Eni-Petromin

Eni-Petromin Eni-Petromin Ortolani al processo per la P2 ROMA. Lungo interrogatorio ieri per il finanziere Umberto Ortolani, imputato nel processo contro la loggia massonica P2 davanti alla seconda corte d'assise di Roma. Ortolani ha spiegato di essersi rivolto a Gelli nel '73 perché lo aiutasse «a frenare i virulenti attacchi di Mino Pecorelli su Op» contro di lui, che allora aveva molti interessi in Argentina; Gelli gli chiese di iscriversi alla P2. Sollecitato dal presidente della corte, Ortolani ha parlato del caso Calvi-Rizzoli: Andrea Rizzoli doveva pagare una forte somma alla famiglia Agnelli, Ortolani tramite Calvi lo aiutò a trovare i soldi, e così una quota del Corriere della Sera passò di mano. Da quel momento il quotidiano, ha detto Ortolani, cominciò a pubblicare articoli «influenzati da Gelli». Dopo aver parlato dei suoi rapporti con l'on. Rino Formica («mi chiese 500 milioni, in seguito mi tempestò di richieste e io rifiutai di rivederlo»), Ortolani affronta un argomento particolarmente scottante: quello della Sophilau, la società fantasma cui finirono i soldi dell'intermediazione tra Eni e Petroniin. Ieri Ortolani ha detto per la prima volta che ad acquistare la società «era stato un finanziere con il doppio cognome, legato al psi». Interpellato, il suo legale, Luciano Revel, ha fatto il nome di Mach di Palmstein. Oggi l'interrogatorio continua, ancora sulla Sophilau. [Ansa]

Luoghi citati: Argentina, La Loggia, Roma