Era spenta la telecamera in banca di Lodovico Poletto

Difficile caccia al commando che ha svaligiato la filiale Sella di Cuorgnè Difficile caccia al commando che ha svaligiato la filiale Sella di Cuorgnè Era spenta la telecamera in banca Nessuna immagine dei banditi durante il colpo Professionisti delle rapine o banditi da strapazzo che per mettere a segno un colpo tutto sommato modesto hanno rischiato molto? Le tesi contrastano. Di certo i sei malviventi che l'altro pomeriggio per rapinare la filiale della Banca Sella di Cuorgnè hanno sequestrato quaranta clienti di un ristorante e si sono sostituiti a due dei tre portavalori immobilizzati nel locale, indossando le loro divise, hanno commesso qualche imprudenza. Una avrebbe potuto avere conseguenze gravissime per gli ostaggi tenuti sotto la minaccia delle armi da tre banditi, mentre i complici svaligiavano la banca. Se, malauguratamente, al ristorante «Ramo Verde» fosse arrivata una pattuglia di carabinieri o della polizia poteva esserci anche un conflitto a fuoco. «Secondo noi era gente ben addestrata» dice convinto il proprietario del locale Gianfranco Bossi. E aggiunge: «Non hanno avuto bisogno di far ricorso alla violenza per imporsi. Anzi, sono stati anche gentili. Una donna si è sentita male: hanno fatto intervenire un medico che era nel locale per curarla. Armati com'erano avrebbero potuto fare di noi ciò che volevano». Comunque paura dei rapinatori ne hanno avuta tutti: «Quando sono entrati ed hanno tirato fuori le armi l'atmosfera qui dentro si è come gelata. E' soltanto un caso che non ci sia¬ no state scene di panico». Di errori o anomalie, comunque, in questo assalto ce ne sono anche altri. Al primo posto c'è quel colpo di pistola sparato, chissà perché, nella sala ristorante. Un gesto inutile e rischioso: l'esplosione avrebbe potuto essere sentita da fuori, e insospettire qualcuno. Un altro esempio. Il primo gruppo di rapinatori, quello che ha assalta- to la banca, è scappato con la 164 presa a un cliente. Un modo per confondere le acque? Forse, anche perché dovevano disfarsi della Croma su cui erano arrivati. Quella macchina era stata rubata a luglio a Torino: l'hanno lasciata nel parcheggio con il motore fuso. «Siamo di fronte ad una banda che certamente ha messo a segno altri colpi, ma non ad un gruppo di professionisti veri e propri», dicono i carabinieri della compagnia di Ivrea. Sarà anche vero, ma l'audacia dimostrata venerdì pomeriggio è davvero tanta. E ciò a sottolineare che i pareri sono contrastanti. «Sembrava quasi che ci prendessero in giro» racconta uno degli ostaggi. Che aggiunge: «Quando si rivolgevano a noi avevano un tono da presa in giro». Le frasi su Craxi: «Se ruba lui, perché non possiamo farlo anche noi?», non hanno, però, indotto in errore gli investigatori. Non si trattava di banditi politicizzati: niente a che vedere con il terrorismo come, invece, si era sospettato in un primo momento. «Sono frasi fatte, sentite mille volte dalla gente comune», tagliano corto gli investigatori. Invece sul fatto che la fortuna li abbia aiutati in molte cose e, ancora, li stia aiutando non si discute. Un esempio per tutti. La tv a circuito chiuso all'interno della banca era spenta. Un caso? Oppure un basista sapeva e U aveva avvertiti. Sulla cassetta magnetica, stando ad un primo sommario esame, non ci sarebbe nemmeno un'immagine dei malviventi che hanno svaligiato la cassaforte. Per i banditi è questo un colpo di fortuna non da poco. Anche perché nessuno dei quaranta ostaggi è stato in grado di descrivere con precisione il loro volto. La telecamera spenta ha cancellato ogni speranza di poter costruire un identikit attendibile. Per gli investigatori significa iniziare le indagini con pochissimi elementi a disposizione. Ora le speranze di acciuffarli si fondano tutte sulle somiglianze tra quest'ultimo assalto e quello di quindici giorni fa alla filiale della Banca Sella di Favria. Allora i banditi non agirono in modo rocambolesco come hanno fatto l'altro giorno a Cuorgnè. Ma la sommaria descrizione di alcuni di loro combacia in molti punti con quella dei malviventi di Cuorgnè. Lodovico Poletto La filiale della Banca Sella a Cuorgnè dove è stato compiuto il colpo

Persone citate: Craxi, Gianfranco Bossi

Luoghi citati: Cuorgnè, Favria, Ivrea, Torino