NESSUNO E' SACRO di Lorenzo Mondo

NESSUNO E' SACRO NESSUNO E' SACRO EERCHE' pensare subito al complotto? Perché non essere sfiorato dal dubbio di averla sparata troppo grossa? Eltsin come Totò Riina, il mausoleo di Lenin come la tomba modesta di Gramsci al cimitero degli Inglesi, eccetera. Questa dismisura faziosa nella polemica era l'argomento del mio articolo e non la difesa di Eltsin. Non so chi sia e quanto valga «Corvo bianco» (probabilmente non è un granché), non credo comunque che esistano personaggi sacri fra quelli che si trovano a impastare il sangue e il fango della Storia. Nemmeno Lenin. Io mi dimostravo tra l'altro scettico sull'opportunità di vendicativi traslochi funerari. Diffidente degli iconoclasti, aggiungevo che la salma del padre di tutte le vittorie, se non come oggetto di culto (una ipotesi disperata che lascio tutta a Canfora) per il suo peso storico potrebbe richiamare a lungo l'attenzione di studiosi, viaggiatori e curiosi. Non credo più offensivo per Lenin quello che si fa impunemente perla tomba di Napoleone agli Invalidi (il biglietto, del resto, servirebbe a pagare le spese di custodia e cosmesi). Non capisco dunque cosa c'entri l'adorazione del mercato che mi imputa il mio interlocutore, impermeabile al sorriso. Veniamo pure ai concetti. Liberissimo Canfora di pensarla diversamente, nascondendosi maliziosamente dietro l'autorità di Vittorio Strada. Ma è una stravaganza condivisa da molti che Lenin fosse consustanziale con il sistema sovietico e le sue «degenerazioni», un sistema che ha rappresentato (cito anch'io il mio Tacito) un «quid ultimum in servitute», un punto estremo di illibertà. E mi ostino a credere che le immagini risplendenti di Bruto e Cassio siano evocate maldestramente per lo zar della Rivoluzione. Quanto alla sventurata e calunniata Vandea, è un altro chiodo fisso della Sinistra. Eppure si può leggere la storia della Rivoluzione francese al di fuori delle decalcomanie marxiste e leniniste, delle vetuste interpretazioni di Mathiez e di Lefebvre. I fascisti di Vichy hanno ritenuto vantaggioso appropriarsene, ma gli chouans avevano tutto il diritto di battersi contro la Francia giacobina, accentratrice e dispotica. Di scegliere di vivere neH'«oscurantismo». E' possibile che a fine millennio si continui a demonizzare l'«inéxplicable Vandée» come faceva Barrère, che intanto decretava il genocidio nelle province ribelli? Un'ultima postilla. Quando immaginavo Canfora «a testa bassa e con gli occhiali appannati», parlavo per metafora. Provo perfino imbarazzo nel ricordarlo a un fine esegeta come lui. Lorenzo Mondo

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