Manager massacrata dai nipoti dopo una lite di Pierangelo Sapegno

Cagliari, era alto funzionario di istituto di credito ed ex collaboratrice del ministro Savona Cagliari, era alto funzionario di istituto di credito ed ex collaboratrice del ministro Savona Manager massacrata dai nipoti, dopo una lite Chiusa in valigia e bruciata CAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO Di notte, ci sono solo le luci fioche dei lampioni e i rumori lontani e un po' cupi della periferia urbana. L'auto bruciava lì, sotto il cavalcavia, un ampio spiazzo terroso, fra le quinte lugubri dei palazzi sullo sfondo, e i piloni di un ponte ancora da fare, in mezzo a due rampe che girano e si fermano nel vuoto, appese a metà in questo scenario da sciagura postmoderna. Ci sono canne e cespugli e alberelli stenti, dall'altra parte, fin dove arriva l'occhio. Adesso è rimasta una grande macchia nera, su questo piazzale desolato. «Erano le due e mezzo della notte quando ci hanno chiamati», raccontano i vigili del fuoco. Una voce anonima: «Venite, c'ò una macchina in fiamme». Nel bagagliaio di una Golf bianca avvolta dal fumo e annerita dalle lingue di fuoco c'era una valigia e dentro la valigia il corpo di una donna, massacrata a sprangate. Misteri d'Italia. L'ultimo ha il volto e il nome di una delle signore più conosciute di Cagliari, Irma Rombi Jacobsen, 46 anni, direttore dell'Osservatorio economico del Credito Industriale Sardo, ex collaboratrice del ministro dell'Industria Paolo Savona, un curriculum da grande manager della finanza. Per questo mistero fosco, però, lasciano capire gli inquirenti, questa volta ci sarebbe già una pista. «Una questione familiare», dicono. Due nipoti della vittima (figli di un fratello, Alessandro, che si era separato dalla moglie) sono stati arrestati in serata: Fabrizio Rombi, 23 anni, e Alessio, di 20. Lunghi interrogatori e qualche contraddizione. Forse, soltanto una storia terribile e banale di interessi. Nessun segreto pericoloso, nessun mistero d'alta finanza. La donna manager è morta così, colpita con una spranga, poi piegata e chiusa dentro una valigia, abbandonata nella macchina in fiamme fra i piloni di un ponte che non c'è. Ora non resta che cercare gli altri scampoli di verità nella sua storia personale, nella sua vita privata. Uno dei due nipoti, Fabrizio, studente senza troppa fortuna, viveva con lei, a casa sua, da qualche tempo, da quando i genitori si erano separati. Uno strano rapporto fra due persone che raccontano di poche parole e poche amicizie. «Una compagnia alla mia solitudine», diceva lei quando le chiedevano di quel nipote. I vicini, invece, ripetono che lei voleva aiutarlo, «perché Fabrizio aveva qualche problema di crescita». E certo, non doveva essere un rapporto semplice. Ogni tanto, con loro si fermava anche l'altro nipote, Alessio. E negli ultimi tempi lei aveva cercato con insistenza di convincerli ad andare via, a trasferirsi nella casa al mare di Porto Columbu. Domenica, la signora Irma era rientrata da Roma, dove era andata in missione per conto del Credito Industriale Sardo. Una sua amica, Francesca, l'aveva chiamata alle 14,30. «Mi ha detto che era appena rientrata, che era stanca e si sarebbe riposata: però, sono tutta la sera a casa, perché non passi a trovarmi? Le risposi che non potevo perché ero invitata a cena. Quando sono passata sotto casa sua, verso le 22, ho notato che le luci erano spente. Era una donna timida, desiderosa d'affetto. Una donna che credeva nel suo lavoro. Mi aveva detto che si era trovata bene a Roma. E io le dissi che sì, la sentivo serena. E lei allora mi rispose così: eh, ma la brutta realtà è qui». Nonostante i successi sul lavoro, Irma Rombi non doveva essere una donna felice. Laurea con 110 e lode in economia e commercio, corsi in finanza e organizzazione internazionale nella George Washington University, poi un lavoro nell'Interstat Federai Savings and Loans (Cassa di risparmio e prestiti) e nello studio legale Arnold and Poster; dal dicembre del '78 assistente di ricerca economica della banca mondia- le di Washington. Grande carriera, ma una vita sfortunata. Il marito, Charlie Jacobsen, era morto mentre se ne stava nel giardino di casa, travolto da un'auto guidata da un ubriaco che prima aveva passato le siepi come un missile e poi l'aveva schiacciato contro un'altra macchina. E lei da quel momento non era più riuscita a rifarsi una vita sentimentale: «una donna timida e sola», la raccontano le amiche. Non aveva figli ed era ritornata a Cagliari (gliel'aveva promesso proprio il ministro Savona) assunta dal Cis. Ma forse ora non le bastava più. «Era così brava», ripetono quelli che la conoscevano, «che anche questo posto da funzionario le stava stretto». Una donna in carriera e una morte terribile. Domenica, Irma Rombi era stata vista per l'ultima volta a metà pomeriggio da alcuni parenti, assieme a Fabrizio. Da quel momento di lei si sono perse le tracce. L'hanno ritrovata poco dopo le 2,30 della notte in quella Golf bianca abbandonata vicino al cavalcavia. In tempo, però, perché le fiamme non bruciassero il suo cada¬ vere e cancellassero le prove. Così, l'immediato riconoscimento e i risultati dell'autopsia hanno aiutato le indagini. Irma Rombi è stata uccisa nel pomeriggio di domenica, come ha accertato il medico legale, Francesco Paribello, colpita alla testa con una spranga: «Subito dopo la morte è stata piegata, e legata con fil di ferro per farla entrare nella valigia». Assassinata nella casa al mare di Porto Columbu, dov'era andata assieme ai nipoti. E qui sarebbe scoppiata l'ultima lite. Pierangelo Sapegno Difficile convivenza con uno dei due figli del fratello divorziato Domenica l'ultimo scontro Irma Rombi Jacobsen, 46 anni, era un alto funzionario dell'Istituto del Credito industriale sardo. E' stata uccisa a sprangate