II mistero doloroso delle galline e la taglia sulla Torino-Lione

II mistero doloroso delle galline e la taglia sulla Torino-Lione LETTERE AL GIORNALE II mistero doloroso delle galline e la taglia sulla Torino-Lione Galbraith e lo stracchino Permettete, illustri Soloni, ad un Tizio che ha studiato a Giurisprudenza «Economia politica» soltanto per strappare un misero 28 (negli Anni 60 era ancora qualche cosa...) qualche considerazione che potrebbe anche avere un pizzico di valore? La «Crisi» è mondiale (quasi come quella degli Anni 30 che finì solo con la guerra '39-'45), nessuno ha dubbi. Ma possibile che nessuno tra gli Economisti (nemmeno Galbraith) abbia il coraggio di scrivere le vere cause? Sugli alimenti, ad esempio. L'Italia ha tradizione plurisecolare di formaggi, salse, insaccati. Basta un giretto per i negozi e si notano montagne di «camembert», «brie», «emmenthal», «lerdammer», ecc. Ovviamente; a detrimento della fontina, dello «stracchino» delle caciotte (che oltretutto costano di più). Quanti tubetti di salsa di pomodoro portano - a caratteri microscopici - la loro origine estera? E le arance, mandarini, pompelmi, limoni «Made in Israel» o da Capetown? Possibile che costino meno malgrado le migliaia di chilometri di trasporto? Ma se persino le uova arrivano da Israele. Forse laggiù fanno 2 uova al giorno? Cha galline «stakanoviste»...! Parlate con un allevatore del Cuneese e vedrete che non sempre riesce a ricavare abbastanza per coprire le spese: malgrado il trasporto a Torino sia al massimo di 100 Km su ruota. Come faranno a essere concorrenziali da Tel Aviv, rimane un mistero (non... «gaudioso»). Elio Carlo Ferrerò, Torino Comitato internazionale anticaccia Protezione animali e natura Un'andata-ritorno da dieci milioni Sono veramente contento che l'Alta velocità sia stata rimanda- ta al 2000. In un Paese come il nostro, ove i lavori o non vengono iniziati o non vengono finiti, un impegno come questo è veramente una follia! Anche perché molti altri lavori più necessari sono ancora da eseguirsi. Bene invece per la galleria sulla linea Lione-Torino che servirà molto per l'isolato Piemonte. Confermo la mia offerta di 10.000.000 (diecimilioni) per due biglietti A.R. Torino-Lione. Tenere presente che ho 83 anni e che da quando se ne parla parla parla parla sono passati 334 giorni! Inutile suggerire che è necessario fare due gallerie a semplice binario, per ovvi motivi. Ruggero Righetti, Sanremo L'anima padrona e il corpo operaio Mi capita di leggere l'articolo «Torna l'anima, tra angeli e diavoli», di Domenico Del Rio (La Stampa del 7-10-93) appena pochi giorni dopo che alcune scene di gioia di campioni sportivi nel salire sul podio dei vincitori, mi hanno fatto credere che i loro cervelli, i loro muscoli e le estremità dei loro corpi siano soltanto necessari strumenti di cui le loro anime vogliono servirsi per giocare, vincere e provare felicità. Già prima, vedendo che in ogni società istituita per produrre delle cose, si trova un presidente, si trovano dei dirigenti e degli operai, mi è parso di vedere un'anima presidente e padrona, un cervello dirigente e un corpo operaio anche in me stesso e in ogni persona libera quando pensa, parla, scrive, gioca o lavora per far cose che vuole. Naturalmente io credo che l'anima sia un misterioso contenitore dei sentimenti, penso che il cervello sia un creatore-contenitore delie idee mentre vedo il corpo umano come una «macchina meravigliosa» capace di rispondere, con le sue azioni, al volere dell'anima padrona e al sapere del cervello dirigente. Ora anche la civiltà non mi sembra più soltanto un prodotto di cervelli, di muscoli e di mani ma anzitutto un miracolo delle anime, dei sentimenti, della volontà dei nostri predecessori, Giovanni Noè, Torino Togliatti e la media unica Mi riferisco all'articolo «Media unica. E l'Italia operaia diventò borghese» pubblicato su La Stampa di sabato 9 ottobre. E' vero che titoli e occhielli non sono dell'autore ma della redazione. In ogni caso non corrisponde alla verità dei fatti che la legge sulla scuola media sia stata voluta da Togliatti. Non per nulla il pei non la votò in Parlamento. Fu, invece, certamente il frutto della stagione del centro-sinistra aperta da Fanfani. Nell'articolo, poi, si possono rilevare almeno le seguenti imprecisioni. La media unica non allungò affatto la durata dell'istruzione obbligatoria. Formalmente, l'obbligo di ogni cittadino italiano di istruirsi per otto anni fu introdotto dal regio decreto 31 dicembre 1923, n. 3126 (riforma Gentile) e confermato dalla Costituzione del 1948. E' vero, invece, che la scuola media divenne l'unica scuola ordinamentalmente prevista per l'istruzione obbligatoria dei ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Attribuire la «paternità» della scuola media del 1962 a Tristano Codignola e a Aldo Visalberghi è una falsificazione della realtà storica. Non potendo qui stendere un elenco compiuto, vanno almeno ricordati Gesualdo Nosengo, Vincenzo Sinistrerò, Aldo Agazzi, Camillo Tamborlini e Carlo Perucci. Il che poi vuol dire dirigenti dell'Uciim e collaboratori della rivista Scuola e Didattica dell'Editrice La Scuola, fondata nel 1955 e diretta da Aldo Agazzi. Infine, un'osservazione. La testimone privilegiata dall'autore dell'articolo, Ersilia Zamponi, lamenta, giustamente, un'eccessiva rigidità della scuola media. Sarà il caso di ricordare che la battaglia per l'unicità come uniformità di tale grado di scuola fu condotta dal pei. Le posizioni cattoliche erano, invece, ben rappresentate dal titolo della rivista bresciana prima citata: Scuola, cioè un grado scolastico ordinamentalmente unico, e Didattica, ovvero scuola internamente differenziata, articolata, individualizzata. Fa piacere che queste posizioni siano riscoperte e riproposte. Giuseppe Bertagna, Brescia Redattore della rivista «Scuola e Didattica» Ringrazio dell'attenzione e delle gentili precisazioni. Sappiamo tutti che di fatto l'obbligo scolastico entrò nella società italiana con la media unica. Quanto a Togliatti, mi sembra che la lettera confermi implici¬ tamente, nella parte conclusiva, che il nostro titolo era azzeccato. [a.p.] Lauree brevi e disoccupazione Chiedo ai responsabili delle università: come è possibile istituire lauree brevi quando per un posto di biologo presso Usi hanno partecipato 65 laureati, disoccupati, iscritti all'albo dei biologi dopo aver superato un esame di Stato post laurea? Gradirei che qualcuno dall'alto della sua sedia ben comoda rispondesse. Rita Schiaffino, Vercelli «Falcone, mai parlato del viaggio negli Usa» Apprendo da un'intervista rilasciata alla Stampa dal regista Giuseppe Ferrara, che, secondo lui, sarei stato io a fornirgli la notizia di un viaggio negli Usa effettuato da mio zio Giovanni Falcone direttore generale degli affari penali del ministero di Grazia e al fine di interrogare Tommaso Buscetta. L'episodio, del quale sono stato indicato da Ferrara come fonte, apprendo dai giornali, è stato inserito nel film di prossima uscita. Smentisco in maniera assoluta l'affermazione del regista e mi auguro che essa sia dovuta soltanto alla confusione di chi, sulla figura di mio zio, si è trovato ad ascoltare le più diverse testimonianze. Nell'unico colloquio avuto con il signor Ferrara non si è discusso assolutamente dell'argomento e - a dimostrazione di ciò - posso portare la testimonianza di chi nel corso di quel colloquio mi era vicino. Mi riservo insieme ai miei familiari di tutelare in tutte le sedi la mia persona e la figura morale di mio zio, di fronte al persistere di affermazioni assolutamente prive di fondamento. Vincenzo Di Fresco, Roma