E l'erede è un'incognito

E l'erede è un'incognito E l'erede è un'incognito Benetton è uscito subito dalla scena GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Paolo Mantovani è passato. E lascia un segno profondo. Nella Sampdoria e nella città. Dimenticarlo è impossibile, imitarlo sarà il tentativo dei successori, sostituirlo (come e con chi) rappresenta l'incognita attorno a cui si raggruma l'ansia dei tifosi. E' certo che fino a giugno, la spa doriana sarà retta e gestita da un triumvirato: l'attuale vicepresidente Enzo Garufi (potestà ad interim), il ds Paolo Borea con pieni poteri nel settore tecnico, ed Enrico, il secondogenito di Paolo Mantovani, legatissimo alla squadra, come la sorella Francesca. Il pacchetto azionario detenuto da Paolo Mantovani (96 %) passa automaticamente agli eredi (Francesca, Enrico, Filippo, e Ludovica). Gettare un ponte al di là di quella data (giugno) e costruirlo su certezze è impresa rischiosa. Se infatti tentassimo di dare contorni definiti al futuro di questo club che riscuote ovunque simpatia, dovremmo partire da due ipotesi. Una chiama ancora e sempre in causa la famiglia Mantovani. Con un antefatto: il presidente scomparso sembra abbia vincolato i figli ad una sorta di giuramento, secondo cui nella storia doriana non sarebbe entrata più la sua famiglia. A quel patto si sarebbe sottratto Enrico, 31 anni, laureato in Economia negli States, broker petrolifero. A Genova la danno come soluzione più probabile (e auspicabile, aggiungono i tifosi). L'altra congettura prende in esame una spartizione del pacchetto azionario (96%) con due grandi potenze economiche a sostenere i fratelli Mantovani: la Benetton e la Erg (sponsor) secondo queste quote: il 60% al colosso trevigiano, il 30 a quello genovese, il 10 resterebbe ai Mantovani. Ma la Benetton ha ribadito disinteresse per il calcio, per la semplice ragione che l'azienda «produce su una ribalta mondiale», mentre il consiglio di amministrazione della Erg non è d'accordo sul rilevamento (attraverso Edoardo Garrone, figlio di Biccardo che è padrone della Erg) di una quota. A Bogliasco, pochi e attoniti tifosi ieri mattina. Vento e pioggia si alternavano a deboli apparizioni di sole. Platt, sbarcato poco prima a Genova con volo da Londra, non era al corrente della notizia. L'ultima gli era stata fornita da Borea, martedì. Pino, il magazziniere, lo ha aggiornato. David si è subito rifugiato negli spogliatoi sussurrando: «Ho il rammarico di non averlo conosciuto prima». A 24 ore dalla scomparsa del presidentissimo, mentre la squadra eseguiva sul campo gli ordini di Eriksson, è comparso il capo degli ultra. Enzo Tirotta teneva in mano un foglietto con poche annotazioni. Temeva tradimenti della memoria. Ha detto con voce commossa: «Parlo a nome degli ultras, ho visto ieri (giovedì, ndr), qui a Bogliasco, Francesca ed Enrico, oggi (ieri, ndr) Filippo Mantovani, segno di continuità. Perciò seguiremo ovunque la Samp. Non è un problema se arriverà Benetton o tornerà Colantuoni (un paradosso, ndr), importante sarà che un Mantovani resti in società. Domani Marassi sarà una bandiera blucerchiata, però niente striscioni con lutto o scritte enfatiche. Mi hanno telefonato molti tifosi genoani, hanno partecipato al lutto, erano sinceri, li ringrazio». L'allenamento si è concluso a mezzogiorno circa, sotto violenti scrosci d'acqua. Eriksson ha accolto la stampa in un salottino. Parlava e rievocava, senza avvedersene. Ha qualche cosa di magico la figura di Paolo Mantovani, un fascino che cattura «perciò va ricordato nel modo migliore, scenderemo in campo per vincere, la vita continua, non possiamo smettere di lavorare, di lottare. Non mi stupirò vedendo Marassi in versione speciale, si ripeterà per giorni, settimane, mesi. Mi aspetto un gran match, la morte del presidente è dentro tutti noi, però al fischio dell'arbitro... penseremo anche a vincere, per lui naturalmente». Quella di Ruud Gullit non è una celebrazione piuttosto un invito a «riflettere per non dimenticare l'uomo», perché l'olandese con le treccine è rimasto soprattutto ipnotizzato «dall'umanità e dall'amore per la Sampdoria di un dirigente stimato da tutti». Angelo Caroli I tifosi: l'importante è che uno della famiglia resti nella società A destra l'attaccante blucerchiato David Platt. «Ho il rammarico di non aver conosciuto prima il presidente Mantovani» A sinistra l'allenatore della Sampdoria, Eriksson. «Penseremo a vincere anche per lui»

Luoghi citati: Bogliasco, Genova, Londra, States