Su un campo di calcio per sfidare l'epilessia di M. Bon.
Su un campo di calcio per sfidare l'epilessia Chieri, domani alle 16 incontro dimostrativo Su un campo di calcio per sfidare l'epilessia Correre dietro a un pallone per combattere paure e pregiudizi: anche lo sport può essere utile per favorire l'integrazione sociale di chi soffre d'epilessia. E' la filosofia degli organizzatori di una partita di calcio a cinque, domani pomeriggio alle 16 al centro polisportivo Villa Brea di Chieri. Scenderanno in campo la Futura Nichelino, squadra militante nel campionato regionale Figc, e una rappresentativa mista di giovani epilettici e di soci dell'Apice, l'associazione piemontese contro l'epilessia che ha organizzato l'iniziativa. E' prevista l'esibizione di un gruppo di ragazze «Pon Pon». L'epilessia è una malattia diffusa che colpisce nei Paesi industrializzati l'un per cento della popolazione. In Piemonte gli individui affetti da questa patologia sono circa 45 mila. «Una diagnosi corretta - dicono i medici - e una terapia adegua¬ ta consentono un controllo delle crisi epilettiche che nel 70 per cento dei casi è totale. Talora si arriva anche alla completa guarigione». La pratica sportiva non è quasi mai responsabile delle crisi improvvise (convulsioni, sospensione della coscienza) che affliggono gli epilettici. Spiega il professor Mario Manfredi, della clinica neurologica La Sapienza di Roma: «Eccetto rari casi, i bambini o gli adulti epilettici che svolgono per hobby un'attività sportiva non hanno inconvenienti dallo sforzo fisico. Gli sport vanno però selezionati: da sconsigliare sono le attività subacquee, l'alpinismo, il nuoto in acque libere, il motociclismo, il paracadutismo: una crisi improvvisa può infatti esporre l'atleta a rischi più o meno grandi. Non esistono invece limitazioni per il tennis, il calcio, il volley, l'atletica leggera». [m. bon.]
Persone citate: Brea, Mario Manfredi
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