'intervento del ministro Fabbri a proposito delle dichiarazioni del generale Canino. L'intervento del mi- nistro è stato nel complesso misurato, anche per la parte in cui sostiene che su tali aspetti del dibattito politico non sta ai militari intervenire. Ma a questo proposito viene spontanea una domanda: senza le dichiarazioni di Canino, il ministro Fabbri avrebbe sentito il dovere di intervenire? E se l'intervento di Canino può essere censurabile (di fronte ad un bene prezioso come l'unità nazionale queste sottigliezze mi sembrano fuori luogo!) non lo è un po' di più il silenzio di chi dirige l'attuale governo? Per non parlare poi, anche se questa è un'altra questione, di tanta parte della nostra classe politica che pur combattendo Bossi finisce colpevolmente col capitolare di fronte alle sue tesi (vedi il «federalismo cooperativo» [?] o il «regionalismo al limite del federalismo» di pds e psi). Per quel che mi concerne come patriota e come democratico (e spero che nessuno mi venga a dire che le due cose si escludono!) plaudo all'intervento del generale Canino. Mario Buonajuto, Caserta «18 mila italiani senza assistenza» Dopo circa 17 anni di presenza consolare nel Comune di Singen, già limitata a sole 3 ore settimanali, il console Filippo Scammacca del Murgo ha avuto il coraggio di sospendere il servizio lasciando senza assistenza da parte degli impiegati consolari circa 18.000 emigrati italiani. Ciò col pretesto delle spese di viaggio (miseri ca. 250 DM al mese che gli italiani di Singen e dintorni sarebbero pronti a pagare loro stessi). E si tenga conto che il locale è sempre a disposizione gratuitamente da ben 17 anni per interessamento del sindaco di Singen F. Mòhrle, grande amico degli italiani. Il console vor- rebbe ora far credere agli italiani che il servizio sospeso è stato sostituito colla nomina di un nuovo corrispondente consolare, il quale non può svolgere le operazioni di competenza unicamente degli impiegati del consolato. L'intenzione ora realizzata dal console appare ancora più grave se si pensa che presso il consolato giacciono circa 5000 firme raccolte dagli italiani emigrati per la richiesta di apertura di un'Agenzia consolare a Singen. Sono stato promotore della raccolta di firme quale membro del Comites, Comitato degli italiani all'Estero della cir¬ coscrizione di Friburgo, il quale ha avuto buoni contatti col ministero degli Affari Esteri, l'ambasciatore e il console. Tutto procedeva positivamente per l'apertura di un'Agenzia consolare a Singen, si aspettava l'apertura di una porta che il console invece ha chiuso. Alla sospensione della presenza consolare a Singen mi oppongo io, eletto membro del Comites col 75 per cento dei voti in questa città, e ora, per l'indispensabile riattivazione della presenza consolare a Singen, sto raccogliendo firme con tutte le forze sociali e le associazioni della Provincia di Costanza e di quelle limitrofe. La richiesta di ripresa di questo servizio (in attesa comunque dell'apertura di un'Agenzia consolare) è diretta al console Scammacca e alle altre competenti autorità. Gerardo Paternostro Singen (Germania) Pagine di storia della brigata Folgore Ho letto su La Stampa del 12 ottobre u.s. una lettera del signor Guido Pozzi di San Francesco al Campo (Torino) nella quale veniva ricordato come il nome «Folgore» in lui evochi sia il valido ed umano comportamento dei paracadujtisti di questa brigata nelle vicende ben note di Somalia che, al contrario, un sentimento di disagio in quanto da lui collegato ai tragici fatti del periodo 1943-45 allorché, nell'Italia del Nord, soldati appartenenti a quella divisione operarono, inquadrati nella Repubblica Sociale, in operazioni antipartigiane. Credo comprensibilissimo il sentimento provato dal signor Pozzi, all'epoca dei fatti giovane spettatore di quei terribili momenti, tuttavia penso sia utile ricordare, al fine di una più completa rievocazione storica degli anni dell'ultimo conflitto mondiale, che la «Folgore» combatté con inequivocabile valore sul fronte nordafricano. E' una gloriosa, seppur drammatica e sfortunata pagina di storia, quella che scrissero gli uomini della «Folgore» combattendo ad El Alamein, insieme a soldati di altri reparti, nell'ottobre-novembre del 1942 contro le forze dell'impero britannico. Proprio un anno fa si rievocarono in loco, presso il sacrario militare costruito su disegno del valoroso Caccia Dominioni, quelle gesta, ed anche negli antichi nemici del tempo non mancò, come mai mancò in tutti questi anni, il rispettoso riconoscimento di valore. A proposito dell'epoca resistenziale, non si deve, infine, dimenticare che reparti di paracadutisti presero parte attiva nel ricostituito esercito italiano, alleato agli anglo-americani nella guerra di Liberazione. dr. Marco Montesso, Torino Ma il cervello muore per primo? La medicina, non essendo la matematica, non è infallibile. (Talidomide, interventi massicci su tonsille ecc.). Nessuna discussione, però, era mai avvenuta in passato per dichiarare vivo un vivo e morto un morto. Con l'arrivo di certi trapianti di organi le cose si sono un po' confuse. Attualmente sta per essere definitivamente votato il p.d.l. 1366 (Camera 764) in arrivo al Senato per definire la «cosiddetta morte cerebrale». Il cervello morirebbe per primo mentre tutti gli altri organi sarebbero vivi ed espiantabili. Ma il cervello muore proprio per primo o per ultimo? Questa dichiarata morte cerebrale non è distruttiva, biologica, maleodorante anche se per giorni e giorni il paziente è in rianimazione. Cito solo alcuni articoli interessantissimi per una attenta critica. Epoca 274-1993 Marcelletti. Avvenire 11-7-1993 Corradi. Orizzonte Medico giugno 1984 Beretta Anguissola. Agnese Cantalamessa, Roma