Così sarà il business del Iavoro in affitto

La gestione verrà affidata a vere imprese e non ad agenzie La gestione verrà affidata a vere imprese e non ad agenzie Così sarà il business del Invero in affitto ROMA. Saranno delle vere e proprie imprese e non delle agenzie a gestire il lavoro interinale. I lavoratori dipenderanno da queste imprese che li cederanno in «affitto» a quelle che ne faranno richiesta. Sono esclusi da questa procedura il settore dell'agricoltura e i due livelli più bassi di tutte le categorie. Una regolamentazione ad hoc è prevista per l'edilizia. Sono queste le principali proposte contenute nel documento redatto dalla commissione sul lavoro interinale, insediata dal ministro del Lavoro, illustrate dal presidente della commissione Edoardo Ghera, che ha innanzitutto ridimensionato le aspettative di chi riteneva che questa forma avrebbe costituito un polmone rilevante del mercato del lavoro. «Nel nostro Paese - ha detto Ghera - il lavoro temporaneo potrà interessare alcune centinaia di migliaia di unità. Ritengo eccessive le stime che qualcuno fa di un due per cento dell'occupazione generale. Si tratta di una forma che potrà avere un qualche sviluppo solo in alcuni segmenti del mercato del lavoro: da un lato il lavoro qualificato, dall'altro i lavoratori in mobilità. Mentre potrebbe addirittura nuocere ai giovani in cerca di prima occupazione». Saranno quindi delle vere e proprie società e non delle semplici agenzie di collocamento a gestire il lavoro temporaneo: «Le società - sottolinea il presidente della commissione - dovranno garantire capacità e affidabilità. Dovranno essere delle spa o srl con un capitale di almeno 200 milioni o cooperative con un capitale di almeno 150 milioni. La scelta delle società si spiega con la necessità, stabilita dal- l'accordo di luglio, di garantire al lavoratore da collocare un trattamento continuativo ed una indennità». «La commissione a tal proposito - spiega Ghera - avanza due proposte: stabilire per i lavoratori a disposizione una indennità fissa pari a un minimo annuale garantito che potrà essere compensato dalle retribuzioni percepite durante i periodi di attività, oppure prevedere una indennità pari ad una percentuale del trattamento di disoccupazione. Restano poi da definire le modalità di licenziamento dei lavoratori a disposizione». «La mia idea - spiega Ghera - è che ci debba essere libertà di licenziamento, magari dopo un periodo stabilito. Penso per esempio a un contratto a termine. Anche perché non credo che si possa far diventare stabile il lavoro temporaneo. E' come se si volesse dare stabilità ad una occupazione che non c'è. Comunque è ima scelta politica che dovrà fare il governo». Sorge un interrogativo: quale società vorrà assumere una persona alla quale dovrà garantire una retribuzione senza avere la certezza di poterlo utilizzare? Collegato al problema del rapporto di lavoro vi è poi quello della copertura assicurativa e contributiva dei lavoratori assunti dalle società di gestione: «La proposta della commissione - spiega Ghera - è che il versamento dei contributi deve essere limitato al periodo di effettivo impiego del lavoratore, anche se poi sarà necessario studiare un meccanismo di raccordo con le norme esistenti in materia per evitare che il tutto si tramuti in ima truffa legale a carico dell'Inps. Vi è infatti una legge che stabilisce che chi lavora 78 giornate all'anno acquisisce un anno di anzianità previdenziale sia pure con il minimo. Insomma bisogna stare molto attenti ad evitare che le imprese di lavoro temporaneo non diventino strumenti per realizzare giochi a carico dell'Inps». [c. m.] Tutte le proposte della commissione Sbocchi di lavoro per alcune centinaia di migliaia di persone Bruno Trentin

Persone citate: Bruno Trentin, Edoardo Ghera, Ghera

Luoghi citati: Roma