la miccia del Sisde per la bomba sul treno di Giovanni Bianconi

L'ufficiale avrebbe organizzato la messinscena sul Siracusa-Torino, tradito da una telefonata L'ufficiale avrebbe organizzato la messinscena sul Siracusa-Torino, tradito da una telefonata la miccia del Sisde per la bomba sul freno Arrestati un colonnello e due uomini della camorra ROMA. L'uomo dei servizi segreti è finito in galera, accusato di aver organizzato la messinscena della bomba trovata sul treno Siracusa-Torino il 21 settembre scorso. Augusto Maria Citanna, 46 anni, ex tenente colonnello dei carabinieri, capo zona del Sisde a Genova, è stato arrestato ieri dagli agenti della Digos su ordine della procura di Roma. L'imputazione è gravissima: concorso in trasporto e detenzione di esplosivo con finalità eversive dell'ordine democratico. Oltre a Citanna sono stati arrestati anche due napoletani in odore di camorra - Davide Montuoro e Ciro Moglie -, e così quella che meno di un mese fa fu fatta apparire come una brillante operazione del Sisde si è trasformata, stando alla ricostruzione della magistratura, in un clamroso boomerang. L'uomo dei servizi segreti si trova già nel carcere militare di Forte Braschi, e nel frattempo ha perso il lavoro. Il capo del Sisde, Domenico Salazar, ha informato ieri il ministro dell'Interno Mancino «di aver provveduto all'emissione del rituale provvedimento di sospensione del dottor Citanna». C'è molta preoccupazione al Viminale per questa storia; appena avuta la notizia dell'arresto Mancino ne ha parlato a lungo con Salazar, il quale ha confermato al ministro di non avere elementi per dubi- tare della buona fede del suo uomo. «Il ministro - si legge nel comunicato ufficiale emesso dal Viminale - ha raccomandato al direttore del Sisde di continuare ad assicurare piena collaborazione alla magistratura procedente, nell'intento di fare luce completa sul grave episodio, e Salazar ha espresso totale adesione alle direttive di Mancino». Salazar è stato nominato direttore del Sisde nemmeno tre mesi fa, dopo la notte delle bombe di Roma e Milano che aveva fatto cadare la poltrona già traballante del suo predecessore, Angelo Finocchiaro. Adesso, la bomba targata 007 è una brutta tegola sulla testa dell'uomo che doveva procedere al rinnovamento e alla ristrutturazione del servizio segreto civile. «Confido in celeri e rigorosi accertamenti dell'autorità giudiziaria - ha detto ancora Mancino -. Mi auguro che il funzionario riesca a dimostrare la piena correttezza dei suoi comportamenti, ma al di là di eventuali responsabilità dei singoli, confermo la lealtà istituzionale delle strutture poste a difesa della sicurezza democratica». Ma il segretario del sindacato di polizia Siulp, Sgalla, spinge sull'acceleratore: «Il Sisde va ri¬ fondato, non riformato». E' proprio dall'assistenza offerta dagli 007 alla magistratura raccomandata da Mancino che le indagini sulla bomba hanno imboccato la pista che ha portato al colonnello Citanna. Quest'ultimo infatti, dopo che il suo informatore Carmine Allocca l'aveva accusato di aver organizzato tutta l'operazione, s'è presentato in procura con la registrazione di una telefonata che, a suo dire, avrebbe dimostrato la sua buona fede. Su quel nastro sarebbe registrata la segnalazione dell'esplosivo poi trovato sul treno, ma dopo averla esaminata attentamente giudici ed investigatori si sono convinti, da un dettaglio, che si tratta di un «falso». O meglio, di una telefonata che si riferisce ad un altro episodio, precedente al 21 settembre, che Citanna avrebbe post-datato ad arte, per far apparire «pulita» l'operazione. E non basta. Secondo le dichiarazioni del capo zona del Sisde, nella notte tra il 20 e il 21 settembre tra lui ed Allocca sarebbero intrercorse due telefonate. La Digos avrebbe invece accertato che i colloqui con l'informatore furono più di due. E allora: perché Citanna ha mentito su questo? E perché ha portato la falsa pro¬ va della registrazione? I giudici della capitale ci hanno pensato a lungo, e l'altro ieri è scattata la richiesta di arresto, firmata dal procuratore Vittorio Mele, dall'aggiunto Michele Coirò e dal sostituto Franco Ionta, accolta dal giudice delle indagini prelimari Claudio D'Angelo. Nella versione di Carmine Allocca, l'accusatore del funzionario del Sisde, la storia della «mezza bomba» - c'era infatti l'esplosivo ma non il detonatore - è andata così: lui fu attivato da Citanna per rimediare l'esplosivo dagli ambienti camorristici con cui era in contatto, sistemarlo sul tre- no e poi avvisare il Sisde per il ritrovamento. Allocca contattò due uomini - Montuoro e Moglie, il primo arrestato ieri e il secondo già in carcere per altri reati dal 23 settembre -, i quali gli fecero poi sapere che tutto era già sistemato: l'esplosivo era sull'espresso 810 Siracusa-Torino. Allocca avvisò Citanna, e in quella notte ormai famosa furono necessari vari contatti per far trovare la «mezza bomba», sistemata nel bagno della carrozza 14, dietro la grata dell'aeratore. Allocca fu arrestato dalla Digos a Roma, prima che riuscisse ad incontrare un uomo del Sisde, e dopo aver resistito due giorni ha spifferato tutto al giudice. Le successive mosse di Citanna, come s'è visto, hanno fatto il resto. Si tratterà ora di vedere (se la ricostruzione è vera), per conto di chi ha agito Citanna, con quali fini, se ha organizzato tutto da solo o se è stato a sua volta incastrato. Comunque sia andata, questa vicenda definita dal gip D'Angelo «squallida e sconcertante», getta nuove ombre sul Sisde, ma Mancino assicura: «L'opera di verifica, di revisione del Servizio e di profondo rinnovamente dei quadri, già iniziata da tempo, sarà condotta a termine in piena sintonia con le direttive del presidente del Consiglio». Giovanni Bianconi Domenico Salazar, capo del Sisde