Strada di M. As.

Strada Strada «Non rinnego i miei giudizi» •mtFIEL confronto su Lenin c'è » un convitato di pietra: è a Vittorio Strada, autorevole ■ slavista, oggi direttore delk 11 l'Istituto italiano di cultura a Mosca. Quando scriveva i brani citati da Canfora a sostegno delle proprie tesi, Strada non aveva ancora maturato la conversione che lo avrebbe portato verso la fine degli Anni 70 a allontanarsi dal comunismo. Oggi ripeterebbe quelle valutazioni? «E perché non dovrei? Che Lenin sia stato un punto di svolta nella storia mondiale è fuori discussione; quindi anche oggi e ancora in futuro il giudizio degli storici dovrà esercitarsi sulla sua opera, come su quella di Stalin, di Hitler, di Mao e degli altri protagonisti del '900. Non si può metterli nel dimenticatoio. Dove però non sono d'accordo con Canfora è sul modo di trattare Lenin: per me non deve essere oggetto di una dogmatica fideistica, ma va affrontato criticamente. Quel che mi interessa è il fenomeno politico nella sua complessità e nella sua drammaticità storica, non le polemiche strumentali. Il mio saggio del '71 citato da Canfora lo considero ancora un punto di partenza per ulteriori ricerche sul padre della Rivoluzione d'ottobre che spero di riprendere un giorno». E la salma? «Sono sempre stato convinto che la presenza di quella mummia nel centro di una grande città come Mosca sia assurda. Indipendentemente da ogni giudizio politico. Già quattro mesi fa avevo scritto una lettera a una rivista russa, proponendo di trasformare il mausoleo di Lenin in un memoriale dedicato alle vittime della Rivoluzione. A tutte le vittime», [m. as.]

Luoghi citati: Mosca