Ferrini il veferocomunista «Tangenti che congiura»

Ferrini il veferocomunista «Tangenti, che congiura» Ferrini il veferocomunista «Tangenti, che congiura» Il COMPAGNO DEL PEDALO* AUPJZIO Ferrini, dopo aver vestito per anni i panni della Signora Coriandoli, ha ripreso da poco quelli veterocomunisti del celebre segretario del circolo pds della Pioppa di Cesena. «Sono tornato - confessa -, il partito aveva bisogno di me». Ecco il suo sfogo. Saluti proletari, compagno Ferrini. Lasciamo perdere silos e pedalò. Mi dica: che cosa sta succedendo nel partito? «Siamo vittime di una congiura, anche dall'interno del partito». Vuol dire che Occhetto... «E' un abatino. Come Berlinguer e Natta. Il suo barbiere mi ha detto che, sotto i baffi, ha il labbro leporino». Anche Stalin aveva i baffi. «Sì, ma quelli erano di fil di ferro. Voglio dire: un po' di virilità in più non guasterebbe al compagno segretario. Lo renderebbe più simile a noi, allo zoccolo duro della Pioppa». Perché? Parlando di tan;enti: che differenza c'è tra >affo timido e baffo chirghiso? «Guardi il compagno Greganti. Oltre ai baffi ha la barba. Ne sanno qualcosa i giudici ai quali ha fatto il contropelo». Ma il Signor G. non è colpevole almeno per un po'? «Per lo zar di tutte le Russie! Questa è una provocazione che parte da un giornale plutocratico come il suo. Il compagno Greganti è il leale guardiano del capitale». Quello di Marx, immagino... «Già. Marx era nullatenente e Greganti ha solo due alloggi, piano proletario, vista sulla Zecca dello Stato». E' proprio li che si ispira... «Basta, giornalista del potere: sono sempre gli operai che fanno i soldi. Materialmente, con le loro mani sporche». In questo senso, «mani pulite» le pare una contraddizione ideologica? «Sì e no: per i socialisti, ad esempio, non basta la pasta lavamani alla fine del turno». E per Stefanini, di nuovo inquisito? «Il compagno Stefanini è innocente: come riportato dal numero 3465476 di Vie Nuove, è stato eroe del lavoro nella Repubblica Democratica Tedesca, Croce di Ferro dell'Ordine di Breznev, Matrioska della Produzione Rossa alle Filande romene Nicu & Niculai Ceausescu. La cui moglie omologata come "donna" nelle celebri Accaierie Ghisa et labora, omologata come radiotecnico dalla scuola Elettra di Torino, aveva visto in lui [Rinascita del 12 giugno 1962, pagine 12, 26, 78, 4289) l'ideale continuatore della illuminata politica del maestro Beria. E non solo per gli occhiali, ma anche per la montatura». Ma il compagno Occhetto, nonostante la sua granitica fiducia nei giudici, finirà per offrire voti alla Lega? «L'Emina Romagna è l'unica repubblica fondata sulle Coop. E' il solo esempio al mondo di comunismo che funziona. Il compagno segretario vincerà solo se diffonderà questo slogan: "Federiamo gli appalti, di Bossi respingeremo gli assalti"». Quindi, per lei, anche le Coop... «Sono innocenti. Ogni bilancio deve sottostare alle direttive marxiste-leniniste del compagno D'Alema. I cui baffetti sono di paglia di ferro. Chiaro?». Chiarissimo. Ma confessi: stiamo parlando del vecchio pei, non della Quercia. «Tocca un tasto dolente: in sezione eravamo abituati, dopo le riunioni strategico-didattiche, a farci pipì sotto la quercia piantata in cortile dalla traditricepasionaria Plearda Garaffoni il glorioso Primo Maggio del 1924». Pipì senza offesa, naturalmente... «Certo, ma siamo ancora sbalestrati. Il compagno Occhetto ci ha colto di sorpresa. Alla Festa dell'Unità di Bologna, quella volta, ha infatti infranto la dieta in bianco del dirigente rosso: si è rimpinzato di piadina, salsiccia, tortelli, ciccioli e lambnisco. E da intellettuale delicato e tenero, non abituato agli zibaldoni di pancia, ha dato fuori di matto e ha cambiato nome e simbolo al partito. Tutto per un'indigestione». Per cui? «Abbiamo ancora fiducia in lui. Ma ho una rivelazione da farle: alla sezione della Pioppa abbiamo pronto il leader carismatico del futuro: Widmer Scapaccioni, emarginato in passato per squallidi motivi erotico-socialprivatistici. Non lo dica a nessuno, ma ha avuto una storiaccia con la compagna Alberici Aureliana. Comprensibile: ha un certo fascino. Un metro e quaranta per 100 chili di furore rosso e baffi di acciaio inossidabile anticorrosione. Ha già invitato il cittadino Di Pietro ad ammazzare il maiale sulla sua aia: vedrà, si capiranno...». Corruzione? «No, comuni origini proletarie al servizio del progresso sociale e dell'amicizia tra i popoli. Viva l'Italia che, in Federazione, la farà in barba anche al padrone». Piero Sorla Sopra: Achille Occhetto, leader pds A sinistra: l'attore Maurizio Ferrini

Luoghi citati: Bologna, Cesena, Emina Romagna, Italia, Repubblica Democratica Tedesca, Torino