« Il corrotto non ha scuse»
« « Il corrotto non ha scuse» //procuratore generale Pieri «Anche se ruba per il partito» Non ci sono differenze fra il politico che ruba per sé o per il partito e il corrotto non ha giustificazioni. Lo ha affermato ieri il procuratore generale Silvio Pieri in margine al convegno sui «valori morali» organizzato a Palazzo Lascaris dal Comitato associazioni femminili torinesi. «Piuttosto - dice Pieri - vedo un pericolo: di fronte alla gran massa di processi che si stanno istruendo le strutture restano carenti. Saremo obbligati a fare scelte di priorità». Ha un valore la distinzione che fanno tanti inquisiti sulle tangenti prese per il partito e non per sé? «No - risponde Pieri può forse influenzare il giudizio dell'opinione pubblica, non certo un giudice. E non si dica "Così facevan tutti" perché se venisse accettato un simile principio chiunque troverebbe giustificazioni ai delitti più feroci. Un assassino, ad esempio, potrebbe ricordare le stragi dei nazisti». E quando rimane coinvolto un giudice? «E' peggio - replica Pieri - è come un prete che ammette di aver commesso porcherie. Il giudice ha il dovere di comportarsi meglio di tutti. Ma anche noi siamo uomini ed è importante che quando accade non si guardi in faccia nessuno». A chi domanda perché solo ora interviene la magistratura cosa risponde? «Che non è vero. A Torino c'è stato lo scandalo Zampini». Ma è finito praticamente in nulla. «Vero, ma allora non avevamo un Chiesa e tutti i partiti fecero muro». Tutti? «Praticamente tutti». E oggi perché tanti parlano? «Perché si è rotto il nostro muro di Berlino: ci sono condizioni politiche diverse, i partiti non hanno più il potere assoluto di prima, è caduta la sensazione di intangibilità che li circondava. La gente non ha più paura di ritorsioni». [b. min.] Il procuratore generale Silvio Pieri: «Nessuna differenza tra il politico che ruba per sé o per il partito»
Persone citate: Lascaris, Pieri, Silvio Pieri
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