Il tartufo non sente In crisi: 320 mila l'etto di Giuseppina Fiori

IL PROFUMO DEI SOLDI Ad Alba meno milanesi e liguri, il cambio favorevole fa arrivare gli stranieri e i prezzi salgono Il tartufo non sente In crisi: 320 mila Petto E per una rarità da 330grammi la richiesta supera il milione e mezzo IL PROFUMO DEI SOLDI ALBA. «Cartier? No, tartufo d'Alba!» è una vignetta di qualche anno fa, ma ancora attualissima. Non c'è svalutazione, infatti, per il pregiato «Tuber magnatum Pico», che infatti è detto anche «diamante grigio»: prezzi da capogiro sono all'ordine del giorno sui mercati e ancor di più nelle boutiques della gastronomia. Proprio ieri si è avuta la conferma di un consistente aumento: nelle vetrine dei negozi del centro di Alba, si potevano vedere, sui cartellini accanto al prezioso prodotto, cifre fino a 320 mila lire l'etto. E qualche pezzo fa eccezione per eccesso: è il caso di un tartufo gigante da 330 grammi, esposto da un negoziante alla «modica» cifra di un milione e seicentomila lire: quattrocentonovantamila lire l'etto. Il prezzo non è certo usuale, specie in questo periodo, ma neanche impossibile. Due anni fa, ad esempio, sotto Natale quando ormai le «trifole» scarseggiano, avevano raggiunto il record di mezzo milione l'etto. Ma anche le «oltre trecentomila» non sono uno scherzo, soprattutto in tempo di crisi. Tuttavia, le vendite non sono calate rispetto agli anni passati. Anzi, i commercianti confermano che i tartufi vanno a ruba. L'unico cambiamento sta negli acquirenti: sempre meno milanesi e liguri (da tempo clienti affezionati delle Langhe) e sempre più svizzeri e tedeschi, oggi pure favo riti dal cambio. Anche sui mercati all'ingrosso, nella prima fase del passaggio dal raccoglitore al rivenditore, la sede in cui si possono registrare le offerte migliori, i prezzi partono già sostenuti: da duecento a duecentotrentamila lire l'etto. L'ampia forbice in cui oscillano le quotazioni trova giustificazione in vari fattori che vanno dalla grandezza dell'esemplare, alla perfezione della forma, ai profumo più o meno intenso. Sì, perché il profumo è tutto per questo fungo, composto in alta percentuale da acqua e da sali mi- nerali assorbiti dal terreno tramite le radici della pianta con cui vive in simbiosi. Ma perché l'aumento dei prezzi in questo momento? Vuoi per la pioggia che ostacola la raccolta, vuoi per la stagione scarsa, quest'anno di tartufi bianchi d'Alba ce ne sono veramente pochi. A tutto ciò va aggiunto il fatto che è in pieno svolgimento una frequentatissima 63a fiera nazionale e, per la nota legge del mercato, quando la domanda sale anche il prezzo cre- sce. Ma se facciamo un passo indietro nella storia scopriamo che da sempre il tartufo è un bene di lusso: si pensi che negli Anni Trenta un chilogrammo di trifole costava 200 lire, equivalente dello stipendio mensile di un insegnante elementare di prima nomina mentre le mele si vendevano da 4 a 12 lire il miriagrammo. I tartufai sostengono che un tempo il prodotto era molto più abbondante e si trovava con mag¬ gior facilità. Oggi invece scarseggia e le cause sarebbero da ricercare nella mancata pulizia dei boschi, nel massiccio uso dei diserbanti in agricoltura e, talvolta, nella raccolta selvaggia che danneggia la tartufaie. Fatto è che, anche per chi il tartufo non lo porta a casa intero e lo consuma direttamente su tagliatelle e fonduta in uno dei tanti ristoranti delle Langhe, la cifra è astronomica: per la classica «grattata» si va incontro ad una maggiorazione sul piatto consumato di non meno di venticinquemila lire. Questa è anche la cifra ufficiale richiesta al punto di degustazione dei piatti tipici, presente in questi giorni all'interno del padiglione del mercato del tartufo nel centro storico di Alba. Per i buongustai, tuttavia, la fiera nazionale in corso fino al 24 ottobre rimane un'occasione da non perdere per i suoi tanti gustosi appuntamenti. Giuseppina Fiori » o i i a ù IL "DIAMANTE GRIGIO" A CONFRONTO L 320.000 16,8 gr. di oro 130 gr. di argento 2,16 sterline d'oro 201 dollari

Persone citate: Cartier, Fatto, Soldi Alba

Luoghi citati: Alba